Riforma Cittadinanza, primo stop in Commissione. Il relatore Brescia: “Priorità a decreti legge”
"Segnalo- ha detto il presidente- come è noto ai commissari, che il calendario dei lavori prevede l'esame di due decreti-legge, nonché la discussione di alcuni provvedimenti, già inseriti nel programma dei lavori dell'aula per il mese di novembre, come la proposta di legge sul conflitto di interessi e il disegno di legge di delega in materia di semplificazione. Nelle prossime settimane ci concentreremo dunque principalmente su questi provvedimenti". Brescia ha però aggiunto: "Va tenuto presente che la sola comunicazione della sostituzione del relatore, con la conseguente ripresa dei lavori sul tema, ha suscitato nell'opinione pubblica un dibattito sociale, ancor prima che politico, molto forte. Un dibattito fatto anche di storie di speranza, come quelle che ho potuto leggere da diverse lettere che mi sono arrivate in questi giorni. Da queste lettere scritte da giovani che vivono in Italia e chiedono di diventare italiani emergono un forte senso di appartenenza alla nostra comunità e una domanda di concretezza e di giustizia che chiama in causa la Commissione e questo Parlamento. Mi auguro che a queste legittime istanze sapremo dare con convinzione risposte di buonsenso".
Nel suo speech Brescia ha premesso: "L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame, in sede referente, della proposta di legge C. 105 Boldrini, recante Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, in materia di cittadinanza. Comunico innanzitutto che ho assunto la funzione di relatore, in sostituzione del collega Speranza, in quanto egli è divenuto componente del Governo. Ricordo inoltre che l'esame della proposta di legge, iniziato il 24 ottobre 2018 con la relazione illustrativa dell'allora relatore Speranza, era proseguito nella seduta del 31 ottobre 2018 e che l'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi aveva deliberato di procedere a un ciclo di audizioni informali, successivamente autorizzate dal Presidente della Camera”. In particolare, il relatore ha spiegato che si era convenuto di ascoltare rappresentanti dell'Anci, di Unicef Italia ed altre associazioni, nonché esperti e studiosi della materia.
Il testo in discussione, e cioè quello che vede prima firmataria Laura Boldrini, prevede sia uno ius soli temperato che il cosiddetto ius culturae. L’articolo 1 introduce il principio dello ius soli collegato al requisito di legalità del soggiorno della durata di almeno un anno da parte di uno dei genitori. Si stabilisce, inoltre, che a chi nasce in Italia da un genitore a sua volta nato in Italia debba applicarsi lo ius soli senza alcun requisito aggiuntivo, perché si tratta di una situazione che indica di per sé l’esistenza di un rapporto inscindibile con il territorio. Nell’articolo 2 è prevista la possibilità di acquisizione della cittadinanza, su istanza del genitore, da parte del minore che abbia frequentato un corso di istruzione primaria o secondaria o un percorso di istruzione o formazione professionale (il cosiddetto ius culturae). La proposta ha sollevato le critiche dell’opposizione. In particolare la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, parla di “cittadinanza automatica agli immigrati”.