Riforma cooperazione internazionale, “passo avanti o occasione mancata?”
Roma - L'aula della Camera ha approvato ieri il ddl sulla cooperazione internazionale per lo sviluppo con 251 sì, 2 no e 72 astenuti. Dopo le modifiche apportate da Montecitorio, il ddl torna in terza lettura al Senato. Il provvedimento definisce le finalità della cooperazione (sviluppo sostenibile, sradicamento della povertà, affermazione dei diritti umani, pacificazione e prevenzione dei conflitti) e attribuisce la responsabilità politica della cooperazione al ministero degli Affari esteri. Inoltre, poteri di indirizzo e controllo al Parlamento sul documento di programmazione triennale sulle attività di cooperazione. Si prevede, tra l'altro, anche l'istituzione dell'Agenzia per la cooperazione allo sviluppo quale strumento finanziario unico in cui far confluire tutti i fondi destinati alla cooperazione e amplia i soggetti della cooperazione riconosciuti, includendo organizzazioni della società civile e imprese. Prima del voto il vice ministro degli esteri, Lapo Pistelli, ha sottolineato che "il testo che esce da questa Camera è migliore rispetto a quello che è entrato".
"Attesa da 27 anni, è una vera riforma di sistema perchè non riguarda un aspetto tecnico del funzionamento del ministero degli Esteri ma affronta il modo con cui l'Italia si proietta nel mondo e cambia il nostro modo di relazionarci con tutti i paesi meno sviluppati". Questo il commento della relatrice Lia Quartapelle, deputata del Pd. "Mentre è sempre più difficile trovare strumenti per far camminare i principi di politica estera – aggiunge - questa legge di riforma fornisce strumenti operativi: l''Agenzia della cooperazione, l'istituzione finanziaria per lo sviluppo e una delega politica chiara ad un viceministro. Infine rende la cooperazione un principio qualificante della nostra politica estera, testimonianza del fatto che il mondo è profondamente cambiato e che non si può più agire per contrapposizione e competizione".
"Sinistra Ecologia Libertà ritiene la nuova legge sulla cooperazione internazionale un passo in avanti che migliora la precedente legge del 1987, la n. 49, ma anche un'occasione mancata con diverse ombre perché poteva prevedere innovazioni più radicali come per esempio il fondo unico per la cooperazione, un ruolo più importante del volontariato e poi una maggiore coerenza tra le politiche, per dare maggiore impatto e respiro alla cooperazione pubblica allo sviluppo. Per queste ragioni oggi ci siamo astenuti. Un voto che ci fa apprezzare le novità, ma che ci lascia l'amaro in bocca per l''occasione mancata". Lo afferma il deputato di Sel Giulio Marcon. "Quella approvata è una legge che mette enfasi sulle imprese e toglie spazio al volontariato, che sposa la nuova filosofia del partenariato pubblico-privato, ma non riconosce alcun ruolo alle organizzazioni del sud del mondo, che lascia sullo sfondo il peace-building e ripropone l'ambiguita'' del rapporto tra azione umanitaria e intervento militare. Una legge che sostanzialmente non tocca gli antichi equilibri istituzionali che hanno condotto la cooperazione negli ultimi venti anni nel pantano. Sel ritiene che l'approvazione della nuova legge sulla cooperazione possa aprire una nuova stagione della solidarietà internazionale e che la cooperazione d'ora in poi non sia al servizio ma ispirazione di una politica estera che deve essere sempre più una politica fatta di relazioni economiche solidali, di giustizia e di pace", conclude il deputato di Sel Giulio Marcon.
"La cooperazione italiana allo sviluppo attende una riforma da 27 anni. Con la legge approvata oggi alla Camera abbiamo il Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale ed una Agenzia con il compito di assicurare l'efficacia della spesa e della gestione dei nostri interventi". Cosi'' il presidente del gruppo del Pd alla Camera, Roberto Speranza, in un post sulla sua pagina Facebook. "Grazie a tutti gli operatori del settore che si impegnano ogni giorno con passione per combattere le diseguaglianze e le ingiustizie. Che il voto di oggi alla Camera - conclude Speranza- possa essere un rilancio del nostro impegno nel mondo". (DIRE)