Riforma cooperazione, Ong: "Accolte molte richieste, ora si passi al regolamento"
box ROMA - "Richieste delle Ong, del Forum del Terzo settore e della società civile accolte nel testo di riforma della Cooperazione internazionale, ora si passi al regolamento attuativo". Soddisfatte l'associazione delle Ong di cooperazione e solidarietà internazionale e Link 2007 - Cooperazione in rete per la riforma approvata alla Camera dei deputati. Dopo tre anni di lavoro, per le Ong si arriva finalmente ad una riforma "vera e positiva". "Che si tratti di una vera riforma e che siano state introdotte importanti innovazioni rispetto alla precedente legge del 1987, ventisette anni fa, nessuno può metterlo in dubbio - spiegano in una nota -. Il testo approvato ieri alla Camera dei Deputati è il risultato di un intenso e sistematico lavoro iniziato circa tre anni fa, riprendendo il cammino interrotto negli anni precedenti, che ha visto un’ampia partecipazione e approfonditi confronto fra le diverse parti".
Dalle reti delle Ong è stato assicurato il massimo impegno, spiegano le due reti nella nota, anche grazie ad un gruppo di lavoro "che ha mantenuto una costante interlocuzione con la politica e con gli atri soggetti della cooperazione internazionale. Ponendoci con un’unica voce, abbiamo presentato e motivato proposte e suggerimenti per migliorare i testi proposti, fino all’ultimo disegno di legge governativo del 24 gennaio 2014 e per tutto il suo esame in sede parlamentare". Il testo approvato dalla Camera, spiegano le organizzazioni, ha accolto diverse delle richieste presentate, come il superamento del concetto di Aps, aiuto pubblico allo sviluppo, adottando l’espressione Cooperazione pubblica allo sviluppo "mettendo fine all’ormai limitato concetto donatore-ricevente per puntare sul rapporto di cooperazione e partenariato, dall’azione per sradicare la povertà, allo sviluppo sostenibile, ai diritti umani, alla pace". Tra le richieste anche quella di dare "ampio riconoscimento ai vari soggetti della cooperazione allo sviluppo, nazionali e territoriali, pubblici e privati, non profit e profit, con le loro specificità e competenze, pur rimanendo la dimensione non profit emblematica e insostituibile per i valori che comunica". Le Ong, inoltre, hanno sempre chiesto un riferimento politico nella figura di un viceministro "con pienezza di deleghe" e di confermare il Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo "quale luogo di indirizzo politico, di programmazione con visione triennale, di coerenza delle politiche governative con le finalità della cooperazione allo sviluppo". Tra le indicazioni delle Ong, anche quella di rafforzare i poteri di indirizzo e controllo del Parlamento, definire una funzione politico-diplomatica per la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo e attribuire reale autonomia organizzativa, regolamentare, contabile, patrimoniale e di bilancio dell’Agenzia esecutiva. Infine, la richiesta di "riportare l’Italia in linea con gli impegni e gli obiettivi assunti a livello europeo e internazionale, gradualmente, ma entro un periodo certo e definito", senza dimenticare di "definire e formalizzare la partecipazione dei soggetti pubblici e privati, non profit e profit, alla definizione delle strategie, le linee di indirizzo, la programmazione, le forme di intervento, la valutazione dell’efficacia".
Richieste "sostanzialmente recepite nella legge", spiegano le organizzazioni che ora attendono il passaggio successivo affinché la riforma possa diventare realtà. "Già il testo approvato dal Senato il 25 giugno scorso aveva recepito molte delle richieste delle Ong, del Forum del Terzo Settore e della società civile - si legge nella nota -. Quello approvato dalla Camera le ha ulteriormente accolte. Non tutto è stato incorporato nel modo da noi auspicato e rimane sospeso il giudizio sull’esclusività del rapporto con la Cassa depositi e prestiti introdotta con un emendamento dell’ultimo minuto, perché necessita approfondimento. Ma il nostro giudizio complessivo sulla nuova legge, pur rimanendo un testo mediato tra differenti posizioni politiche, è certamente positivo. La prossima tappa è il regolamento attuativo. Importante quanto la legge. Le Ong, con gli altri soggetti interessati, seguiranno la sua definizione nei sei mesi successivi all’entrata in vigore della legge".