Riforma dei Csv, quel “documento interno” che scatena la polemica
ROMA – Un solo centro di servizio per il volontariato per ciascuna regione o provincia autonoma (21 in totale) a cui affidare la gestione dei fondi speciali, soppressione dei comitati di gestione (Co.Ge) e istituzione di un Comitato nazionale che avrà funzioni di indirizzo e controllo sui centri e sulle risorse. È questa la “road map” per una possibile riforma dei Centri di servizio per il volontariato che agita il mondo del terzo settore per via di una fuga di notizie che ha sollevato non poche polemiche all’interno degli stessi Csv.
Ad accendere il dibattito un “documento ad uso interno” del Forum del terzo settore che, citando anche Acri e Csvnet, in otto punti individua le “Linee guida per la revisione del Dm 8 ottobre 1997” (“Modalità per la costituzione dei fondi speciali per il volontariato presso le regioni”, in pratica la norma che regola finanziamento e funzionamento dei Csv). Un documento diffuso agli inizi di settembre, durante un incontro, e fatto circolare dall’associazione per i diritti degli anziani (Ada) in una circolare interna del 2 ottobre che in poco tempo ha scatenato un dibattito sul futuro dei centri. Le linee guida, tuttavia, dice una fonte del Forum, riportano soltanto un’ipotesi di lavoro e non rappresenta un accordo tra le parti.
Il testo delle linee guida avanza una riflessione ritenuta necessaria “alla luce degli ultimi risultati economici e dello scenario che si sta immaginando con il Ddl di riforma del Terzo settore” e propone di “modificare in tempi brevi la disciplina di attuazione dell’articolo 15 della legge 11 agosto 1991, n. 266 (la legge quadro sul volontariato, ndr), al fine di rendere il sistema di gestione dei fondi speciali più semplice, efficace ed efficiente”. Modifiche che, secondo il testo, “devono riguardare in particolare i soggetti e le modalità di gestione dei fondi speciali e della necessità da un lato di ridurre il numero dei soggetti che operano in base all’attuale normativa, dall’altro di concentrare su base nazionale lo svolgimento di alcune funzioni”.
La nuova disciplina sui Csv, spiega il documento, “dovrebbe prevedere la soppressione dei Comitati di Gestione (Co.Ge), le cui funzioni saranno trasferite ad un Comitato nazionale composto, in forma paritetica, da enti e soggetti rappresentativi delle fondazioni e da enti rappresentativi delle organizzazioni di volontariato e del terzo settore (1 dal Forum, 1 dal Csvnet e 1 designato dalle reti nazionali di volontariato)”. Questione cruciale, inoltre, quella della riduzione del numero dei centri. “La nuova disciplina – si legge nelle linee guida – prevedrebbe l’istituzione di un solo centro di servizio (Csv) per ciascuna regione o provincia autonoma, cui affidare la funzione di gestione dei fondi speciali, a fronte della pluralità di Csv che oggi si riscontra in alcune di esse, talvolta anche con sovrapposizione degli ambiti territoriali di operatività”.
Un “ruolo centrale”, invece, sarà assunto, spiegano le linee guida, dal Comitato nazionale “a cui saranno attribuite funzioni di indirizzo e di controllo, che comprendono in particolare l’istituzione dei Csv, l’assegnazione delle risorse disponibili ai fondi speciali regionali o provinciali, la definizione di linee guida sulla gestione dei fondi speciali da parte dei Csv e il controllo dei Csv”. Il documento, inoltre, parla di “regole di struttura e funzionamento degli enti istituiti Csv che siano da un lato funzionali agli obiettivi del riordino normativo e dall’altro capaci di potenziare le prospettive di sviluppo dei Csv”.
La nuova normativa “dovrà riconoscere e regolare una struttura organizzativa nazionale dei Csv a cui affidare particolari ruoli e compiti nell’ambito del nuovo sistema di gestione dei fondi speciali. Tale struttura è necessaria anche al fine di assicurare il necessario coordinamento tra i Csv regionali e provinciali e così creare un vero e proprio sistema nazionale di Csv”. Le linee guida, infine, chiedono che ci siano “adeguate norme transitorie” per gestire il passaggio dal vecchio al nuovo sistema assicurando “gradualità nel cambiamento, nell’interesse del volontariato e nel rispetto degli enti istituti Csv sulla base della precedente disciplina”. (ga)