Riforma del terzo settore, il plauso delle associazioni (con qualche riserva)
ROMA – C’è chi parla di una “svolta epocale”; chi di “un testo complessivamente buono, anche se rimangono alcune zone d’ombra” e chi, infine, di “un atto di fiducia verso i giovani”. Il giorno dopo l’approvazione al Senato del ddl di riforma del Terzo settore sono tante le voci che si alzano dal mondo delle associazioni e della politica, e che esprimono soddisfazione, pur con qualche riserva. Il testo, che ha avuto il via libera ieri, disciplina sia l’impresa sociale che il servizio civile universale.
Per Pietro Barbieri portavoce Forum sulla riforma del Terzo settore è “molto buono l’articolo sull’impresa sociale ed il complesso lavoro di sistematizzazione e riordino di tutto il quadro normativo che ha caratterizzato per trent’anni il nostro mondo”. “In un testo complessivamente positivo, certamente rimangono alcune zone d’ombra e qualche dubbio – aggiunge - che però confidiamo di fugare durante la fase di redazione – auspicando tempi rapidi per il nuovo passaggio del ddl alla Camera dei Deputati –dei decreti legislativi, momento decisivo per delineare lo schema normativo effettivo in cui gli Enti di Terzo Settore dovranno operare, e nel cui iter chiediamo, come rappresentanti dei destinatari delle norme, di poter essere ancora coinvolti e ascoltati.”
La Cnesc (Conferenza nazionale enti di servizio civile) parla di “un atto di fiducia verso i giovani”. “Il testo colloca finalmente il Servizio Civile Universale nell’alveo costituzionale del diritto dovere di promuovere la pace con modalità civili e non armate e a questo riconduce gli altri riferimenti alla Costituzione, che fissa il diritto dei giovani, italiani e stranieri residenti in Italia di vivere questa esperienza, che potenzia il servizio civile all’estero in direzione anche di un servizio civile europeo, che stabilisce una governance statale dopo i conflitti e le duplicazioni causate dal decreto legislativo 77 del 2002, che apre la strada ad una sburocratizzazione e semplificazione per le organizzazioni accreditate di partecipare al Servizio Civile Universale – sottolinea l’organizzazione -. Restano incognite sia sul finanziamento (a cominciare dal 2017) che sulle concrete modalità di salvaguardare la funzione educativa e formativa con i giovani e di costruzione di un partenariato con le organizzazioni accreditate, a cominciare da quelle del Terzo Settore”. Anche Cnesc auspica, inoltre, che dopo lunghi mesi di stallo, l'iter parlamentare si concluda con la terza e definitiva lettura alla Camera e che già prima dell’estate possano iniziare i lavori per il decreti delegati.
Sulla stessa scia anche il Csvnet. “Con questa riforma i Centri di servizio diventano riferimento per il volontariato di tutto il Terzo settore”, sottolinea il presidente Stefano Tabò. Il testo, spiega, “non limita più le funzioni dei Centri di servizio alle sole organizzazioni di volontariato definite dalle legge 266 del 1991, ma afferma che i CSV sono finalizzati a fornire supporto tecnico, formativo e informativo per promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari nei diversi enti del Terzo settore. È un’evoluzione importante – sottolinea – alla quale il legislatore fa corrispondere l’altra grande novità, ovvero il ‘il principio della porta aperta’: tutte le organizzazioni del Terzo settore potranno concorrere alla conduzione dei Csv, la cui governance dovrà comunque rimanere in capo alle organizzazioni di volontariato, che devono rappresentarne la maggioranza, attraverso una gestione democratica partecipata e radicata territorialmente”.
Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà confcooperative parla di una “svolta epocale per il settore. Ora – chiede - scatti countdown per il varo definitivo perché il paese ha bisogno di nuove energie sociali. Secondo Guerini, infatti, la riforma sarà in grado di non tradire le attese “se creerà le condizioni per generare innovazione e sviluppo sociale soprattutto attraverso la possibilità di rispondere ai tanti bisogni insoddisfatti nel settore del welfare, e la creazione di nuove opportunità occupazionali, grazie alle nuove previsioni sulle imprese sociali, in particolare per i giovani». “L’allargamento dei settori per le imprese sociali, la possibilità di attrarre capitali e finanziamenti “pazienti” (con basso rendimento e a lungo termine) per nuovi servizi, la semplificazione e la chiarezza delle procedure per acquisire la qualifica sono novità importanti – continua Guerini – che devono trovare nei decreti legislativi gli strumenti più idonei per avviare una nuova fase. Dalla riforma – conclude - ci aspettiamo l'avvio di una stagione nuova in cui i cittadini abbiano l’opportunità per auto-organizzarsi e rispondere ai propri bisogni partecipando attivamente”.
Tanti in queste ore sono anche i commenti politici. “E’ un'altra promessa mantenuta. L'Italia sta cambiando davvero-dichiara il viceministro alle Politiche Agricole, senatore Andrea Olivero, già presidente nazionale delle Acli e portavoce del Forum del Terzo Settore - Speriamo che la Camera licenzi il testo definitivo tra fine aprile e maggio. Il Non Profit è un settore strategico fondamentale per uno sviluppo sostenibile, comunitario e partecipato, sviluppo che tutti auspicano per il nostro Paese. Il Terzo Settore ha dimostrato in tutti i momenti della sua lunga storia di saper fare la differenza, contribuendo a riconoscere le esigenze dei nostri concittadini, a immaginare progetti anche creativi e a partecipare alle conseguenti soluzioni". Secondo Edoardo Patriarca, deputato Pd e componente della Commissione Affari sociali ora “avremo un Terzo Settore più efficiente, più professionale e soprattutto riusciremo a distinguere i soggetti che davvero fanno parte di questo universo”. Si dichiara soddisfatto anche il sottosegretario di Stato presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Luigi Bobba: "il risultato raggiunto oggi è frutto di un intenso e proficuo lavoro che ha consentito di giungere ad un testo condiviso e soddisfacente che integra il testo della Camera licenziato lo scorso aprile. L'iter della Riforma è stato piuttosto articolato perché la legge Delega di riforma interviene in modo strutturale su un settore che coinvolge indicativamente 5 milioni di volontari ed oltre 300 mila organizzazioni non profit, che hanno generato - nel solo 2011 - un volume di entrate di circa 64 miliardi di euro". Non risparmia critiche, invece, il Movimento 5 stelle: “ancora una volta i voti del condannato e plurindagato, Denis Verdini, risultano determinanti per approvare gli obbrobri del governo, le solite norme fatte ad hoc per favorire gli amici del premier a danno dei cittadini e delle casse pubbliche. Grazie ai voti dei verdiniani è stato approvato l' emendamento alla norma sul Terzo settore che istituisce la Fondazione Italia Sociale, la nuova mangiatoia targata Matteo Renzi e Vincenzo Manes (suo finanziatore), ente privato che potrà utilizzare soldi pubblici in modo del tutto arbitrario per finanziare attività private e per lucrare ancora una volta sui territori e sui soggetti svantaggiati che invece dovrebbero essere sostenuti dal pubblico”, afferma il capogruppo in Senato Nunzia Catalfo.