7 agosto 2014 ore: 16:25
Non profit

Riforma terzo settore, Acli: “Passo significativo per rilanciare il paese”

Per il presidente nazionale Tassinari i temi di cui si occupa il terzo settore devono cessare di essere vissuti come soli costi per essere visti come aree di investimento per comunità più coese e reattive. Importante sarà anche avviare il confronto con il mondo del terzo settore sulla legge di stabilità
Terzo settore: no profit due puzzle che si staccano

Terzo settore: no profit due puzzle che si staccano

ROMA - “Il ddl sul terzo settore apre una strada significativa per il riconoscimento e la promozione di un mondo sempre più strategico per tenere unito e rilanciare il Paese”. Il vice presidente nazionale delle Acli e responsabile del terzo settore Stefano Tassinari commenta il disegno di legge presentato dal governo all'indomani dei dati Istat sull'entrata in recessione dell'economia italiana.

“Il futuro può apparire più sereno per tutti, se innanzitutto rendiamo il presente meno diseguale e più giusto, meno sprecone e più intelligente – continuaTassinari-. Il lavoro del disegno di legge delega sul terzo settore può portare a tutelare la specificità delle organizzazioni che ne sono protagoniste rispetto ad altri settori e a quanti vorrebbero impropriamente farne parte. Confidiamo tuttavia che si trovino le risorse necessarie a non rendere vane e stabilizzare le misure previste. Ora si apre la sfida perché i temi e i problemi dei quali si occupa il terzo settore cessino di essere vissuti come soli costi, o peggio ‘palle al piede’, e comincino ad essere vissuti come terreni di investimento per costruire comunità più coese e reattive e per rilanciare lo sviluppo in modo solido e sostenibile.

“A fianco del percorso di riforma – conclude il vice presidente Acli - sarà quindi molto importate il confronto con il mondo del terzo settore sulla legge di stabilità 2015, innanzitutto su settori come le politiche sociali, che reclamano l'assenza di un reddito di inclusione sociale contro la povertà, e il patto per la salute, laddove già oggi il lavoro di cura è uno dei pochi settori in crescita e che può essere finanziato da una sanità migliore perché più personalizzata e appropriata; piuttosto che sul lavoro, l'istruzione e la formazione, lo sport, l'agricoltura, il turismo sociale, la cultura, l'ambiente”.

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