Riforma terzo settore, "bella notizia". Ma già si pensa alla seconda fase
ROMA - Piena soddisfazione per l'approvazione della legge di riforma del terzo settore, con un testo molto più equilibrato di quello dal quale si era partiti: molti aspetti positivi e un unico grande dubbio, quello sull'istituzione della Fondazione Italia Sociale. Così il -portavoce del Forum Nazionale del Terzo Settore, Pietro Barbieri dopo l'approvazione definitiva del disegno di legge Delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale.
“Siamo molto soddisfatti -dice - di essere giunti al termine di questo lungo processo cominciato due anni fa e largamente atteso e voluto dal nostro mondo. Il testo che l’Aula della Camera ha approvato segna un risultato positivo e molto importante per le migliaia di organizzazioni, associazioni, imprese e cooperative che costituiscono il terzo settore perché ne definisce anzitutto natura, ambiti di azione, finalità e confini, consegnandoci una definizione giuridica chiara e unitaria, finora assente. Il testo licenziato è più equilibrato di quello proposto ad inizio percorso, nel quale prevaleva un forte sbilanciamento a favore degli aspetti economici, e a svantaggio della vera essenza del terzo settore: luogo e spazio di aggregazione e partecipazione per milioni di cittadini attivi e bacino di solidarietà, civismo e coesione.
Molti gli aspetti positivi: dal tentativo di superare l’innata frammentazione del terzo settore attraverso il riordino e la revisione organica delle diverse discipline esistenti in un unico Codice del terzo settore, all’istituzione di un registro nazionale unico – passaggio necessario a contribuire alla trasparenza di questo mondo -, alla revisione delle misure di agevolazione fiscale, al riordino in materia di servizio civile, alla scelta di un’unica sede di rappresentanza istituzionale come il Consiglio nazionale, purché preveda un coinvolgimento degli organismi di rappresentanza del terzo settore. Ulteriore aspetto di apprezzamento è che le politiche di governo, promozione e indirizzo siano in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
La Riforma chiarisce anche quali siano i compiti e ruoli affidati ai Centri di Servizio per il Volontariato e adotta il principio della “porta aperta” per quanto riguarda la base sociale. Bene che i CSV dovranno accreditarsi ed essere assoggettati a verifica periodica del mantenimento dei requisiti, anche sotto il profilo della qualità dei servizi dagli stessi erogati. Ben equilibrato il punto cui si è arrivati sull’impresa sociale. Rimangono i dubbi e le perplessità che già avevamo espresso sulla Fondazione Italia Sociale. Auspichiamo possano essere fugati in un secondo tempo, nella fase di definizione delle funzioni e del suo statuto. Quanto ai temi di trasparenza, monitoraggio e controllo, le funzioni di vigilanza e controllo saranno affidate al Ministero del lavoro e politiche sociali, e sono previste forme di autocontrollo positive per la valorizzazione delle reti.
Non possiamo quindi non ringraziare tutti coloro che hanno voluto e lavorato per l’attuazione di questa Riforma che indubbiamente segna un momento storico decisivo per il terzo settore, in particolare il sottosegretario on. Luigi Bobba e i due relatori di Camera e Senato, on. Donata Lenzi e sen. Stefano Lepri. Siamo però ben consapevoli che il nostro lavoro non termina oggi. I Decreti Delegati rappresenteranno il vero banco di prova per capire come in concreto il nostro mondo cambierà con questa Riforma, e in questa fase sarà decisivo il metodo con cui si lavorerà alla loro stesura. Auspichiamo che il Forum del Terzo Settore, già riconosciuto nel suo ruolo di rappresentanza in questi mesi di lavoro parlamentare, possa continuare ad essere considerato interlocutore fondamentale per un costruttivo confronto nell’interesse di tutto il terzo settore italiano.”
Patriarca: "Un giorno felice per il Paese". A pronunciare la dichiarazione finale alla discussione sul testo della legge di riforma del Terzo settore è stato il parlamentare e presidente del Centro nazionale per il volontariato, Edoardo Patriarca. Che afferma: “Una legge delega che valorizza e finalmente riconosce il valore strategico che assume oggi il terzo settore nella vita del paese: nel sociale, nello sport, nel culturale, ambientale e non da ultimo anche economico. Il testo - ha sottolineato Patriarca - ha il valore di una vera e propria riforma costituzionale”.
CsvNet: "Cresce la cultura giuridica del Paese". Stefano Tabò, presidente del Coordinamento dei Centri di servizio per il volontariato, sottolinea come “sarà ora fondamentale che la scrittura dei decreti attuativi della legge porti a coerente conseguenza quanto indicato dal testo approvato, chiarendo tutti i dubbi che questo può far sorgere: in proposito, CSVnet mette a disposizione la propria esperienza e attende di poter avere le interlocuzioni che saranno utili al legislatore”.
Detto della soddisfazione per la riforma, Tabò ricorda però la preoccupazione dei Centri di Servizio dovuta alla forte riduzione dei fondi per il loro funzionamento. Infatti, mentre la riforma prevede per i Csv un “finanziamento stabile attraverso un programma triennale”, l’accantonamento per il 2017 (su bilanci 2015) che le Fondazioni di origine bancaria devono destinare allo scopo sarà inferiore di oltre il 30% a quello per l’anno in corso. “Mentre la riforma assegna alla nostra rete un forte aumento delle attività - spiega Tabò -in questa fase, e in assenza di risorse aggiuntive, la tenuta complessiva del sistema dei Centri risulta a rischio”.
Cnesc e Anpas: "Bene la riforma, ma ora attenzione ai decreti attuativi". La Conferenza nazionale degli enti di servizio civile evidenzia come il nostro Paese, con la riforma che disciplina il Servizio Civile Universale, "porti a compimento l’ispirazione degli obiettori di coscienza al servizio militare che 'la Patria si difende anche senza armi' e contribuisce alla piena attuazione di quanto previsto nell’art. 11 e 52 della Costituzione realizzando iniziative di promozione della pace e della nonviolenza”. Come l'Anpas, però, la Cnesc ricorda che “adesso con il decreto delegato si apre la seconda fase, altrettanto importante e delicata, perché alcuni passaggi generici nel testo possano trovare una precisa cornice legislativa". Un passaggio sottolineato anche dall'Anpas, che auspica "più coinvolgimento per la discussione dei decreti delegati affinché i princìpi della legge vengano attivati e che possano chiarire e valorizzare la peculiarità del nostro modo di fare volontariato, soprattutto per quanto riguarda i servizi complessi come il soccorso”.
Legacoopsociali: “Un testo equilibrato”. “Il percorso non è stato breve, ma il testo cui si è infine giunti è certamente più equilibrato rispetto al punto di partenza”, dichiara Paola Menetti, presidente nazionale Legacoopsociali. La legge prevede tra l’altro una definizione inequivoca dell’impresa sociale come soggetto di Terzo settore. “Questo è un aspetto per noi particolarmente positivo, ed un approdo cui l’esperienza concreta della cooperazione sociale italiana ha dato un contributo sostanziale”.
Convol: "Apprezzamento, ma rimangono perplessità". La Conferenza permanente delle associazioni, federazioni e reti di volontariato esprime il proprio apprezzamento, pur senza nascondere due forti perplessità. "La prima sulla revisione dei Centri di servizio per il volontariato di cui la legge estende la platea dei beneficiari ben oltre le organizzazioni di volontariato: si teme che vengano diminuite al Volontariato le già scarse risorse che oggi ricevono. La seconda sulla Fondazione Italia Sociale, un ente di cui non si sentiva alcuna necessità e di cui la legge approvata non chiarisce compiti e finanziamenti”.
Misericordie: "Avanti con il dialogo tra governo e volontariato". “Ringraziamo il governo e il parlamento per il grande lavoro svolto in questi due anni – afferma Roberto Trucchi, presidente della Confederazione nazionale delle Misericordie d’Italia -. Siamo anche consapevoli che adesso si apre una nuova fase: la definizione dei decreti attuativi, che servirà per migliorarla ulteriormente. E proprio per l’importanza di questi ultimi, chiediamo al Governo di proseguire il dialogo con le maggiori realtà del volontariato. Propongo, in particolare, di aprire un tavolo permanente tra Governo e rappresentanti del mondo del volontariato per discutere insieme la predisposizione del decreti attuativi".
Ciessevi: "Uno tsunami, ora inizia una nuova fase". Ivan Nissoli, presidente del Ciessevi di Milano, commenta la riforma del terzo settore approvata dal Parlamento. "Sicuramente è una tappa importante" afferma e si augura che porti anche una "semplificazione degli aspetti gestionali".
“Ovviamente non nascondiamo che potrà essere un vero e proprio “tsunami” per l'intero Settore che abbiamo avvertito un po' distratto negli ultimi mesi – continua e conclude Nissoli – ma siamo sicuri che, attraverso anche la nostra consulenza, potrà viaggiare a vele spiegate in questa nuova fase e capitalizzare una propulsione di cambiamento che, seppur imponente, è foriera di ottime potenzialità. Insomma, da oggi inizia un nuovo corso.
Molto critica la Cgil: "Una riforma senz'anima". Afferma il responsabile per il terzo settore della Cgil nazionale, Stefano Cecconi: "Quella approvata è una riforma senz'anima: manca un disegno complessivo e il testo, pur avendo accolto alcune osservazioni unitarie di Cgil, Cisl e Uil che ne hanno attenuato la deriva commerciale, mantiene contraddizioni e criticità. Si arriva alla legge dopo un confronto insufficiente, ora chiediamo che se ne avvii uno serio sui decreti attuativi".
Modavi: bene, rimangono zone d’ombra. "Salutiamo con favore l’approvazione in via definitiva alla Camera del disegno di legge Delega al Governo per la riforma del Terzo Settore, dell’impresa sociale e per la disciplina del servizio civile universale. Al contempo, però, non possiamo che lamentare alcune zone d’ombra della riforma, come l’istituzione della Fondazione Italia Sociale, un ente che avrà natura giuridica privata ma per il quale è già stato stanziato un fondo iniziale di un milione di euro di soldi pubblici, e l’eccessiva ampia delega concessa al Governo". E' il commento di Maria Teresa Bellucci, presidente Nazionale del Modavi Onlus (Movimento delle Associazioni di Volontariato Italiano). "Non vorremmo che dietro il combinato disposto delle zone d'ombra e dell'ampia delega, possa celarsi il rischio di non garantire ciò di cui il Terzo Settore ha particolarmente bisogno in questo preciso momento storico, ovvero onestà, trasparenza e garanzia del bene comune".