9 luglio 2014 ore: 22:08
Non profit

Riforma terzo settore, è la volta buona: si va in Consiglio dei ministri

Dopo una giornata di attesa diventa ufficiale solo in tarda serata l'ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 10 luglio: c'è il disegno di legge delega sulla riforma del terzo settore. La riunione, prima prevista alle ore 10, è stata posticipata alle 18
Terzo settore: puzzle e pedine colorate

ROMA - Ora è ufficiale: la riforma del terzo settore è pronta per il primo e fondamentale passo del suo iter legislativo. Il Consiglio dei ministri di giovedì 10 luglio darà il primo via libera al disegno di legge delega che sarà poi lasciato all'approvazione del Parlamento e che assegnerà al governo l'onere di condurre in porto (tramite i decreti attuativi che sarà chiamato ad emanare) un intervento organico di riforma di un settore che lo attende da lungo tempo. Inizialmente prevista alle ore 10, la riunione del governo è stata poi posticipata alle ore 18.

L'ordine del giorno del Consiglio dei ministri, il numero 23 del governo Renzi, porta la "delega al governo per la riforma del Terzo settore e la disciplina del Servizio civile nazionale universale" al primo punto. Un ordine del giorno reso noto solamente a tarda sera dopo una giornata che era stata caratterizzata a lungo dall'ipotesi di un'ulteriore slittamento dell'esame della legge delega, dopo quello già verificatosi in occasione del consiglio dei ministri dello scorso 30 giugno. Stavolta però le rassicurazioni del premier Matteo Renzi - che poche ore prima aveva scritto su twitter di essere al lavoro proprio sulla riforma del terzo settore - hanno portato il risultato atteso.

In verità, il testo di legge delega - nei suoi connotati e nelle sue indicazioni legislative - era pronto già da lungo tempo mentre altrettanto non si era potuto dire con riferimento alle coperture economiche che dovevano essere individuate anche con il lavoro dei tecnici del ministero dell'Economia. L'ordine di cifra atteso è di almeno un miliardo di euro, necessari alla copertura della stabilizzazione del cinque per mille e della partenza del nuovo servizio civile universale (e proprio su quest'ultima partita si è discusso fino all'ultimo). 

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