10 novembre 2014 ore: 14:11
Non profit

Riforma terzo settore, Forum: "Troppa impresa sociale, il volontariato si sente trascurato"

Audizione in Commissione Affari sociali. Il Forum del terzo settore presenta i propri emendamenti: “Come per l’impresa sociale, anche per il volontariato serve un fondo rotativo per gli investimenti”
Volontariato: mani che si incontrano (chiedono aiutano e ricevono) - SITO NUOVO

ROMA - Nel mondo del volontariato la legge delega di riforma del terzo settore crea più di qualche perplessità e preoccupazione: ciò che si dice nelle discussioni sul territorio è che c’è molta impresa sociale e poca promozione del volontariato: facciamo attenzione, perché mentre riformiamo l’intero settore non è possibile che penalizziamo la promozione sociale che poi rappresenta quasi i tre quarti dell’intero terzo settore”. A parlare è Enzo Costa (Auser), che per conto della Consulta del volontariato del Forum del terzo settore, parla ai deputati della Commissione Affari sociali della Camera. E’ l’audizione del Forum nell’ambito dell’iter di esame del ddl delega sulla riforma del terzo settore, e la preoccupazione della minore attenzione al mondo del volontariato rispetto a quello dell’impresa sociale è uno degli argomenti più forti che risuona. Con il portavoce Pietro Barbieri, intervengono anche Maurizio Mumolo dell’Arci, Stefano Tassinari delle Acli, e si va a tutto tondo sul testo del ddl delega.

A discendere dalla considerazione portata da Costa è la richiesta di un apposito Fondo per il volontariato, parallelo a quello attualmente previsto dal ddl delega per l’impresa sociale. Un Fondo dunque dedicato agli investimenti in beni materiali e immateriali e che supporti quelle associazioni di promozione sociale o organizzazioni di volontariato che vogliano investire.

Il Forum porta un documento scritto e una serie di emendamenti già preparati che vengono consegnati ai deputati: il portavoce Barbieri spiega che il Forum chiede l’eliminazione della parola “prioritariamente” laddove si parla di distribuzione degli utili delle imprese sociali, “che devono essere interamente dedicati al conseguimento di obiettivi sociali e non devono andare a beneficio dei soci dell’impresa” e aggiunge che la qualifica di impresa sociale deve rimanere una possibilità e non diventare un obbligo. Chiede ancora di parlare di “ridefinizione” della categoria dei lavoratori svantaggiati, eliminando un termine, “razionalizzazione”, quanto mai infelice. Ed esprime contrarietà al punto che consente ad un’amministrazione pubblica di avere cariche sociali dentro le imprese. Sul cinque per mille il Forum chiede l’eliminazione del tetto di spesa.

Si discute molto del “separare il grano dal loglio”: il Forum ricorda i 4 milioni di volontari e invita, nel momento in cui si costruisce un sistema di sgravi fiscali, a non penalizzare proprio il mondo del volontariato rispetto a quello imprenditoriale. Serve un forte controllo, e il Forum chiede un’Agenzia terza, indipendente dal pubblico e dal privato. Oltre ad una definizione certa di utilità sociale, che al momento semplicemente non c’è: “Manca una perimetrazione chiara”, dice Barbieri, che renda possibile dire che una realtà è o meno meritevole di fregiarsi – ad esempio - della qualifica di associazione di volontariato. “E’ un tema aperto, e questo dovrebbe essere il cuore dell’articolo 2 della legge delega”. (ska)

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