Rifugiati accolti in casa a Bologna, una trentina i neomaggiorenni interessati
BOLOGNA - Sono una trentina i ragazzi potenzialmente interessati da Vesta, il progetto di Comune e cooperativa sociale Camelot, che dà l’opportunità di accogliere rifugiati e richiedenti asilo nelle proprie case. Come anticipato nella conferenza stampa di lancio, Vesta mira a coinvolgere principalmente neomaggiorenni. Attualmente lo Sprar minori di Bologna ha 102 posti disponibili (a cui se ne aggiungeranno altri 25, al momento in fase di approvazione): 28 di questi posti sono oggi occupati da neomaggiorenni, primo bacino potenziale per l’accoglienza in famiglia. Naturalmente, si tratta di numeri suscettibili di continue variazioni legate all’avanzamento dell’età, ma rappresenta comunque un primo, concreto, dato.
La scelta di coinvolgere, in primis, i neomaggiorenni è legata alle loro esperienze pregresse: arrivati in Italia come minori, hanno già trascorso una prima fase del percorso di integrazione in strutture territoriali monitorate. Tutti, poi, grazie alla loro giovane età, hanno imparato in tempi strettissimi l’italiano, favorendo l’inserimento in un contesto familiare.
I numeri dell’accoglienza a Bologna. Dalla sua nascita (agosto 2014) al 31 dicembre 2015 dall’hub regionale di prima accoglienza di via Mattei sono transitate 11.750 persone da oltre 40 Paesi d’origine (nella maggioranza dei casi venivano da Eritrea, Nigeria, Siria e Gambia). 9.574 gli uomini, 2.176 le donne, 6.303 persone avevano tra i 19 e i 25 anni; 3.312 tra i 26 e i 35, 253 i piccoli tra 0 e 5 anni; 230 quelli tra 6 e 14; 639 quelli tra 15 e 18.
Bolognaccoglie. Il Comune di Bologna ha reso noto anche i numeri di Bolognaccoglie, il progetto partito nel dicembre 2015 per la realizzazione di attività di volontariato rivolte ai cittadini stranieri adulti provvisoriamente ospiti delle strutture di accoglienza. Progetto che, nel suo complesso, ha come obiettivo la loro integrazione nel tessuto cittadino attraverso la conoscenza del territorio e l’acquisizione di competenze linguistiche. Sono 15 le proposte progettuali accolte (una cinquantina le associazioni coinvolte) e 45 i percorsi e i laboratori individuati per l’inserimento dei richiedenti asilo, di cui 14 formativi (attività sociali, educative e culturali), 10 artistici (attività artistiche, culturali e sportive) e 21 manuali (cura del verde pubblico e di spazi esterni urbani, manutenzione strutture, edifici, spazi interni). “Da programma – spiega Dino Cocchianella, direttore dell’Istituzione per l’inclusione sociale “don Paolo Serra Zanetti” –, nel 2016 dobbiamo chiudere 270 azioni di inserimento. A oggi siamo già al 70 per cento, con 185 richiedenti asilo inseriti, vale a dire un quarto di quelli presenti nei centri del territorio metropolitano”. (Ambra Notari)