24 marzo 2014 ore: 14:23
Immigrazione

Rifugiati, Asgi: "Serve un nuovo sistema nazionale di accoglienza"

L’Asgi contesta la decisione del governo di distribuire nel territorio nazionale gli oltre 2 mila richiedenti asilo arrivati in Italia e chiede l’approvazione delle proposte presentate in Parlamento. “Invece di rafforzare il sistema di protezione si crea una rete parallela di accoglienza meno tutelata”
Mashid Mohadjerin/Redux/Contrasto Gruppo di donne portate in uno dei centri per rifugiati in Sicilia

Foto di Mashid Mohadjerin

ROMA – L’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione contesta la decisione presa dal Ministero dell'Interno di distribuire nel territorio nazionale i 2.300 richiedenti asilo recentemente sbarcati sulle coste italiane. La circolare del 19 marzo 2014 “ben lungi dall'essere una misura straordinaria necessitata dalla saturazione dei posti di accoglienza dovuta ad arrivi massicci ed imprevedibili – sostiene l’associazione – è ancora una volta conseguenza diretta della mancata riforma di norme confuse e non coordinate tra loro e della conseguente pluriennale mancanza di un piano nazionale di accoglienza dei richiedenti asilo e di integrazione sociale dei titolari di protezione”.

Si tratta di una scelta che ricorda la cosiddetta “emergenza Nord-Africa” del 2011 ed è stata motivata dalla mancanza di copertura economica necessaria per attuare l'allargamento dei posti disponibili nel sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), avviato il 1° febbraio 2014, che avrebbe dovuto garantire fino a 20.000 posti. Il ministero precisa che si tratta di una scelta temporanea ma la distribuzione geografica dei richiedenti asilo su tutto il territorio nazionale fa pensare al contrario. Spiace anche pensare che il governo italiano abbia già rigettato le proposte di Asgi e Unhcr sull’introduzione nel d.lgs 18/2014 di recepimento della cd. “direttiva Ue sulle qualifiche” di una norma che garantisse certezza di interventi volti all'accoglienza e all'inclusione sociale dei titolari di protezione internazionale.

“Il livello di irrazionalità complessiva degli interventi delle autorità italiane giunge così a livelli veramente inauditi. Invece di assicurare l'immediata operatività dei posti di accoglienza che garantiscono standard adeguati di protezione per i richiedenti asilo e contenimento della spesa pubblica – continua l’Asgi – si costruisce l'ennesimo sistema di intervento parallelo facendo ricorso ad ospitalità alberghiere con evidente danno erariale, rallentamento dei tempi della procedura di esame delle domande di asilo ed abbassamento degli standard di tutela”.

Alla luce di queste considerazione l’Asgi chiede con fermezza lo sblocco dei fondi per il finanziamento dei programmi del sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati e il recepimento delle proposte formulate insieme all’Unhcr, attualmente in discussione alla Commissione politiche europee della Camera dei deputati, per una progressiva chiusura dei Cara e l'istituzione di un nuovo sistema nazionale di accoglienza che superi i limiti strutturali dello Sprar, primo fra tutti la disomogeneità dei programmi di accoglienza, attualmente basati su una mera adesione volontaria degli enti locali, e la mancanza di un programmazione generale pluriennale tra Stato-Regioni ed Enti Locali. Superare questi ostacoli significa garantire lo sviluppo di un sistema che da sperimentale, così come venne avviato nel 2002, possa diventare un unico ed efficiente sistema nazionale per l'accoglienza dei rifugiati.

 

 

 

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