29 ottobre 2015 ore: 10:37
Immigrazione

Rifugiati e richiedenti asilo in Italia: il 2014 anno record. E il 2015 non è da meno

Dossier Idos/Unar. Nel 2014 nel mondo sono state 615 mila le decisioni positive per il riconoscimento di una forma di protezione. Per 430.800 domande, invece, l’esito è stato negativo. Nei 6 mesi 2015 in Italia 30.535 richieste di asilo. Tasso di esiti positivi superiore alla media Ue
Unhcr. Rifugiati che scappano

ROMA - Il Dossier statistico immigrazione Idos/Unar prende in esame anche la situazione di rifugiati e richiedenti asilo nel mondo, soffermandosi su quello che definisce “il caso italiano”. Nel rapporto si legge che nel 2014, per la prima volta, il numero mondiale di migranti forzati ha raggiunto i 60 milioni (59.965.888), di cui i due terzi costituiti da sfollati interni (stimati complessivamente dal Norwegian Refugee Council pari a 38 milioni) e il restante terzo da richiedenti asilo e rifugiati (rispettivamente 1,8 e 20 milioni); tra questi ultimi sono inclusi circa 5,5 milioni (5.589.488) di rifugiati e altre persone palestinesi bisognose di protezione che, dal 1949, sono assistiti dall’agenzia Unrwa delle Nazioni Unite in Giordania, Libano, Siria, Striscia di Gaza e Cisgiordania. L’incremento annuale di migranti forzati, pari a 8 milioni di persone (+16,2%), è “da record”, soprattutto per quanto riguarda i richiedenti asilo in attesa dell’esito dell’esame (+54,3%) e i rifugiati (+22,9%).

L’Unhcr nel 2014, riferisce il Global trends 2014, ha assistito 51.359.907 persone bisognose di protezione, ovvero la gran parte dei migranti forzati, a cui si devono aggiungere 1,8 milioni di sfollati e 126.900 rifugiati aiutati nel ritorno a casa, 3,5 milioni di apolidi riconosciuti (su un totale di almeno 10 milioni de facto) e circa un milione di altre persone o gruppi di sua competenza. Nonostante un aumento del 29,4% del numero di assistiti, va sottolineato come l’agenzia delle Nazioni Unite si trovi ad affrontare una congiuntura particolarmente negativa per il numero crescente di popolazioni coinvolte e per le difficoltà di assistenza al ritorno (nel 2014 si è toccato il livello più basso di ritorni di rifugiati dell’ultimo trentennio).

Nel corso del 2014 sono state 615 mila le decisioni positive cui è corrisposto il riconoscimento finale di una forma di protezione (per 278 mila persone si è trattato dello status di rifugiato). Al contrario per 430.800 domande l’esito di primo grado o di appello è stato il diniego di qualsiasi protezione. Escludendo i palestinesi (5.094.886 rifugiati registrati sotto il mandato Unrwa e 100 mila tra rifugiati e richiedenti asilo sotto il mandato dell’Unhcr), nel 2014 la Siria è divenuta il principale paese di origine dei rifugiati (3,9 milioni, da aggiungere ai 7,6 milioni di sfollati interni), superando Afghanistan (2,6 milioni) e Somalia (1,1 milioni). Le dimensioni quantitative non solo sono aumentate per effetto del moltiplicarsi delle situazioni di crisi un po’ in tutte le aree del mondo, ma va anche sottolineato che, per mancanza di progressi nella risoluzione delle vecchie crisi, nella quasi metà dei casi si tratta di situazioni protratte da oltre 5 anni. Il 2015 non porta segnali di miglioramento: i dati provvisori confermano piuttosto l’impatto negativo dei nuovi conflitti esplosi in Africa e del peggioramento delle crisi già in corso.

A livello continentale, tra gli assistiti dall’Unhcr, con 3,9 milioni tra rifugiati, richiedenti asilo, sfollati e apolidi, l’Europa si fa carico di una quota piuttosto esigua del fenomeno globale, pari al 6,5%, anche se globalmente la variazione tra 2013 e 2014 è risultata la più consistente (+46,4%). Ancora più esigua è la quota accolta in Nord America (621mila persone, pari all’1,0% globale). Diversa è la situazione in Africa (che accoglie 18 milioni di persone bisognose di protezione), America meridionale (6,7 milioni) e soprattutto Asia (31 milioni), a conferma di come 9 persone su 10 trovino protezione nel cosiddetto “Sud del mondo”. Mentre in termini assoluti è la Turchia ad accogliere il maggior numero di rifugiati (1,6 milioni), seguita da Pakistan (1,5 milioni) e Libano (1,2 milioni), in termini relativi il primato spetta a quest’ultimo paese, con 232 rifugiati ogni 1.000 abitanti, seguito da Giordania (87 ogni 1.000) e Nauru (39 ogni 1.000).

L’Italia. Nel corso dell’ultimo decennio il flusso di richiedenti asilo in Italia ha registrato una certavariabilità, raggiungendo le 30 mila unità prima nel 2008 e poi nel 2011, per subito dimezzarsinell’anno successivo. Il 2014 è stato un anno record con 64.625 richieste, così comeun andamento record ha caratterizzato anche il primo semestre 2015 (30.535 richieste). Per quanto riguarda le provenienze, nelle prime tre posizioni della graduatoria del 2014si collocano paesi dell’Africa Subsahariana come Nigeria (10.135), Mali(9.790) e Gambia (8.575), seguiti da Pakistan (7.150), Senegal (4.675), Bangladesh (4.535), Afghanistan(3.120). Al 9° posto si colloca l’Ucraina (2.080). Nel primo semestre del 2015 la graduatoriacambia di poco, con la Nigeria sempre al 1° posto (4.830 richiedenti), seguita da Gambia(3.980), Senegal (3.105), Pakistan (2.800) e Mali (2.485). Al 6° posto si colloca l’Ucrainacon 2.400 richiedenti, unico paese di origine che nei primi 6 mesi del 2015 ha già superato il numero di richieste registrate nel 2014. Come in altri Stati membri, il numero di richiedentiasilo siriani è molto contenuto, se non in calo, con 505 richiedenti nel 2014 e 155 neiprimi 6 mesi del 2015.

Per quanto riguarda le decisioni, il tasso di esiti positivi nel 2014 è superiore alla media Ue (58,5% contro 44,7%), ma i tempi di attesa risultano particolarmente lunghi (circa 7 mesi, ha riferito il presidente della Commissione nazionale per il diritto d’asilo in un’audizione tenutasi a giugno 2015 al Comitato parlamentare Schengen), anche se l’aumento del numero di commissioni territoriali voluto dal Ministero dell’Interno dovrebbe garantire un più celere smaltimento delle pratiche. Anche il sistema dei ricorsi sembra attraversare una fase di saturazione a causa del forte aumento di richieste di asilo registrato a partire dal 2013. Infatti, se fino al 2012 la media di ricorsi era di circa 1.500 all’anno, a partire dal 2013 si è assistito ad un crollo, fino ai 55 ricorsi portati a termine nel 2014 (di cui 45 con esito positivo), per effetto dei frequenti rinvii delle udienze anche all’anno successivo.

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