Rifugiati, ecco come entrare in Ue. L’Agenzia per i diritti fondamentali sollecita gli stati
BRUXELLES - Reinsediamento dei rifugiati, ricoveri umanitari, protezione temporanea e rilascio di visti sia sotto le legislazioni nazionali che secondo Schengen. Queste sono alcune delle proposte per tutelare i migranti bisognosi di protezione internazionale lanciate dall'agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali nel suo documento "Canali legali di ingresso nell'Ue per le persone bisognose di protezione internazionale". L'agenzia ha il compito di assistere le istituzioni europee e gli Stati membri con consulenze su diritti fondamentali e il loro rispetto nell'Ue.
Il paper individua programmi di mobilità da mettere a disposizione dei familiari di persone residenti nell'Ue, come studenti, lavoratori migranti e altre categorie. Questi programmi potrebbero essere resi più accessibili per i profughi che soggiornano nei paesi terzi.
"Quest'anno più di 370 persone sono già morte cercando di trovare una vita migliore attraversando il Mediterraneo - ha indicato il direttore dell'agenzia, Morten Kjaerum -. È necessaria una serie completa di azioni differenti per ridurre la perdita di vite umane in mare e gli abusi effettuati dai trafficanti. L'Unione europea e gli Stati membri devono fare di più per garantire diverse opzioni legali facilmente accessibili e assicurare che più persone possano godere del diritto di asilo. Devono poter raggiungere l'Unione europea in modo sicuro".
Il documento delinea i vantaggi e rischi dell'ingresso legale suggerendo possibili modalità di superamento di tali pericoli e suggerisce alla Commissione europea le vie per combattere la tratta di esseri umani. "Gli Stati membri dell'Ue - si legge nel documento - dovrebbero offrire più possibilità per le persone bisognose di protezione per entrare legalmente nell'Unione europea, in modo da avere una valida alternativa al rischioso ingresso irregolare. Dove sono disponibili risorse private, dovrebbero essere utilizzate per moltiplicare le possibilità di accesso".
Ogni Stato membro dell'Ue, suggerisce l'Agenzia europea dei diritti fondamentali, dovrebbe mettere in atto un programma di reinsediamento in base alle proprie capacità e possibilità, aumentando in modo significativo il numero di rifugiati reinsediati nell'Ue.
"Le persone con bisogno di protezione internazionale - recita il paper - che compaiono alle frontiere esterne, o già di stanza nell'Unione europea, devono essere trattate seguendo la legge europea e rispettando pienamente il principio di non respingimento (principio di non-refoulement) con la proibizione dell'espulsione collettiva".
Lo scorso anno 10 Stati membri hanno registrato il 90 per cento delle domande di asilo, intorno alle 600 mila in totale, con la Germania al 34 per cento, seguita da Svezia al14 per cento, e Italia e Francia, entrambe al 10 per cento.
Secondo l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite (Unhcr), nel 2013, per la prima volta dal post Seconda guerra mondiale, c'è un numero così alto di rifugiati, richiedenti asilo, persone che migrano, da ammontare a oltre 50 milioni. L'Unhcr ha informato che sono state registrate 6 milioni di persone in più rispetto al 2012 obbligate a lasciare il proprio Paese. I Paesi dai quali arrivano maggiormente sono Afghanistan, Eritrea, Somalia, Sudan e Siria. L'Unhcr ha definito quella siriana ''la peggiore crisi umanitaria dei nostri tempi''. (Giovanni de Paola).