19 aprile 2016 ore: 11:40
Immigrazione

Rifugiati, il Papa: "Perdonate. Trattati come un peso, siete un dono"

Videomessaggio del Pontefice, inviato per la presentazione oggi a Roma del rapporto 2016 del Centro Astalli. “Siete la testimonianza di come il nostro Dio clemente e misericordioso sa trasformare il male e l'ingiustizia di cui soffrite in un bene per tutti”
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ROMA – “Ognuno di voi, rifugiati che bussate alle nostre porte ha il volto di Dio, è carne di Cristo. La vostra esperienza di dolore e di speranza ci ricorda che siamo tutti stranieri e pellegrini su questa Terra, accolti da qualcuno con generosità e senza alcun merito. Chi come voi è fuggito dalla propria terra a causa dell’oppressione, della guerra, di una natura sfigurata dall’inquinamento e dalla desertificazione, o dell’ingiusta distribuzione delle risorse del pianeta, è un fratello con cui dividere il pane, la casa, la vita. Troppe volte non vi abbiamo accolto! Perdonate la chiusura e l’indifferenza delle nostre società che temono il cambiamento di vita e di mentalità che la vostra presenza richiede”. Lo sottolinea Papa Francesco, nel videomessaggio inviato per la presentazione oggi a Roma del rapporto 2016 del Centro Astalli.

- “Trattati come un peso, un problema, un costo, siete invece un dono- aggiunge il pontefice rivolgendosi ancora ai rifugiati -. Siete la testimonianza di come il nostro Dio clemente e misericordioso sa trasformare il male e l'ingiustizia di cui soffrite in un bene per tutti. Perché ognuno di voi può essere un ponte che unisce popoli lontani, che rende possibile l’incontro tra culture e religioni diverse, una via per riscoprire la nostra comune umanità. … e mi avete accolto”.

Papa Francesco ha poi sottolineato l’importanza dell’impegno del Centro Astalli  nel segno del precetto “ero forestiero e mi avete accolto”. “Il Centro Astalli è esempio concreto e quotidiano di questa accoglienza nata dalla visione profetica del padre Pedro Arrupe – aggiunge Bergoglio -. E’ stato il suo canto del cigno, in un centro di rifugiati in Asia. Grazie a voi tutti, donne e uomini, laici e religiosi, operatori e volontari, perché mostrate nei fatti che se si cammina insieme la strada fa meno paura. Vi incoraggio a continuare – ha detto -. Trentacinque anni sono solo l’inizio di un percorso che si fa sempre più necessario, unica via per una convivenza riconciliata. Siate sempre testimoni della bellezza dell’incontro. Aiutate la nostra società ad ascoltare la voce dei rifugiati. Continuate a camminare con coraggio al loro fianco, accompagnateli e fatevi anche guidare da loro: i rifugiati conoscono le vie che portano alla pace perché conoscono l’odore acre della guerra”. 

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