22 settembre 2015 ore: 16:50
Immigrazione

Rifugiati, il Viminale: ancora "tempi biblici" per l'esame delle richieste d'asilo

Secondo il rapporto sulla protezione internazionale su 64.886 richieste presentate nel 2014 solo 36.330 hanno ricevuto una risposta. Unhcr: ora ci vogliono 6-10 mesi. Malandrino (Interno): “Stiamo aumentando le commissioni e semplificando le procedure”
Volti di immigrati, richiedenti asilo

ROMA – In un anno sono state esaminate poco più delle metà delle domande di protezione internazionale presentate in Italia: 36.330 a fronte di 64.886 richieste d’asilo. Il dato emerge dal Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2015 presentato oggi a Roma.

Secondo la legge la procedura ordinaria (D.L. 416/1989) prevede che le commissioni prefettizie, una volta ricevuta dal questore la documentazione necessaria, provvedano entro trenta giorni all’audizione del richiedente, adottando la decisione nei successivi tre giorni. Di fatto però si può attendere anche mesi, come rilevano i dati del rapporto. “C’è una debolezza delle commissioni, che porta a tempi biblici nell’esame delle domande – ha sottolineato  Angelo Malandrino, vice capo dipartimento Libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno -. Il periodo massimo di attesa deve essere di due mesi. Noi stiamo cercando di migliorare la situazione aumentando il numero delle commissioni territoriali, sono state adottate anche procedure semplificate per un esame più rapido in alcune situazioni. Continueremo a monitorare la situazione per arrivare a un accorciamento dei tempi”.

Secondo Oliviero Forti di Caritas italiana, quello dei tempi di attesa è un problema che va risolto: “Lo sforzo del governo di ampliare il numero delle commissioni non ha ancora sortito i risultati sperati – sottolinea -. Ma questo appesantisce il sistema di accoglienza, perché manca un vero e proprio turn over”. Più cauto il giudizio dell’Unhcr secondo cui un grosso cambiamento si avrà solo a fine 2015: “le nuove commissioni hanno iniziato a funzionare a marzo – spiega la portavoce Carlotta Sami -. e hanno già smaltito una parte delle richieste. Ora l’attesa è di sei, dieci mesi, ma la mole di lavoro è in forte accelerazione”. (ec)

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