3 dicembre 2014 ore: 11:38
Immigrazione

Rifugiati, in Emilia-Romagna permessi per la prima volta in calo: sono 4.198

Le donne sono il 17%. I Paesi più rappresentati sono la Nigeria e l’Eritrea. I dati 2013 contenuti nel monitoraggio regionale. Sono 725 le persone accolte in progetti Sprar, ma solo 4 su 10 ne escono per integrazione. A questi si aggiungono i migranti accolti nel 2014: sono 2.458 al 21 novembre
Rifugiati. Immigrati africani. Ragazzo con bimbo in braccio

BOLOGNA - Sono 4.198 i permessi per asilo, protezione sussidiaria, motivi umanitari, Regolamento di Dublino e richiesta di asilo registrati nelle 9 Questure dell’Emilia-Romagna al 31 dicembre 2013. Un dato in calo rispetto al 2012 di circa il 6% (278 unità): è la prima volta che accade dopo 6 anni consecutivi di crescita, anche se il dato del 2013 è più che doppio rispetto a quello del 2006. I dati sono contenuti nel Monitoraggio 2014 dei richiedenti e titolari di protezione internazionale e umanitaria realizzato nell’ambito di ‘Emilia-Romagna terra d’asilo’, in cui si ricorda che la popolazione rifugiata sul territorio è sicuramente superiore, perché vi sono persone che vivono in regione ma hanno permessi rilasciati da altre Questure (di altre regioni) o sono in attesa che la Questura rilasci loro un permesso di soggiorno. A questi dati inoltre vanno aggiunti quelli relativi ai migranti arrivati in regione nel 2014 e accolti nelle strutture temporanee sui territori: al 21 novembre sono 2.458 gli stranieri accolti, di cui 601 a Bologna.

Dal 2012 al 2013 i permessi di soggiorno ‘attivi’ presso le Questure dell’Emilia-Romagna sono calati di circa 300 unità. Un dato che, si spiega nel monitoraggio, acquista un senso se si tiene presente che, dopo le 34.515 domande di asilo presentate in Italia nel 2011, le richieste sono crollate a 15.715 nel 2012. Il calo delle presenze nel 2013 quindi può essere una conseguenza del basso numero di domande presentate l’anno prima. È logico quindi aspettarsi un nuovo aumento delle presenze a partire dal monitoraggio del 2014. Ma chi sono i titolari di questi permessi? Le donne sono una percentuale molto bassa, circa il 17%. Ma non tutte le Questure hanno fornito il dato relativo alla distinzione per sesso, quindi l’incidenza delle donne è riferita al 76% del totale. Per quanto riguarda la provenienza, il Paese più rappresentato è di gran lunga la Nigeria (628), seguita da Eritrea (290), Pakistan (218). Poi ci sono Mali, Costa d’Avorio, Afghanistan, Somalia. Anche in questo caso i dati non sono completi.

Sono 725 le persone accolte all’interno dei progetti Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) in Emilia-Romagna, erano 607 nel 2012. Il dato è più che raddoppiato rispetto al 2005. Va tenuto presente che il numero dei posti finanziati all’interno dei progetti Sprar è salito a 484 nel 2013 (+87), un aumento che rientra in un generale allargamento del sistema a livello nazionale tra il 2012 e il 2013 e che è culminmato all’inizio del 2014 con l’approvazione della nuova graduatoria dei progetti per il triennio 2014/2016 che ha portato la capacità totale del sistema a 19 mila posti. Nuova graduatoria che in regione ha portato i posti finanziati per i prossimi 3 anni a 690. Rispetto alla tipologia di permessi posseduti dai beneficiari al momento dell’ingresso nei progetti Sprar si conferma il dato del 2012: il 29% è richiedenti asilo, mentre i restanti sono già in possesso di una protezione. La Somalia è il Paese più rappresentato, seguita da Pakistan, Afghanistan e Nigeria. Le donne sono poche (12%) e i minori meno del 4% (in ragione del fatto che nel 2013 non c’erano progetti specificamente destinati ai minori non accompagnati in regione). Solo il 40% dei beneficiari esce dal progetto in seguito a ‘integrazione definitiva’. E rimane costante la percentuale di coloro che abbandonano il progetto prima della scadenza (quasi il 18%).

Nel 2013 la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale di Torino, sezione di Bologna, ha ricevuto 883 istanze. Il dato è in calo rispetto al 2012 (-24%), anno in cui c’è stato il forte impatto dell’Emergenza Nord Africa (le domande erano state 1.161). Le decisioni sono state 794, meno di un terzo di quelle del 2012: anche in questo caso va tenuto conto della situazione emergenziale del 2012 e della circolare del ministero dell’Interno del 30 ottobre 2012 che ha portato a un rapido esame di molte domande precedentemente respinte. Lo status di rifugiato è stato riconosciuto nel 10 dei casi nel 2013 (era il 6% l’anno precedente), la protezione sussidiaria nel 9% dei casi (in calo dal 13% del 2012), mentre la protezione umanitaria nel 24% (in forte calo rispetto al 38% del 2012). In totale il 43% delle decisioni della Commissione nel 2013 ha riconosciuto una forma di protezione, internazionale o umanitaria. (lp)

© Riproduzione riservata Ricevi la Newsletter gratuita Home Page Scegli il tuo abbonamento Leggi le ultime news