19 giugno 2015 ore: 11:20
Immigrazione

Rifugiati, laboratori artistici con gli ospiti dei centri d’accoglienza

Per la prima volta, cittadini e artisti entreranno nei 6 centri della città di Bologna: corsi di teatro, di pittura, di falegnameria: 3 settimane dedicate all’incontro tra migranti e italiani. Primo appuntamento, “Gli acrobati”, in scena il 20 giugno nella struttura d’accoglienza Villa Aldini per la Giornata mondiale del rifugiato
Cantieri meticci. Spettacolo

BOLOGNA - Una rassegna di 3 settimane, pronta a partire sabato 20 giugno, Giornata mondiale del rifugiato, per finire l’11 luglio in piazza Maggiore. La firma è quella di Pietro Floridia, direttore artistico di Cantieri Meticci, compagnia teatrale che unisce rifugiati, richiedenti asilo e italiani. Il debutto, sabato 20 e domenica 21 alle ore 21 a Villa Aldini, centro di prima accoglienza, con lo spettacolo ‘Gli acrobati’: sul palco, una cinquantina tra attori e musicisti. “Il titolo allude a tutte le acrobazie che i migranti sono costretti a compiere nel tentativo di sopravvivere”, spiega Floridia. L’opera è liberamente ispirata a un racconto di Nathan Englander, che narra del rocambolesco tentativo di salvarsi fingendosi acrobati da parte di un intero villaggio di ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale. “Abbiamo sovrapposto quella storia agli equilibrismi dei rifugiati”, spiega. Lo spettacolo è il frutto del laboratorio annuale inserito nei programmi Sprar che Cantieri Meticci porta avanti in collaborazione con la cooperativa Arca di Noè in due strutture d’accoglienza per migranti, quella in via Quarto di Sopra e quella in via del Lazzaretto, ma a cui partecipano anche diversi ragazzi di Villa Aldini.

Pronte a partire anche le 3 settimane del progetto pilota ‘Nessun uomo è un’isola’. Una sperimentazione che coinvolgerà anche l’Accademia di Belle Arti e il Dipartimento di Scienze dell’educazione dell’Università di Bologna. “Per la prima volta in Italia artisti e semplici cittadini entreranno nei centri d’accoglienza della città”, annuncia Floridia. 6 le strutture coinvolte: l’hub regionale di via Mattei, Casa Rivani, Casa dell’Agave, le strutture in via del Lazzaretto, via Quarto di Sopra e Villa Aldini. Si tratta del primo evento internazionale interamente dedicato alla sperimentazione delle potenzialità insite nell'incontro tra artisti, studenti, ricercatori universitari, cittadini e migranti nell'ambito di una progettualità artistica partecipata. “L’idea è quella di utilizzare l’arte come occasione di mescolamento. Un modo per superare il sospetto e cercare, in prospettiva, di trasformare i centri d’accoglienza in centri di cultura. Laboratori artistici e teatrali per generare un incontro tra gli ospiti delle strutture e i cittadini che seguono il lavoro di Cantieri Meticci. “Vogliamo valorizzare i talenti dei ragazzi, dar loro competenze adeguate. Ci saranno corsi di falegnameria e pittura, così potranno rendere più belli i luoghi in cui vivono. Prendiamo per esempio le sbarre dell’hub: sarebbero la location ideale per delle installazioni”. Obiettivo, fare entrare un po’ di bellezza in luoghi spesso molto spartani: “Guardando al futuro, ci piacerebbe renderli idonei a ospitare eventi artistici. A questo proposito, già stiamo lavorando con il Teatro Arena del Sole”.

Atto conclusivo del progetto, la parata dell’11 luglio, dal titolo ‘Lampedusa stories’: un evento itinerante che dalla Chiesa SS. Annunziata di Porta S. Mamolo, attraversando piazza Galvani, piazza Santo Stefano, piazza Verdi e il chiostro dell'Arena del Sole arriverà in piazza Maggiore sul palco del Cinema Ritrovato per il gran finale con la partecipazione di Ascanio Celestini, al termine della proiezione del film ‘Io sto con la sposa’. “Per l’occasione trasformeremo alcune biciclette in velieri: le vele diventeranno schermi dove sarà proiettato quanto filmato nei centri d’accoglienza”. Ogni piazza in cui la parata farà tappa richiamerà l’Ersilia raccontata ne ‘Le città invisibili’ di Italo Calvino’, un posto in cui per stabilire i rapporti che reggono la vita della città, gli abitanti tendono dei fili tra gli spigoli delle case: “Noi legheremo coppie formato da un italiano e un migrante: daremo vita a una ragnatela”. In ogni piazza, momenti di narrazione ‘meticcia’ che coinvolgeranno il pubblico.

“Quello che abbiamo imparato grazie a Cantieri Meticci è che l’incontro genera legami d’amicizia, di conoscenza: essere insieme con uno scopo comune è un grande progetto. Considerato tutto quello che sta succedendo, insistiamo su questo incontro. Perché se i migranti da noi sono considerati stranieri, saremo noi gli stranieri una volta che metteremo piede nelle strutture in cui vivono”. Floridia sottolinea anche l’aspetto pratico di questi incontri: “Spesso riusciamo ad arrivare dove le istituzioni non riescono. Due esempi? Nella nostra compagnia c’è un’insegnante di italiano in pensione che dà lezioni ai migranti; e c’è un informatico che tiene corsi per i ragazzi. Questi momenti, insomma, hanno anche una valenza concreta: non solo possono diminuire il sospetto, ma possono dar vita a piccoli servizi che solleverebbero da un po’ di responsabilità le istituzioni, che ormai sono al collasso”. (Ambra Notari)

 

 

 

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