21 gennaio 2014 ore: 11:20
Immigrazione

Rifugiati, nuovi posti Sprar. Asgi: non arriveranno a 16 mila

Una circolare ministeriale di dicembre indica il giorno 29 gennaio come data di presentazione dei risultati del bando annunciato a giugno. Ma si arriverà al massimo a 13 mila perchè molti progetti sono al di sotto degli standard. Nel frattempo si ricorre ai privati
Unhcr Rifugiati volti - Unhcr

MILANO – Per due anni, da febbraio 2014, il sistema d'accoglienza italiano potrà contare su almeno 13 mila nuovi posti. Dopo sette mesi d'attesa, si potrebbero sbloccare i nuovi posti del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) annunciati a giugno dal ministro Alfano. Lo prevede Gianfranco Schiavone, membro di Asgi: "Una circolare di dicembre del ministero ha annunciato per il 29 gennaio la pubblicazione della graduatoria dei progetti che hanno partecipato al bando". Molto probabilmente non si toccherà quota 16 mila nuovi posti, come ipotizzato dal Viminale: secondo Schiavone, il ministero riuscirà ad aprirne circa 13 mila, visto il numero di richieste pervenute, al di sotto delle aspettative.

I nuovi posti Sprar dovevano entrare a regime con l'inizio del 2014, ma alcuni ritardi hanno prolungato i tempi di attesa. Come coprire questo lasso di tempo? La risposta è scritta nella circolare ministeriale del 9 gennaio. Come soluzione temporanea è prevista la possibilità di ricorrere a convenzioni con strutture private ("preferibilmente non alberghiere", si legge nel documento") da al massimo 30 euro al giorno per ospite (non più di 50 per struttura) per l'accoglienza di oltre 3.200 persone. "Non sarà un'Emergenza Nord Africa bis – sottolinea Schiavone – ma una misura tampone per permettere al sistema di ridurre il numero di chi aspetta un tetto". Per l'ennesima volta il Viminale è costretto a correre ai ripari su una mancanza strutturale dell'accoglienza all'italiana, sottolinea Schiavone. "Per la prima volta però una circolare ammette la mancanza di posti strutturale nel nostro sistema d'accoglienza", sottolinea il membro di Asgi.

Dai prossimi giorni, la musica potrebbe cambiare. L'esecutivo sta premendo sull'acceleratore per discutere due direttive europee sull'accoglienza (i cui termini per il recepimento scadono a luglio 2015), che impongono al nostro Paese di mettere mano alle sue disfunzioni. "La direttiva lascia amplissima discrezionalità, quindi il buon esito dipende tutto dalle scelte prese dal Governo – specifica Schiavone – ma recepire il testo con un anno di anticipo sarebbe un segnale forte all'Europa". Questa celerità nel recepire le indicazioni della Commissione europea potrebbero segnare un cambio di passo nei rapporti tra Bruxelles e Roma, non sempre ottimi. L'Italia è spesso seduta al banco degli imputati, alla Corte di giustizia europea.

Nel giro di un mese, la Corte di Strasburgo dovrebbe esprimersi sul funzionamento dei Cara, i Centri d'accoglienza richiedenti asilo, binario parallelo allo Sprar per l'accoglienza di chi chiede asilo in Italia. Sulla sentenza finale, Schiavone non ha dubbi: "Il malfunzionamento dei Cara è strutturale, è impossibile assicurare che rispettino degli standard europei", commenta il membro del direttivo di Asgi. L'altro passaggio chiave per Asgi è la programmazione dei posti destinati all'accoglienza, almeno su base triennale. Per Schiavone, i flussi migratori non sono "ingovernabili", se solo si tenesse conto degli arrivi degli anni precedenti. Invece fino adesso l'Italia ha preferito lavorare in emergenza. (lb) 

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