18 maggio 2017 ore: 14:38
Immigrazione

Rifugiati, Parlamento Ue: "I Paesi devono accelerare la ricollocazione"

Il Parlamento ha dichiarato che i paesi Ue devono adempiere ai propri obblighi di accoglienza di richiedenti asilo provenienti dalla Grecia e dall’Italia, dando priorità ai minori non accompagnati. Finlandia e Malta sono gli unici Stati membri in linea con gli obiettivi. Tajani: "La solidarietà necessita di azioni, non solo di parole”
Migranti, rifugiato guarda il tramonto

BRUXELLES – Oggi il Parlamento europeo ha dichiarato che i paesi Ue devono adempiere ai propri obblighi di accoglienza di richiedenti asilo provenienti dalla Grecia e dall’Italia, dando la priorità ai minori non accompagnati.
Al momento Finlandia e Malta sono gli unici Stati membri in linea con gli obiettivi. In questo senso il parlamento ha sottolineato che la Commissione deve considerare l’attivazione di procedure d’infrazione e, secondo aspetto, le misure di ricollocazione devono essere prorogate fino alla riforma del sistema d’asilo “Dublino”.

- I deputati condannano dunque il comportamento degli stati membri che, nonostante abbiano concordato il trasferimento di 160 mila rifugiati dalla Grecia e dall’Italia entro settembre 2017, hanno effettivamente accettato il trasferimento di solo l’11% di quanto previsto (18,770 persone all’11 maggio).
In una risoluzione approvata con 398 voti favorevoli, 134 contrari e 41 astensioni, il Parlamento sprona i paesi Ue a onorare i loro obblighi e dare la priorità alla ricollocazione di minori senza famiglie e altri richiedenti vulnerabili. I deputati fanno notare anche che “finora è stato ricollocato solo un minore”.

Il contesto. Per cercare di arginare i flussi migratori e la crisi dei rifugiati, nell’estate del 2015 l’Ue ha adottato due decisioni di emergenza per ricollocare migliaia di rifugiati. 160 mila richiedenti asilo, con alte possibilità di ricevere lo status di rifugiati, dovranno essere ricollocati entro settembre 2017 dall’Italia e dalla Grecia verso altri Stati membri, dove saranno esaminate le loro domande di richiesta d’asilo.
In una successiva decisione approvata dal Consiglio nel settembre 2016 - alla quale il Parlamento si era opposto - gli Stati membri hanno convenuto che 54 mila dei 160 mila posti potrebbero essere utilizzati per l'ammissione di profughi siriani dalla Turchia, nell'ambito del trattato di migrazione Ue-Turchia, invece che dall'Italia o dalla Grecia.

Viste queste premesse, quest’oggi sono emerse critiche verso alcuni Stati membri per le “preferenze fortemente restrittive e discriminatorie, come la ricollocazione delle sole madri single o l’esclusione di richiedenti di specifiche nazionalità, come per gli eritrei, nonché l’applicazione di controlli di sicurezza molto estesi”.
La maggior parte dei paesi è ancora lontana dagli obiettivi. Quattro degli Stati membri stanno accettando numeri molto limitati di rifugiati, mentre due rifiutano del tutto di partecipare.
Il Parlamento ha messo in chiaro che, anche se non saranno raggiunti gli obiettivi di ricollocazione entro settembre, i paesi Ue dovranno continuare a trasferire i richiedenti idonei. Si propone inoltre di prorogare lo schema di ricollocazione finché il nuovo regolamento di Dublino verrà adottato.

Tajani: “La solidarietà necessita di azioni, non solo di parole”. "Gli Stati membri dovrebbero smettere di tergiversare in merito alla ricollocazione dei richiedenti asilo. Devono onorare gli impegni assunti in seno al Consiglio e approvati da questo Parlamento. La solidarietà necessita di azioni, non solo di parole. Invitiamo la Commissione europea a garantire il rispetto dello Stato di diritto". E’ quanto ha dichiarato il presidente Antonio Tajani a seguito della votazione odierna del Parlamento europeo sulla ricollocazione dei richiedenti asilo.
"L'Italia e la Grecia continuano a essere sottoposte a un'enorme pressione, dal momento che migliaia di migranti continuano a sbarcare sulle loro coste ogni giorno. Dei 160 mila richiedenti asilo, solo poco più del 10% è stato ricollocato. Soltanto un numero limitato di Stati membri si è fatto carico della propria quota e ciò è profondamente ingiusto – ha aggiunto - . I nostri cittadini si aspettano da noi una risposta efficace alle loro preoccupazioni. Ecco perché non possiamo limitarci a rispondere alle emergenze. L'Unione deve attuare una volta per tutte una strategia globale per gestire i flussi migratori. Dobbiamo riformare profondamente il regolamento Dublino sull'asilo e affrontare il problema alla radice investendo di più e meglio in Africa, nel quadro di una robusta diplomazia economica”.

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