17 dicembre 2014 ore: 12:45
Immigrazione

Rifugiati, sovraffollamento al Cara di Mineo. "E la prefettura non controlla"

Asgi e Borderline denunciano le criticità nel centro di accoglienza siciliano. "L'accoglienza viene disposta in maniera illegittima, e la stessa si protrae ben oltre i tempi stabiliti dalla legge"
Raffaella Maria Cosentino/Rs Mineo. Centro di prima accoglienza. (Foto 10)

Mineo. Il Centro di accoglienza per richiedenti asilo

ROMA - In Sicilia è sempre più emergenza Cara, il centro di accoglienza di Mineo che attualmente ospita circa quattromila richiedenti asilo. Sovraffollamento, tempi biblici per vedere riconosciuta la protezione internazionale e la mancanza di un servizio di informazione e orientamento legale sono solo alcune delle gravi carenze denunciate dalle associazioni. Su tutte A.s.g.i sezione Sicilia e Borderline Sicilia che portano avanti da tempo la loro battaglia in difesa dei diritti fondamentali dei richiedenti asilo. Ospitati in un centro da 1.800 posti i circa quattromila richiedenti asilo sono da oltre un anno in attesa di vedere la propria domanda esaminata dalla Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale, inoltre a nessuno dei migranti viene comunicato per iscritto il provvedimento con il quale il questore, nelle ipotesi previste dalla legge, dispone l’invio del richiedente asilo presso il Cara. Ne consegue che l'accoglienza viene disposta in maniera illegittima, e che la stessa si protrae ben oltre i tempi stabiliti dalla legge. Le medesime denunce sono state affermate dall'Asgi e Borderline sin dalla istituzione del Cara di Mineo, nel 2011, e sono state inserite anche nel rapporto “Il diritto alla protezione”, pubblicato nel giugno 2011, finanziato con Fondi comunitari ed edito dallo stesso Ministero dell'Interno che, dunque, ne era informato.

"Il perdurare di tali gravi inadempienze confermano la nostra iniziale contrarietà alla creazione del Cara di Mineo - affermano le associazioni - in quanto operazione meramente speculativa e clientelare, quanto mai lontana da un sistema di reale accoglienza e integrazione dei richiedenti asilo, che può essere perseguito solo attraverso progetti di piccole dimensioni, diffusi sul territorio, secondo uniformi criteri e direttive, e previo controllo dei requisiti degli enti di gestione e della formazione del personale".

Altrettanto grave, secondo le associazioni, è la carenza, o comunque inefficacia, dei controlli sulla gestione del Cara di Mineo, cui istituzionalmente è preposta la prefettura, "che non ha mai convocato il Consiglio Territoriale, come richiesto dalle associazioni di tutela degli immigrati, per discutere delle criticità e carenze da noi esposte". 

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