11 ottobre 2017 ore: 15:07
Salute

Rimini, arriva la pet therapy, nel reparto di Oncoematologia pediatrica

Visita a sorpresa per i piccoli pazienti di Oncoematologia pediatrica, che hanno visto arrivare Eddie e Giotto, un border collier di 3 anni e un barboncino di 6. E' partito così il progetto, che prevede 20 incontri da 50 minuti l’uno da svolgersi su 10 giornate in una stanza appositamente dedicata, per i pazienti da 3 a 16 anni

RIMINI – Arrivano gli animali, nell'Ospedale Infermi di Rimini. Stamattina l'anteprima a sorpresa, per i piccoli pazienti che stavano svolgendo le terapie presso il Day Hospital dell’Oncoematologia Pediatrica, che hanno visto arrivare Eddie, border collie di 3 anni, e Giotto, barboncino di 6 anni. Accompagnati dagli operatori cinofili della Dog Galaxy ASD, Stefano Cavina, Ramona Nannini, Annalisa Venturi Casadei e Chiara Versari, i cuccioli hanno potuto giocare e farsi coccolare dai loro nuovi amici, aiutandoli al contempo a sostenere i trattamenti, talvolta pesanti, che la malattia impone loro. 

E così, giocosamente, è partito presso il progetto di Pet Therapy, fortemente voluto dall’Istituto Oncologico Romagnolo, da Roberta Pericoli, responsabile dell’Oncoematologia Pediatrica e dalla psiconcologa Ior che segue i bambini e i loro famigliari ogni giorno nel loro percorso di cura e nei loro bisogni, Samanta Nucci. L’attività, resa possibile grazie al contributo dei donatori romagnoli e di Società Gas Rimini, prevede 20 incontri da 50 minuti l’uno da svolgersi su 10 giornate in una stanza appositamente dedicata, di modo da garantire la migliore interazione tra cuccioli, operatori e i pazienti dai 3 ai 16 anni che parteciperanno all’iniziativa. Sono una cinquantina i bimbi e adolescenti in carico al servizio, e circa 30 i nuovi casi che si presentano ogni anno. 

Fondamentale la professionalità messa in campo dalla Dog Galaxy Asd, che mette a disposizione solo animali addestrati, sottoposti preventivamente a una valutazione sanitaria e comportamentale da parte di medici veterinari esperti. L’idoneità dei quattro cuccioli, già riconosciuta a monte, viene tenuta costantemente monitorata nel corso degli interventi. Gli incontri prevedono momenti referenziali, in cui si prende l’animale come soggetto dell’attenzione senza effettivamente coinvolgerlo fisicamente; momenti osservativi nei quali l’animale è presente ma non si ha ancora un’interazione diretta con esso; e momenti di relazione diretta tra bambino e cane. 

“Attraverso il contatto con il cucciolo il paziente può rilassarsi e distogliere l’attenzione dalle terapie, affrontando meglio i suoi aspetti più dolorosi – afferma Samanta Nucci – inoltre la pet therapy aiuta a sviluppare un approccio più partecipativo e collaborativo nei confronti dei trattamenti, che in questo modo risultano più efficaci. La risposta è stata tale che uno dei nostri pazienti ha addirittura protestato quando l’abbiamo dimesso per tornare a casa: sapendo che i suoi amici a quattro zampe torneranno presto in reparto, non voleva assolutamente mancare. Il cane ha l’incredibile capacità di sviluppare un’immediata empatia con i bimbi, un’empatia che noi esseri umani non siamo in grado di stabilire”.

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