Rimini, primo giorno di scuola dei piccoli siriani accolti grazie ai cittadini
Il primo giorno di scuola di Sima
CORIANO (Rimini) - “Le maestre erano preoccupate, temevano che qualcosa potesse andare storto. Invece è andato tutto benissimo: al terzo giorno d’asilo, Sima si era già perfettamente ambientata. Fa l’orario continuato, esce alle 16 e mangia là”. Dopo poco più di un mese dal suo arrivo in Italia grazie ai corridoi umanitari, la famiglia siriana accolta a Coriano (Rimini) ha cominciato una nuova vita. Come raccontato da Redattore Sociale, lo scorso 30 gennaio A, sua moglie e i loro tre figli sono stati accolti dal nostro Paese grazie alla volontà di un centinaio di famiglie che avevo scelto di autotassarsi per dare corpo all’idea di Massimiliano e Gilda Zannoni. Max e Gilda, infatti, avevano conosciuto quella famiglia di Homs in occasione della loro permanenza in un campo profughi libanese al confine con la Siria (dove vivono anche i volontari di Operazione Colomba, il corpo nonviolento di pace della Papa Giovanni XXIII): erano diventati amici, e volevano poterli aiutare.
La nuova casa |
“Questo primo mese è andato benissimo – racconta Massimiliano Zannoni –. La famiglia ha vissuto a Casa Mondo, una casa famiglia della Giovanni XXIII, in attesa che la loro nuova abitazione si liberasse. Ci sono entrati due giorni fa: dopo 4 anni in tenda, è un’esperienza incredibile. Con il senno di poi, posso dire che la permanenza in una struttura d’accoglienza è stata provvidenziale, perché hanno avuto la possibilità di ambientarsi. Andare subito a vivere soli, forse, sarebbe stato traumatizzante. Ma ora sono pronti: oggettivamente, convivere con altri 15 profughi e diversi operatori cominciava un po’ a essere caotico”, sorride.
Il primo giorno di scuola di Sima |
Così, dopo soli 10 giorni dal loro atterraggio a Fiumicino, la piccola Sima ha cominciato a frequentare l’ultimo anno di scuola materna, mentre Abudi ha esordito in quinta elementare. Entrambi sono stati iscritti alla loro classe di riferimento: sono tra coetanei, dunque. “Dobbiamo ringraziare i dirigenti scolastici e i professori che si sono messi a disposizione. Nella classe di Abudi, poi, ci sono altri bimbi un po’ in difficoltà, ma possono contare su un bel gruppo di insegnanti di sostegno. E poi, è anche la classe di mia figlia, meglio di così. Proprio mia figlia mi ha raccontato di come tutti coccolino Abudi: lo stanno ricoprendo di regali e cioccolatini”. Abudi, racconta Max, è entusiasta: ama la scuola, ma a Homs aveva potuto frequentare solo il primo anno di scuola elementare, prima di fuggire in Libano.
La famiglia nella nuova casa |
Nel frattempo, anche mamma e papà vanno a scuola di italiano, tre giorni a settimana. Poi, nel pomeriggio, ci sono tanti volontari – tra i quali un gruppo di scout di Riccione – che offrono loro lezioni private: “Devono imparare bene l’italiano e in fretta, è fondamentale. Abbiamo anche già effettuato la preiscrizione della bambina più piccola, che a settembre comincerà l’asilo. Insomma, questa esperienza sta facendo crescere tutti: pensi che le mie figlie vogliono sempre venire qui”. ‘Qui’ è la casa rimessa a posto per l’occasione. Era già semi-arredata, ma ora è stata trasformata grazie a tante cose donate e a tante altre comprate, come la biancheria per la casa: “Abbiamo fatto una scelta di dignità: ci faceva piacere che anche loro potessero godersi il profumo delle lenzuola nuove”.
Dopo le pulizie e il trasloco, Max e Gilda non si fermano qui: “Tra maggio e giugno, quando sapranno un po’ meglio l’italiano, vorremmo organizzare una bella cena con tutte le famiglie che hanno aderito al nostro progetto e reso possibile questo sogno”. (Ambra Notari)