Rio 2016, ancora medaglie: e l'Italia fa già meglio che a Londra 2012
- ROMA – Dopo i due ori di ieri nella gara a cronometro, ancora dal ciclismo arrivano medaglie su medaglie. Sono quattro, conquistate nelle prove in linea delle rispettive categorie. Paolo Cecchetto vince l'oro nella categoria H3 dopo una gara di squadra condotta perfettamente insieme a Vittorio Podestà, Alex Zanardi chiude con l'argento la categoria H5 e Luca Mazzone la H2. Francesca Porcellato conquista il bronzo nella prova femminile di categoria H1-4.
A queste si aggiungono le due medaglie d'argento vinte nel nuoto a Federico Morlacchi, che arriva secondo nei 100 farfalla S9 e da Francesco Bettella nei 50 dorso S3.
Così l'Italia arriva a quota 31 medaglie e migliora, nel risultato complessivo, il medagliere di Londra 2012. Allora gli azzurri prtarono a casa 9 medaglie d'oro, 8 d'argento e 11 di bronzo, per un totale di 28 medaglie. A Rio - e mancano tre giorni di gare - sono 31, di cui 8 d'oro, 13 d'argento e 10 di bronzo.
ZANARDI – Arrivo in volata e Alex Zanardi è argento, costretto a cedere il titolo paralimpico nelle mani del sudafricano Ernst Van Dyk, che riesce a guidare il gruppo compatto all’ultima curva e ad accelerare rimanendo davanti a tutti. Zanardi prova a prendergli la scia e a passarlo, ma la forza delle braccia del sudafricano non glielo consentono. Per lui c’è l’argento, davanti all’olandese Jetze Plat che aveva a sua volta provato ad uscire sulla destra del rettilineo d’arrivo non riuscendo però ad inserirsi nella lotta fra i primi due. I tre chiudono con il medesimo tempo cronometrico, 1 ora, 37 minuti e 49 secondi per percorrere i 60 chilometri del percorso. Per Zanardi è la seconda medaglia a Rio dopo l’oro di ieri, e la quinta medaglia assoluta ad una Paralimpiade: in questa gara quattro anni fa era arrivato primo. "Cominciamo a dire che Van Dyk è un ottimo atleta e la sua migliore qualità è lo sprint. Dunque, oggi mi tirò giù il cappello davanti a lui: ha fatto qualcosa di grandioso e non ho niente da dire. Detto questo, in Londra, dopo che ho vinto il primo oro tutti mi dicevano: “Non importa che cosa succederà dopo, Alex, hai vinto un oro”. Dentro me di me però, mi dicevo il contrario e non volevo mollare nulla perché mi aspettavo ancora di più da me ed ero così arrabbiato e affamato di vittoria – racconta Zanardi -. Stavolta è stato lo stesso e la pressione era enorme perché sapevo che il tracciato era tutto fuorché adatto alle mie caratteristiche. Sapevo che era possibile, ma allo stesso tempo possibile e continuavo a pensare che l’oro di ieri per appena due secondi fosse soltanto un sogno, soprattutto quando stamattina mi sono svegliato tutto sudato. Ero nervosissimo e non sono stato il miglior Alex di sempre però non cerco scuse sul fatto che negli ultimi 500 metri non avevo più energie e sono tornato alla modalità “normale”. Finire secondo e vincere un’altra medaglia rende speciale l’anniversario del mio incidente».
MAZZONE – Ha guidato la gara praticamente per tutta la sua durata ma la volata finale gli è stata fatale: è comunque una bella medaglia d’argento quella che il giorno dopo l’oro nella cronometro Luca Mazzone si mette al collo nella gara in linea. L’azzurro è preceduto al traguardo dallo statunitense William Groulx (1:15:23, stesso tempo per i due), che con lui era andato in fuga fin dall’avvio di gara. Mazzone sta sempre davanti, l’americano gli resta a ruota e i due se ne vanno rispetto agli altri: dopo i primi 15 chilometri hanno oltre un minuto di vantaggio, che diventano quattro quando i chilometri percorsi sono 30. L’ultimo giro del circuito di Rio de Janeiro non regala sorprese: i due si presentano alla volata finale ancora una volta insieme, Mazzone davanti, Groulx dietro. Il sorpasso decisivo avviene poco prima del traguardo, è lo statunitense a festeggiare l’oro, per l’atleta pugliese c’è una comunque prestigiosa medaglia d’argento.
PORCELLATO - Finisce in volata anche la gara in linea di Francesca Porcellato, che vedeva in lista atlete di categoria da H1 (la disabilità più grave) a H4 (la più leggera, passando per la H2 e la H3 (che è quella dell'azzurra). Gara dominata da un gruppetto di cinque atlete che allungano già alla fine del primo giro a 15 Km e proseguono poi fin quasi al traguardo. Sono in quattro infatti a presentarsi all'ultima curva,con la tedesca Christiane Reppe che tiene la volata e taglia la linea finale in prima posizione in 1 ora, 15 minuti e 56 secondi. Dietro di lei - arriveranno a due secondi dalla vincitrice - è sfida a due fra la coreana Doyeon Lee e l'azzurra, che sul filo di lana deve accontentarsi del bronzo. Entrambe comunque sollevano il pugno al cielo in segno di vittoria. Altri tre secondi e arriva Alicia Dana, statunitense, che chiude quarta. "Non potevo chiedere di più, due medaglie in due gare - dichiara una entusiasta Porcellato a fine gara - c'è un pizzico di amarezza nel sapere che Rio 2016 finisce ma so anche che da domani inizierò a pensare a una nuova avventura". "Sono prima della H3 - nota Francesca - e se non avessero accorpato le categoria, questo bronzo sarebbe stato un oro". "Dedico questa medaglia a mio papà, che anche oggi è stato sempre con me in gara, al mio compagno Dino e a mia mamma che mi ha messo al mondo. Se sono quella che sono è grazie ai miei genitori". "In gara ho lottato molto con la americana Dana, ci siamo colpite più volte, lei ha provato anche a stringermi ma io in quel momento non vedevo nulla, ero concentrata sulla mia gara e volevo assolutamente questa medaglia".
CECCHETTO. Arriva in chiusura di pomeriggio il trionfo di Paolo Cecchetto nella gara in linea di categoria H3. L'azzurro sta sempre nel gruppo di testa lungo i 60 Km di gara: a guidare è a lungo l'altro azzurro Vittorio Podestà che all'ultimo chilometro dà tutto e di fatto tirala volata al compagno di squadra. All'ultima curva Cecchetto è in testa e mantiene la prima posizione fino al traguardo, tagliato dopo un'ora, 33 minuti e 17 secondi di gara, davanti al tedesco Maximilian Weber e al canadese Charles Moreau. Podestà chiude sesto e anche lui alza le braccia al cielo in segno di giubilo per la vittoria del compagno di squadra. Per Cecchetto, comasco, 49 anni, paraplegico dopo un incidente d'auto, è la prima vittoria a livello mondiale (aveva vinto un europeo nel 2008). Quattro anni fa a Londra, nella stessa gara che qui gli è valsa l'oro, era arrivato settimo. "E' il coronamento di una carriera, un sogno che si avvera - spiega Cecchetto a fine gara -. Sin dall’inizio abbiamo fatto la gara io e Vittorio, devo ringraziarlo. Eravamo d'accordo ceh se all'ultimo giro eravamo ancora insieme, lui che ha vinto la crono ed è uno che ha un buon passo, avrebbe tirato tutto negli ultimi due chilometri, e io gli sarei rimasto attaccato. Ai 600 metri sono uscito sfruttando la curva: non voglio peccare di presunzione, ma come affronto le curve io non le affronta nessuno. Poi il rettilineo, però, sembrava non arrivare mai... Ho vinto, è incredibile! A questo punto potrei anche alzarmi e camminare". "Dedico questo oro a mio padre e a mia padre, a tutta la mia famiglia e a chi mi è stato sempre vicino".
MORLACCHI. Quarta medaglia personale a queste Paralimpiadi per Federico Morlacchi che conquista un altro argento (il terzo per lui, oltre ad un'oro) nella gara dei 100 farfalla S9. Un arrivo a tre, con l'azzurro che viene preceduto per appena 35 centesimi di secondo dal greco Dimosthenis Michalentzakis, che fa segnare il nuovo record paralimpico con 59,27. Dietro l'azzurro, medaglia di bronzo, c'è il campione di Pechino 2008 e Londra 2012, l'ungherese Tamas Sors, che chiude la gara in 59,85. Parte subito forte Sors, ai 50 è primo davanti a Michalentzakis e Morlacchi. I quali iniziano ad alzare il ritmo e ai 25 metri Sors è ripreso. E' di fatto una volata a tre, Morlacchi passa Sors ma contemporaneamente il greco riesce a sopravanzarlo, fino a toccare per primo la piastra. E' una sorpresa, perché Michalentzakis è al primo successo e alla prima medaglia di valore della sua carriera. "E' stato molto bravo lui - dice Morlacchi a fine gara - da parte mia una stretta di mano e complimenti perchè è arrivato prima. Io ci sono andato vicino all'oro, ho dato quello che potevo: sono contento. E' stata la mia ultima gara, ora sono in vacanza". Morlacchi chiude con un oro nei 200 misti e con tre argenti nei 400 stile libero S9, nei 100 rana S8 e appunto nei 100 farfalla S9. Fra Londra (tre bronzi) e Rio ha vinto sette medaglie.
BETTELLA. Seconda medaglia per Francesco Bettella a Rio 2016: dopo l'argento nei 100 dorso S1, ne conquista un altro sulla metà distanza, i 50 dorso S1. E come nella gara precedente, il secondo posto era il massimo che poteva giungere, considerato lo strapotere nella categoria dell'ucraino Hennadii Boiko, che vince i 50 col tempo di 1:00:85, precedendo l'azzurro (1:12:49) e il connazionale Anton Kon (1:5:42). «Rispetto ai 100 ho capito subito che ero arrivato secondo. I 50 non erano proprio la mia gara perché arrivando dai 200 mi sono dovuto adattare sulla vasca secca ed era dura riconfermarmi ad alto livello, ma mi sentivo bene e ce l’ho fatta- ha dichiarato il ventisettenne padovano -. Due gare, due medaglie: meglio non poteva andare, sono 13 anni che nuoto, è il coronamento di una carriera importante. Il nuoto ha dato una grandissima dimostrazione di forza. Voglio dire ai ragazzi a casa di venire a nuotare. Non tutti potranno arrivare fin qui, ma se uno ci mette il massimo può togliersi grandi soddisfazioni».