6 agosto 2016 ore: 11:00
Disabilità

Rio 2016, i "doppi" Giochi di due atlete disabili a caccia di successi

Subito alle Olimpiadi, fra un mese alle Paralimpiadi: impegno ed emozioni doppie per le due donne capaci di qualificarsi ad entrambe le competizioni: l’australiana Tapper nel tennistavolo e l’iraniana Nemati nell’arco sulle orme dell'italiana Paola Fantato
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ROMA - Ora in gara alle Olimpiadi, fra un mese nuovamente alle Paralimpiadi. Si allunga anche quest’anno la lista degli atleti capaci di gareggiare in una stessa edizione dei Giochi sia nell’edizione olimpica sia in quella paralimpica. L’ultima della serie è una ventiseienne australiana, Melissa Tapper, che diventa la prima atleta della sua nazione a mettere a segno la doppietta: “Non riesco a credere di far parte della storia del mio Paese”, dice. “Sono entusiasta, è un risultato dovuto ad un duro lavoro: Rio sarà un’esperienza di vita, voglio fare del mio meglio alle Olimpiadi e vincere l’oro alle Paralimpiadi”.

-Melissa è una giocatrice di tennistavolo: quattro anni fa ha partecipato alle Paralimpiadi di Londra, arrivando fino alla semifinale, poi nel 2014 la prima esperienza al di là dei confini paralimpici, con i Giochi del Commonwealth. Ora la qualificazione alle Paralimpiadi di Rio ma anche alle Olimpiadi, dove sarà in gara sia nella prova individuale che in quella a squadre. La sua Olimpiade inizia subito dopo la cerimonia di apertura, con le gare eliminatorie del singolare previste per sabato 6 agosto. La gara a squadre invece partirà venerdì 12 agosto. Tapper soffre di un deficit neurale al braccio destro, ha una lesione del plesso brachiale con conseguente paralisi di Erb: non esattamente un deficit di poco conto per un’atleta di tennistavolo, data l’importanza del movimento degli arti superiori.

L’australiana entra così a far parte del ristretto club di atleti capaci di partecipare a Olimpiadi e Paralimpiadi. Il più celebre, anche per le lunghe discussioni e le polemiche che accompagnarono la sua partecipazione, è senza dubbio Oscar Pistorius, escluso dai Giochi Olimpici di Pechino 2008 ma poi ammesso a quelli di Londra 2012. O come la statunitense Maria Runyan, cieca, che corse i 1500 metri a Sidney 2000 e Atene 2004. La prima della serie fu la neozelandese Neroli Fairhall, che nel 1980 vinse le Paralimpiadi e quattro anni dopo riuscì a qualificarsi per le Olimpiadi di Los Angeles (si piazzò dopo le prime 30). Sempre nel tiro con l’arco, disciplina che evidentemente si presta alla compresenza di atleti disabili e non, è d’obbligo ricordare l’esperienza di Paola Fantato, la campionessa azzurra capace di partecipare a Olimpiadi e Paralimpiadi nella stessa edizione dei Giochi, quelli di Atlanta ’96 (fu oro alle Paralimpiadi).

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A ripetere le gesta di Fantato ci sarà, in questa edizione di Rio 2016, un’altra grande del tiro con l’arco: l’iraniana Zahra Nemati. Lei è la campionessa paralimpica in carica dopo la vittoria individuale a Londra 2012, quando divenne la prima donna iraniana della storia a vincere una medaglia d’oro ai Giochi (olimpici o paralimpici). Si appresta anche lei a partecipare alle Olimpiadi, e con un biglietto da visita niente male: il secondo posto ai campionati asiatici dell’anno scorso. Prima di gareggiare, ha avuto anche l’onore di essere la portabandiera del suo paese alla cerimonia di apertura: la delegazione olimpica di un paese come l'Iran guidata da una donna, e da una donna in carrozzina. La storia si scrive anche così.

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