13 settembre 2016 ore: 11:42
Disabilità

Rio 2016, il volto del giorno: dalla Siria con la gioia di arrivare ultimo

Il rifugiato siriano Ibrahim Al Hussein partecipa alle batterie dei 100 metri stile libero S9. In una gara da un minuto arriva oltre 20 secondi dopo gli altri ma esulta: “Ho realizzato il mio sogno”. Dramma sportivo per la staffetta Usa in pista: festeggiano mentre vengono squalificati
UNHCR/Yorgos Kyvernitis Ibrahim Al Hussein Paralimpiadi Rio 2016 Rifugiato

Ibrahim Al Hussein

ROMA – Dramma sportivo per la staffetta degli Stati Uniti, gioia pura – al di là dell’ultimo, ultimissimo posto in vasca – per il rifugiato siriano che ha conquistato la partecipazione alla Paralimpiade. Quinto giorno di gare a Rio 2016 ed ecco alcuni dei ritratti più importanti della giornata.


E’ la serata delle stelle di sempre nella vasca del nuoto, con due “mostri sacri” del mondo paralimpico che si confermano grandi. La britannica Ellie Simmonds diventa la prima donna a scendere sotto il muro dei tre minuti sui 200 misti categoria SM6. C’è gioia anche per il volto numero uno della squadra brasiliano, Daniel Dias, che vincendo i 50 metri stile libero S5 si prende la quinta medaglia in cinque giorni (e stavolta è anche un oro), aggiornando il suo totale in carriera a venti medaglie paralimpiche.

Non sarà una stella dal punto di vista agonistico, ma è un giorno di grande gioia per Ibrahim Al Hussein, l’atleta siriano rifugiato che gareggia nella squadra indipendente. Nella prima batteria del mattino dei 100 stile libero S9 ha nuotato in 1:20:98, ad oltre 23 secondi dal vincitore e 20 in più del penultimo: quando lui arriva la regia internazionale sta già mandando in onda il replay della gara, ma per lui davvero la gioia era tutta e solo nel partecipare: “Oggi si è realizzato il mio sogno, competere alle Paralimpiadi”.

Ibrahim Al Hussein è un siriano, appassionato di nuoto fin da ragazzo, quando coi fratelli nuotava nel fiume Eufrate sotto le indicazioni del padre, allenatore in questa disciplina. La sua carriera in tornei nazionali si ferma con lo scoppio della guerra in Siria, e in particolare un giorno del 2013 quando – nel tentativo di soccorrere un amico colpito da una bomba - rimane a sua volta vittima del bombardamento, perdendo la gamba destra sotto al ginocchio. Viene operato in situazione di emergenza, rimandato a casa il giorno stesso. Iniziano mesi difficili, bloccato in casa, senza farmaci e senza prospettive. In qualche modo fugge in Turchia, poi lì viene aiutato a compiere un pericoloso viaggio in barca verso la Grecia: qui chiede e ottiene lo status di rifugiato e le cose iniziano ad andare meglio. Riprende a fare sport, gioca a basket e ricomincia a scendere in vasca. Lo assiste il Comitato paralimpico greco, che segnala la sua storia a quello internazionale. La partecipazione a Rio 2016 è un sogno, ma il sogno si è realizzato.

Nella notte dell’atletica c’è la prima medaglia di sempre di una donna indiana, Deepa Malik, che si prende l’argento nel getto del peso F53, mentre si consuma un vero e proprio dramma sportivo sulla pista della staffetta 4x100 T42-47. Gli Stati Uniti tagliano per primi il traguardo, iniziano a festeggiare compiendo un giro di pista per ringraziare e salutare il pubblico brasiliano e mentre sventolano la bandiera a stelle e strisce vengono squalificati per invasione di corsia. Ci mettono dei minuti ad avvisarli, e l’oro passa al collo della Germania, davanti a Brasile e al Giappone che si ritrova con un bronzo invece che con il quarto posto. E’ il neozelandese Liam Malone a vincere i 200 metri T43-44, nella gara che a Pechino fu di Pistorius e a Londra del brasiliano Fonteles Oliveira.

Sugli altri campi di gara, mentre prendono il via le competizioni di vela e di scherma in carrozzina, si assegnano le medaglie nella boccia, uno degli sport che vede in gara atleti con gravi disabilità: è festa Brasile nella competizione a squadre mista. Battuta la Sud Corea 5-2.

 

 

 

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