Rio 2016, la portabandiera azzurra alle Paralimpiadi è Martina Caironi
Paralimpiadi, Londra 2012. Martina Caironi
ROMA – E’ Martina Caironi la portabandiera azzurra alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016. La sprinter bergamasca sfilerà alla testa della delegazione italiana durante la cerimonia di apertura dei XV Giochi Paralimpici, in programma dal 7 al 18 settembre 2016. L’ufficializzazione è arrivata oggi durante la riunione della Giunta nazionale del Cip, il Comitato italiano paralimpico.
Caironi sarà portabandiera dopo un’escalation formidabile di risultati, iniziati fin dal debutto a Londra 2012 quando si regalò la medaglia d’oro e il record mondiale, e proseguita poi negli anni successivi in un continuo gioco contro se stessa, a suon di medaglie e di primati mondiali abbassati. Caironi è oggi l’unica donna amputata ad una gamba ad essere riuscita ad abbattere il muro dei 15 secondi sulla distanza dei cento metri: 14’ 61 il suo tempo, conquistato in occasione dei mondiali di Doha dello scorso ottobre. Caironi ha frantumato in successione sei primati iridati, tre nei 100 metri T42, e tre sulla distanza doppia dei 200 (31’ 73 il tempo agli Open di Berlino 2015). Ha inoltre eguagliato temporaneamente la migliore prestazione mondiale del salto in lungo T42 a 4,60 metri. Merito anche della sua protesi, prodigio della sperimentazione tecnologica dei laboratori del Centro Protesi INAIL di Vigorso di Budrio: un binomio che dura fin da quando Martina iniziò ad affacciarsi allo sport dopo l’incidente in motorino che nel novembre 2007 l’ha privata della sua gamba sinistra, amputata all’altezza del femore praticando una disarticolazione del ginocchio che le consente di indossare una protesi sportiva. Caironi, 27 anni, nata ad Alzano Lombardo (Bergamo), punta ora agli Europei di Grosseto e poi ai Giochi di Rio.
“Mai come questa volta sono stato in difficoltà nella scelta – confida il presidente del Cip Luca Pancalli – perché molti atleti avrebbero meritato questo onore: ho affrontato il discorso apertamente con gli atleti, con Alex Zanardi, con Alvise De Vidi, con Federico Morlacchi, e l’imbarazzo della scelta è la testimonianza più evidente di quanto il movimento sia cresciuto. Ho scelto Martina Caironi per i suoi risultati agonistici ma soprattutto per il modo in cui Martina interpreta il suo essere atleta”. “Martina – spiega il numero uno del Cip – non ama i riflettori, è umile e sempre disponibile a portare la voce del movimento e a segnalare l’importanza dello sport ai ragazzi nelle scuole e nelle università”.
-Pancalli parla anche di “un segnale che dà speranza” alle tante donne con disabilità del paese: “Per pudore – spiega – non lo si dice spesso ma io ho un’esperienza di 35 anni in carrozzina e posso dire a ragion veduta che la vita di una ragazza disabile è molto più difficile della vita di un ragazzo disabile”. In quest’ottica l’esempio di una ragazza di 18 anni che perde una gamba per un incidente in motorino, si rimette in pista e riesce a riprendere la propria vita è importante. E gli esempi in tal senso non mancano: una di queste è Monica Contrafatto, che nel suo letto di ospedale dopo il ferimento in Afghanistan guardava Martina Caironi vincere l’oro paralimpico a Londra 2012, iniziando virtualmente un percorso che porterà anche lei a Rio, componente, come Martina, della squadra di atletica paralimpica.
“E’ una grande emozione, non me l’aspettavo: sono solo alla mia seconda Paralimpiade, non ho alle spalle una carriera grande come quella che aveva ad esempio Oscar De Pellegrin, portabandiera a Londra 2012. Sono orgogliosa, ringrazio dell’onore che avrò di essere proprio io a rappresentare l’Italia. Sono emozionata già ora, figuriamoci quando sarò allo stadio Olimpico di Rio de Janeiro con dietro tutta la squadra”. “Questa notizia è la dimostrazione di quanto la vita possa essere positiva: provo grande soddisfazione e non ci sono angoli bui o rivincite, come potrebbero essere quelle nei confronti di chi causò il mio incidente”.
A presentare la portabandiera azzurra anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti: “Un onore per me consegnare virtualmente la bandiera a Martina, Rio sarà una straordinaria esperienza e sono sicuro che gli atleti azzurri ci daranno tante gioie. Rio però – ha continuato - avrà un inizio e una fine, e nel momento in cui si spegneranno i riflettori sull’evento ci poniamo l’obiettivo di accendere l’attenzione della politica sul rapporto fra sport e disabilità. Dietro la bandiera che Martina porterà a Rio c’è il paese, c’è un pezzo di persone del nostro paese che meritano attenzione: l’impegno del governo sarà questo negli ambiti della vita quotidiana, dalla scuola alla sanità.