Rischia di spezzarsi il sogno dei paraciclisti evacuati da Gaza
ROMA – Dopo aver ottenuto riconoscimento globale per le coraggiose missioni di aiuto a Gaza, gli atleti del team di paraciclismo Gaza Sunbirds potrebbero essere i primi nella loro disciplina sportiva a rappresentare il loro paese alle Paralimpiadi. Lo scrivono i diretti interessati in una nota nella quale esprimono la propria speranza di far parte della squadra nazionale di Palestina, sponsorizzata dai Gaza Sunbirds. Tuttavia, malgrado gli anni di assedio affrontati e il superamento di lesioni che gli hanno cambiato la vita per sempre, oltre all'attuale attacco da parte di Israele, tutto dipende dal rilascio dei visti nei prossimi giorni. Da qui l’appello alle autorità belghe e italiane affinché non interrompano il loro sogno.
Gli atleti sono stati costretti a interrompere gli allenamenti lo scorso ottobre a causa del brutale attacco di Israele alla Striscia di Gaza. Si sono messi a disposizione delle loro comunità, distribuendo aiuti del valore di oltre 110.000 dollari – si legge ancora nella nota – rischiando le proprie vite per il diritto delle loro comunità a sopravvivere. Il fondatore e capitano, Alaa al-Dali e il membro del team Mohammed Asfour sono stati evacuati con successo insieme all’atleta Waheed Rabah la settimana scorsa. Con i tre atleti ora in Egitto, le speranze della squadra di raggiungere le Paralimpiadi, per portare con orgoglio la bandiera palestinese come parte della squadra nazionale, dipendono dalle decisioni sui visti da parte dell'Italia e del Belgio. Questi visti permetterebbero loro di competere nelle gare di qualificazione che iniziano il 2 maggio.
La negazione del diritto di competere a livello internazionale a causa del rifiuto dei visti è purtroppo un'esperienza che i Sunbirds hanno già subito. Nonostante in passato siano stati invitati a gare in Francia, Italia e Svizzera, le loro ambizioni sportive sono state ripetutamente ostacolate dai governi che temono che i membri del team non tornino a Gaza e cerchino asilo in Europa, precisa la nota. “La negazione dei visti è un modus consolidato e diffuso – scandiscono –: la Federazione Palestinese di Paraciclismo è composta da atleti che non hanno mai potuto allenarsi o gareggiare su strade più lunghe di 33 chilometri, questi sono i chilometri che conta la strada più lunga nella Striscia di Gaza assediata. I Sunbirds credono che nessuno dovrebbe essere ostacolato nel praticare lo sport che ama, indipendentemente dal suo paese di origine o provenienza”.
"Lo sport è estremamente importante per noi perché, a livello globale, è l'unico ambiente in cui la Palestina è riconosciuta ufficialmente. Quindi lo sport è davvero l’unico modo che abbiamo per portare la nostra bandiera a livello internazionale. Certo, abbiamo ambasciatori alle Nazioni Unite, ma lì non siamo considerati uno Stato. Ed oltre a questo: lo sport è il nostro principale mezzo di espressione”, afferma Karim Ali, co-fondatore e coordinatore internazionale dei Gaza Sunbirds.
La storia dei Gaza Sunbirds ha inizio nel 2018 con Alaa al-Dali, all’epoca uno dei migliori ciclisti professionisti di Palestina. Mentre partecipava a una marcia pacifica lungo il confine tra Gaza e Israele, è stato colpito da un cecchino israeliano alla gamba. Ha subito un’amputazione e, come lui stesso afferma, l’amputazione del suo sogno. L'anno successivo, Alaa riscrive il suo obiettivo personale di competere come atleta singolo, dando vita ad un progetto collettivo che utilizza lo sport per sostenere e infondere forza e speranza a coloro che hanno subito traumi simili. Riunisce 19 compagni di squadra, che avevano subito lesioni simili a causa degli attacchi israeliani, e lancia i Gaza Sunbirds con l'ambizione di rappresentare il proprio paese alle Paralimpiadi del 2024. “Vogliamo che tutti ci vedano pedalare su una gamba sola e sentano la forza che abbiamo: non siamo un peso per la nostra società. Faremo sentire la Palestina orgogliosa. Pedaliamo per la libertà”, aggiunge.
Anni di allenamento, nonostante le sfide, i continui bombardamenti e la scarsità di cibo e approvvigionamenti, si sono interrotti lo scorso ottobre a causa della guerra di Israele contro Gaza. I Gaza Sunbirds hanno impegnato le loro risorse per distribuire cibo, pasti caldi, pannolini, tende, coperte e prodotti igienici a centinaia di migliaia di persone in tutta la Striscia. I loro sforzi hanno conquistato il cuore di molti in tutto il mondo, ispirando migliaia di nuovi sostenitori, tra questi anche figure pubbliche come l’attrice britannica Francis Pugh e la cantante messicana naturalizzata statunitense Sara Ramirez. Hanno, inoltre, dato vita a un potente movimento globale dal basso, che ha visto migliaia di ciclisti e sportivi sostenere le loro due campagne di solidarietà internazionale, Athletes for Palestine e Great Ride of Return.
I Gaza Sunbirds si rivolgono alla comunità internazionale per chiedere il suo sostegno in questo importante evento sportivo internazionale, conclude la nota. Hanno attivato un crowfundig e chiedono il riconoscimento della discriminazione subita in ragione della loro provenienza geografica e si appellano allo spirito delle Paralimpiadi, il cui obiettivo ultimo è promuovere l'inclusione e la riabilitazione, in particolare per gli atleti provenienti dalle zone di guerra o che convivono con disabilità inflittagli da situazioni di conflitto. Nel mezzo dell'attuale attacco di Israele, che ha ucciso molti amici e familiari del team e ha segnato le loro vite per sempre in modi inimmaginabili, sono comunque determinati a portare con orgoglio la bandiera palestinese e realizzare il loro sogno alle Paralimpiadi di Parigi di quest'anno.