Risonanza magnetica senza rischi per bimbi grazie agli esperti del Bambino Gesù
Roma - Un protocollo per permettere ai bambini con pacemaker, con protesi metalliche e con qualsiasi altro tipo di dispositivo impiantabile di sottoporsi senza rischi alla risonanza magnetica. È stato messo a punto dal team di fisici sanitari e medici del Dipartimento di diagnostica per immagini dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesu' di Roma. Prima iniziativa di questo genere in Italia, integra le attuali disposizioni in materia che regolano l'accesso a questo esame solo per i portatori di pacemaker e defibrillatori, escludendo gli altri casi. Dal 2012 ad oggi sono 80 i piccoli pazienti con dispositivi di vario genere che hanno potuto effettuare in sicurezza la risonanza magnetica.
"Ci siamo voluti dotare di queste regole- spiega Paolo Toma', direttore del dipartimento- per dare risposta ai bisogni di cura dei bambini con impianti che, in virtu' di una legge che risale agli anni 90, in nessun caso potrebbero essere sottoposti a risonanza magnetica. Fatta eccezione per le piu' recenti linee guida dell'Istituto superiore di sanita' che allargano il campo ai pazienti con pacemaker e defibrillatori, tutto il quadro normativo in materia e' molto restrittivo perche' sviluppato in un contesto non piu' attuale. Sia le apparecchiature diagnostiche che i dispositivi impiantabili non sono piu' gli stessi di 25 anni fa: quelli di oggi aprono la strada a nuove possibilita' di diagnosi e cura".
Dopo anni di studi e ricerche, sottolinea Vittorio Cannata', responsabile della Fisica Sanitaria del Bambino Gesu', "siamo riusciti a sviluppare una procedura, certificata anche dalla Joint Commission International, che regola le modalita' per effettuare in sicurezza la risonanza magnetica sui pazienti impiantati. Siamo quindi in grado di stabilire in quali circostanze, di fronte a quale tipo di dispositivo e con quale grado di rischio eseguire o meno l'esame. Ovviamente la valutazione viene fatta caso per caso. Per l'elaborazione del nostro protocollo abbiamo preso le mosse dalle indicazioni dei costruttori dei vari dispositivi medici impiantabili che, oltre al dettaglio dei materiali utilizzati, hanno l'obbligo di identificare tutti i rischi, compresi quelli da interferenza con altre apparecchiature o tecniche diagnostiche".
La risonanza viene utilizzata in moltissimi campi della medicina (neurologico, neurochirurgico, traumatologico, oncologico, ortopedico, cardiologico, gastroenterologico) e in alcuni casi e' un vero e proprio esame salvavita. Consente, ad esempio, di acquisire informazioni fondamentali per eseguire un intervento chirurgico o per stabilire il percorso terapeutico piu' appropriato. La presenza di un dispositivo, a seconda delle caratteristiche e dei materiali di cui si compone, puo' rendere rischioso l'esame a causa dell'effetto calamita (cioe' l'attrazione che il campo magnetico generato dal macchinario esercita sui supporti metallici impiantati); dell'effetto microonde (le onde radio emesse durante la scansione possono surriscaldare l'impianto) e della possibile interferenza sul corretto funzionamento di quelli elettronici. Un impianto puo' influire anche sulla qualita' delle immagini, rendendole inutilizzabili (effetto distorsione).
"Nel 2015 al Bambino Gesu'- fanno sapere dall'ospedale pediatrico- circa 600 piccoli pazienti sono stati impiantati con i dispositivi piu' vari: cateteri, device cardiaci, pompe, stimolatori vagali, stent vascolari, protesi del cristallino e dei testicoli, impianti cocleari, drenaggi del timpano, sistemi di fissaggio ortopedici (viti e distanziatori), fili e punti di sutura permanenti. Sempre lo scorso anno, per 19 di questi bambini (provenienti anche da altre strutture e dall'estero) si e' resa necessaria la risonanza magnetica: grazie all'applicazione della nuova procedura di sicurezza- conclude- l'esame e' stato portato a termine senza alcuna complicazione". (DIRE)