RogerVoice, l’app che consente ai sordi di usare il cellulare
Oliver Jeannel
BOLOGNA - Per una persona sorda conversare al cellulare in totale privacy e senza l’aiuto di un interprete Lis può sembrare pura fantasia. Ma da quest’estate la nuova App RogerVoice, potrebbe aiutare a migliorare la vita a circa 70 milioni di sordi nel mondo.
L’applicazione permette di leggere, attraverso dei sottotitoli, la conversazione orale dando così la libertà alle persone sorde di poter parlare con i propri cari o di ricevere una telefonata di lavoro senza l’ausilio di un’interprete della lingua dei segni. Tutto questo grazie a una semplice trascrizione in tempo reale delle parole. Per ora sono ancora poche le lingue che sono state inserite all’interno del software. Ma, assicurano i creatori che entro l’estate riusciranno a lanciare la versione definitiva sul mercato permettendo così a tutti i possessori di uno smartphone di poterla scaricare. Per questo Olivier Jeannel, la mente del progetto, ha lanciato una campagna di crowdfunding “Kickstarter” per chiedere un aiuto alla rete e poter così completare la sua rivoluzionaria App.
Oliver Jeannel |
Oliver, sordo dalla nascita, ha lavorato per otto anni nel campo delle telecomuicazioni in Francia per la Telecom France. Durante il suo soggiorno in Francia oltre a lavorare si è impegnato sul tema dell’accessibilità. Una volta tornato negli Stati Uniti, ha deciso di mettersi in proprio e così con un amico ha pensato di conciliare la sua passione per il lavoro con le sue battaglie per rendere il mondo accessibile a tutti. In pochi mesi hanno messo su una bozza del progetto e hanno dato vita al primo prototipo dell’app. Per la scelta del nome da dare all’applicazione, Oliver si è ispirato a dei vecchi film di guerra americani in cui i piloti di aerei dicevano “Roger that!” che significa “ricevuto”. “Penso che questo riassuma lo spirito del nostro progetto – racconta Oliver Jeannel in un’intervista sulla nota rivista statunitense di economia e finanza Forbes –. L’obiettivo è di garantire la possibilità a tutti di poter comunicare. E poi come ha detto Mary Pat Radabaugh, che è direttore del Centro di supporto per persone con disabilità di Ibm: Per le persone senza disabilità, la tecnologia rende le cose più facili. Per le persone disabili, la tecnologia rende le cose possibili”. Per ora l’applicazione è studiata per la versione android, la squadra inizierà a lavorare su quelli iOS e windows prima dell’estate. (Dino Collazzo)