Rom e Sinti presenti in 206 comuni italiani, soprattutto al Nord. "Sì a una cabina di regia"
ROMA – Questa mattina, presso l’Aula magna dell’Istat (Istituto nazionale di statistica), un convegno scientifico dal tema “Gli strumenti di conoscenza e le sfide dell’informazione statistica per la strategia d’inclusione di Rom, Sinti e Caminanti 2012-2020”. L’incontro è stato organizzato per illustrare e mettere a confronto i risultati emersi dagli studi svolti dall’Istat, dall’Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) e dall’Anci.
“Fotografare la realtà, soprattutto per quanto riguarda la presenza in Italia di etnie Rom, Sinti e Caminanti è il primo passo fondamentale per attuare strategie concrete di inclusione e integrazione sul territorio”. Ne è convinta la presidente della Commissione immigrazione Anci Irma Melini intervenuta al convegno promosso dall’Istat, nel corso del quale è stata presentata la ricerca condotta da Anci - Cittalia sugli insediamenti Rom, Sinti e Caminanti in Italia.
“Come Anci - ha proseguito Melini – ci impegneremo sempre per sensibilizzare gli amministratori locali sul tema dell’inclusione delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti ma i Comuni hanno la necessità di avere risorse opportune per poter attuare le politiche di integrazione, soprattutto per quanto riguarda l’housing sociale, l’edilizia residenziale pubblica e le politiche del lavoro”.
La presidente della Commissione immigrazione ha focalizzato poi l’attenzione sul tema della scolarizzazione e dell’inclusione dei minori: “L’Anci è impegnata, come succede anche nel campo dell’immigrazione in generale, anche sul fronte dell’integrazione dei minori appartenenti alle comunità Rom, Sinti e Caminanti che sono numericamente più rilevanti rispetto agli adulti sul territorio italiano”.
Rispetto invece alla possibilità di costituire una Cabina di regia unica sull’integrazione delle popolazioni Rom, Sinti e Caminanti, Melini ha concluso: “Abbiamo segnalato come Anci alla presidenza del Consiglio dei Ministri, all’Unar l’importanza di una Cabina di regia unica per quelle che sono le risorse destinate all’inclusione di tali comunità, ma è importante avere gli strumenti idonei di gestione per efficaci politiche del lavoro, abitative e dell’istruzione”.
I dati. Durante il convegno, come detto, sono stati presentati i risultati scaturiti dalla ricerca di Monia Giovannetti, responsabile Studi e Ricerche di Cittalia – Fondazione Anci Ricerche, dal titolo “Gli insediamenti Rom, Cinti e Caminanti in Italia”. Un’indagine che ha censito tra maggio e novembre del 2014 gli insediamenti autorizzati e spontanei presenti lungo tutta la Penisola.
Sono stati interpellati i 738 comuni con più di 15 mila abitanti, di questi hanno risposto in 606, che corrisponde all’82%. Dalla ricerca emerge che Rom, Sinti e Caminanti sono presenti in 206 comuni, pari al 34%, con forme abitative e di concentrazione diverse da luogo a luogo. La presenza maggiore si riscontra al Nord con un 58%, seguono il Centro con il 32%, il Sud con 23% e le Isole il 24%. Gli insediamenti, in generale, sono concentrati soprattutto in 5 regioni: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio.
Più i campi sono longevi e più sono organizzati. La Lombardia è in vetta alla classifica, il 22% ha più di 20 anni e il 23,2% ha tra gli 11 e 20 anni. Nel Lazio, dei 74 insediamenti presenti nella provincia di Roma, ben 71 sono nella Capitale. Più gli insediamenti sono grandi, con più di 500 persone e più al loro interno si vengono a creare delle criticità. Sulle condizioni igieniche-sanitarie emerge che il 25,9% dei campi non è fornito di acqua corrente, il 31,3% di servizi igienici, il 48,3 di fognature, il 28,5% di energia elettrica. Per gli interventi sociali più del 50% dei campi sono coperti da attività di assistenza sociale e di scolarizzazione e mediazione scuola-famiglia, però l’accompagnamento dei minori a scuola è presente solo nel 29,8%. In alcuni insediamenti sono presenti percorsi di integrazione socio-lavorativa coprendo il 27% e sportelli socio-sanitari pari al 26,2%.