Rom, il Naga contro il Comune di Milano: "Più sgomberi e meno inclusione"
MILANO - Più sgomberi e meno inclusione sociale. L'associazione di medici volontari Naga Har boccia senza appello la gestione del Comune di Milano dei campi rom, a tre anni dall'adozione delle Linee guida rom, sinti e camminanti volute come strumento d'integrazione della comunità rom e come leva per superare i campi nomadi. Sul rapporto Nomadi per forza il Naga evidenzia come nel 2013 il numero di sgomberi è stato di 108, con 2.210 persone coinvolte (648 i minori). Nel 2014 gli sgomberi, tra gennaio e settembre, sono stati 191 ed hanno coinvolto 2.267 persone. Una media di cinque sgomberi a settimana. "Le persone sgomberate sono sempre le stesse: coloro che abitano in piccoli campi non autorizzati", spiegano i volontari dell'associazione, che stimano in 3 mila il totale dei rom di Milano. Alle spese per gli sgomberi fanno da contraltare i pochi, secondo il Naga, risultati sul piano dell'inclusione. I risultati peggiori riguardano il lavoro: a fronte di 240 mila euro investiti, i percorsi per la ricerca di un impiego hanno riguardato 127 persone, di cui 43 dicono di aver trovato un impiego da soli o con l'aiuto del Comune. Solo nove persone hanno trovato un contratto (cinque a tempo determinato, tre con una borsa lavoro e due con un contratto a tempo indeterminato). "Dunque – si legge nel rapporto Naga – le altre persone lavorano in nero". Sotto accusa per il Naga i Centri di emergenza sociale (Ces) di via Barzaghi e di via Lombroso, che in totale contano 267 posti temporanei (al massimo 200 giorni, rinnovabili ogni 40, anche se ci sono famiglie, afferma il Naga, che sono nei Ces dai più di 500 giorni). La permanenza media è di 195 giorni.
La gestione dei due centri è la principale voce di spesa del Comune di Milano, che conta sui 5,691 milioni di euro proveniente dal fondo voluto dall'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni, oggi governatore lombardo. I due Ces costano 2,092 milioni di euro, troppo per il Naga visti i risultati. L'associazione contesta "un approccio ghettizzante e di controllo" e aggiunge che "gestire la segregazione e l'esclusione è anche più costoso che promuovere l'inclusione". Il Comune investe poi 636 mila euro per la gestione ordinaria dei campi autorizzati, 56 mila dei quali per gli interventi della polizia locale e 40 mila per forme di sensibilizzazione dell'opinione pubblica finora mai utilizzati. A quanto risulta al Naga 700 rom circa abitano in 6 campi regolari (erano 7 fino a luglio 2014); altri 140 si trovano nei centri di seconda accoglienza nel Centro autonomia abitativa di via Novara e 14 in appartamento e gli altri si dividono tra mini-campi che subiscono di continuo gli sgomberi e appartamenti Aler occupati abusivamente.
Le 513 persone che hanno lasciato i Ces (505 nel 2013), 177 lo hanno fatto per conclusione del tempo di permanenza concesso o per mancanza di adesione la progetto sociale del Comune. Gli altri espulsi sono 39 per "non rispetto generale delle norme di funzionamento". In 128 hanno invece lasciato le strutture spontaneamente: uno su quattro. Altri 72 sono rientrati in Romania autonomamente (la stragrande maggioranza dei roma sgomberati è infatti romena, ndr), 137 hanno proseguito il percorso in strutture di seconda accoglienza (a cui si aggiungono tre uomini in comunità per uomini soli) e 13 in soluzioni abitative autonome, mentre in 43 sono rientrati in campi irregolari. Il restante 6% ha lasciato i Ces per motivi non specificati.
Il Naga dichiara nel rapporto che i fondi per l'inclusione scolastica sono stati 20 mila euro, ma dall'assessorato all'Istruzione smentiscono sostenendo che il fondo complessivo è stato di 100 mila euro e che il tasso di scolarizzazione nei Ces è del 90%. Al Naga invece risultano 65 minori inseriti a scuola.
Ultimo punto criticato dal Naga il Contratto di accoglienza, ossia il documento firmato dai rom una volta entrati in un Ces. Secondo l'associazione non c'è trattativa, ma un regolamento a cui i rom devono sottostare. A questo si aggiunge la discrezionalità di alcuni allontanamenti segnalati dal Naga, che insiste sulla necessità di modificare il contratto in senso più condiviso. (lb)