Rom, strategia di inclusione in ritardo. 21 luglio: "Un fallimento"
ROMA – Un “fallimento” i cui responsabili sono le autorità locali e il punto di Contatto nazionale per l’attuazione della strategia, cioè l’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, accusato di essere “inefficace”. A quattro anni dall’approvazione della Strategia nazionale per l’inclusione di rom, sinti e caminanti in Italia (presentata alla Commissione europea nel febbraio 2012), l’associazione 21 luglio fa il punto sulla sua attuazione nel rapporto sulla condizione di rom e sinti in Italia presentato oggi al Senato in occasione della Giornata internazionale dei rom e dei sinti. Severo il giudizio sullo stato di attuazione della Strategia. “L’associazione 21 luglio si dice estremamente preoccupata circa il grave ritardo accumulato sulla tabella di marcia dalla Strategia nazionale che è chiamata a portare a compimento i suoi obiettivi entro il 2020 – spiega l’associazione -. Forti responsabilità in seno alle autorità locali e l’inefficacia dell’Unar, il punto di contatto nazionale per l’attuazione della strategia che continua a non essere messo nella posizione di poter svolgere adeguatamente la propria funzione, sono tra i motivi principali del fallimento della Strategia”.
Secondo quanto si legge nel rapporto della 21 luglio, le responsabilità dell’Unar, che da poco ha anche un nuovo direttore, sono relative e imputabili al governo poiché l’ufficio nazionale “continua a non essere messo nella posizione di poter svolgere adeguatamente e proattivamente la propria funzione, a causa di scarsità di risorse umane ed economiche. In particolare, nel corso del 2015 l’Unar è stato privato delle necessarie risorse umane per poter espletare la sua funzione, compromettendo ulteriormente le potenzialità di impatto della Strategia”. Una situazione, ha aggiunto Carlo Stasolla, presidente dell’associazione 21 luglio a margine della presentazione, che potrebbe anche peggiorare. “L’Unar come punto di contatto è assolutamente inefficace e lo sarà ancora di più visto il suo depotenziamento – ha aggiunto Stasolla -. Vanno considerati i risultati. Sono passati quattro anni dalla strategia e poco o nulla è stato fatto di quello che bisognava fare e le prospettive con questo taglio del personale dell’Unar sono ancora meno incoraggianti”.
Per quanto riguarda le prospettive future di applicazione della Strategia, inoltre, anche gli indicatori disponibili, spiega la 21 luglio, non promettono nulla di buono. “Non è possibile rintracciare un chiaro referente politico per l’attuazione della Strategia – spiega il rapporto -, i fondi ad essa destinati continuano a rappresentare una frazione di quelli che vengono convogliati verso la realizzazione e il mantenimento di politiche discriminatorie”. Una situazione che per l’associazione “alimenta fondati dubbi su quale sia l’effettiva volontà politica di realizzare gli impegni presi in sede europea con l’adozione della Strategia”. Per l’associazione, però, c’è ancora un margine di intervento per poter invertire la rotta. “Il 2016 è probabilmente l’ultima vera occasione che ha il nostro Paese per recuperare il terreno perduto - spiega l’associazione -. Perché ciò avvenga è però necessario che i nuovi sindaci che saranno chiamati nei prossimi mesi ad amministrare città italiane con la maggiore presenza di rom e sinti, tra tutte Milano, Torino, Roma e Napoli, dimostrino volontà, determinazione e concretezza nell’affrontare una questione che non può più essere rimandata”. (ga)