Roma, 791 disabili gravissimi esclusi dal fondo. “Il Comune non può nulla, tocca alla Regione”
ROMA – La soluzione, per ora, non si vede. E non è certo d'aiuto l'emergenza sanitaria in corso, che impegna le teste e le casse delle principali istituzioni, prime fra tutte le Regioni. Eppure, proprio dalla Regione Lazio dovrebbe arrivare la risposta ai 791 cittadini romani con gravissima disabilità che, pur rientrando in graduatoria, hanno un punteggio interiore a 50 e quindi non si sono aggiudicati il contributo cui avrebbero diritto. Tanti, troppi esclusi: “Circa il 30% delle 2920 richieste presentate. Tra gli esclusi molti malati di Sla, che saranno costretti a licenziare la badante, assunta con il fondo erogato fino a questo momento”, denuncia Viva la vita onlus, che sta seguendo con attenzione gli sviluppi della vicenda.
Il “rimpallo” di responsabilità
All'origine del problema, naturalmente, c'è l'insufficienza delle risorse. Ma questo da chi dipende? “Si assiste a un rimpallo di responsabilità tra Comune e Regione – dichiara Mauro Pichezzi, presidente della onlus Viva la Vita – ma il danno è compiuto e non si vede, all'orizzonte, nessun impegno concreto nel tentare di porvi rimedio”.
L'Associazione ha incontrato lo scorso 21 febbraio Albino Ruberti, Capo Gabinetto del presidente Zingaretti, insieme ai rappresentanti delle Direzioni regionali di area, per denunciare questa esclusione. “Ruberti si è impegnato a studiare, entro tempi brevissimi, possibili soluzioni di contrasto a questa grave discriminazione – riferisce la onlus - verificando la possibilità di reperire altre fonti di finanziamento. Nel frattempo l'assessorato regionale alle Politiche Sociali sta riscrivendo le linee guida per rimodulare il fondo sull'intera Regione – aggiunge Viva la Vita - L'intento è quello di garantire a tutti, senza nessuna esclusione, un contributo ma di importo inferiore e soprattutto a partire dal 2021. Il problema per l'anno in corso, quindi, rimane in tutta la sua gravità”.
Per quanto riguarda il Comune di Roma, “l'assessora alle Politiche Sociali Veronica Mammì, che abbiamo incontrato lo scorso 26 febbraio, afferma che ogni responsabilità va ricondotta alla Regione per non aver stanziato fondi sufficienti – riferisce ancora Viva la vita - Ma il comune di Roma – osserva ancora la onlus - si è reso responsabile di aver sollevato il problema con eccessivo ritardo e di non aver controllato l'operato dei propri assistenti sociali nelle valutazioni, troppo spesso approssimative e inaccurate”. L'attenzione resta quindi alta: “Chiediamo di trovare una soluzione tempestiva! I disabili gravissimi – annuncia Viva la vita - sono pronti a scendere in piazza”.
“La soluzione? Deve arrivare dalla Regione”
Ma come si potrà trovare una soluzione? Lo abbiamo chiesto ad Andrea Venuto, delegato della sindaca Raggi all'accessibilità universale. “Il problema è che Roma ha una platea vastissima di aventi diritto – riferisce – e la Regione lo sa da due anni e mezzo, da quando è stata fatta una mappatura, tramite le Asl, alla fine del 2017, prima ancora che il contributo fosse attivato. Sapevamo già allora che il numero dei disabili gravissimi si aggirava intorno a 3 mila e ci aspettavamo quindi un contributo maggiore dal riparto del Fondo non autosufficienza. Occorrerebbero 24 milioni per assegnare un contributo di 700 euro a tutti gli aventi diritto! Una cifra decisamente irraggiungibile, con le risorse attualmente a disposizione del Fondo nazionale”.
Qui infatti sta l'origine di tutti i mali, nell'inadeguatezza del Fondo non autosufficienza, di cui da anni le associazioni chiedono un incremento: “Sebbene negli ultimi anni sia stato stabilizzato e lievemente incrementato, parliamo sempre di una dotazione del tutto insufficiente: 500 milioni di euro per tutta Italia! Servirebbe almeno 1 miliardo per poter rispondere effettivamente ai bisogni”, osserva Venuto.
Se le risorse non bastano, ci sarebbe però un altro modo per non escludere dal contributo nessuno degli aventi diritto: modulare l'importo di tale contributo sulla base dell'effettivo bisogno. “E' quello che la delibera regionale tuttora non prevede. Da dicembre stiamo chiedendo alla Regione di modificarla, ora si è impegnata a farlo. Siamo in attesa”.
Certo è che, se pure la delibera fosse modificata, non risolverebbe il problema quest'anno, ma entrerebbe in vigore il prossimo, evitando almeno che si ripresenti lo stesso problema. Per il momento, l'unica soluzione per i 791 disabili gravissimi esclusi dal fondo sarebbe “che la regione destinasse a Roma Capitale risorse aggiuntive, anche in considerazione della specificità di questo territorio che, per la sua popolazione, somiglia più a una regione che a un comune. E come tale dovrebbe essere trattata. Abbiamo presentato una mozione due settimane fa, chiedendo proprio un aumento di risorse. Siamo in attesa di una risposta”. Pensare a risorse aggiuntive in questo periodo di emergenza e di crisi non è certo facile, ma la condizione di estrema fragilità di chi ha una disabilità gravissima e oggi non riceve il contributo su cui finora ha fatto affidamento “richiede la massima attenzione”, conclude Venuto.