Roma, alunni rom senza scuola da tre giorni. “Subito una soluzione”
ROMA – Sono passati tre giorni, con oggi, dall’apertura delle scuole a Roma, ma non per gli alunni rom. Per oltre un migliaio di loro, residenti nei diversi campi della capitale, un primo giorno dell’anno scolastico 2015-2016 ancora non c’è stato per via dell’assenza di accompagnatori nei servizi di scuolabus. Il servizio, gestito con regolare bando fino ad agosto scorso dalle cooperative Ermes, Eureka I, dall’Arci solidarietà del Lazio e dalla Casa dei diritti sociali, è fermo: non c’è stato un nuovo bando per riaffidare o riorganizzare il servizio e ora, a scuole aperte, al Campidoglio si sta cercando di mettere una pezza per evitare una brutta battuta d’arresto per la scolarizzazione dei minori rom dei campi. “La situazione è congelata – spiega Salvo Di Maggio, presidente della cooperativa Ermes -. Abbiamo avuto un incontro con l’assessore all’Istruzione, Marco Rossi Doria, che si è dato altro tempo per risolvere la questione. Ci riceverà domani pomeriggio alle 17. Ci ha detto di essere dispiaciuto e di avere a cuore la scolarizzazione degli alunni rom, ma anche che ci sono degli impedimenti di carattere burocratico e amministrativo che non si riesce a superare per garantire questo diritto all’istruzione dei minori rom”.
Nella capitale sono circa 2.200 gli alunni rom provenienti dai diversi insediamenti iscritti a scuola. Il servizio di accompagnamento, però, non riguarda tutti. In tanti vengono accompagnati a scuola dai propri genitori, ma la distanza dei campi dagli istituti nella maggior parte dei casi rende necessario un servizio di accompagnamento assicurato da 107 operatori sociali che seguono i ragazzi non solo nel percorso che li porta a scuola con gli scuolabus, ma anche in altre attività, mentre le linee di scuolabus attive sono ben 28. “Sono molto più della metà del totale – spiega Di Maggio - gli alunni che vanno con gli scuolabus, circa 1.700 minori. In questi giorni quindi è possibile ipotizzare che per più di mille minori rom non c’è stata la possibilità di andare a scuola. A Salone non sono andati in 300, a Candoni un numero è simile, a Castel Romano il numero è superiore. Nel campo di Barbuta sono altri 200, per cui già così siamo a oltre mille”. E col passar dei giorni, la situazione peggiora, aggiunge Di Maggio. “C’è qualche bambino che per buona volontà dei genitori è stato accompagnato a scuola – racconta -, ma la stragrande maggioranza vive in insediamenti comunque lontani dal tessuto urbano. Oggi non ci sono andati ”. Per Di Maggio, inoltre, c’è stato anche uno spreco di risorse. “Il primo giorno di scuola, il 15, nei campi si sono presentati i pullman ma c’erano solo gli autisti, senza accompagnatori. Noi non abbiamo avuto mandato e non è stato dato neanche ad altri. Sono stati buttati i soldi relativi al servizio di trasporto, perché le ditte di trasporto vengono comunque pagate. I ragazzi, invece, non sono potuti salire sugli autobus perché in mancanza di accompagnatori non possono farlo”. Oltre al migliaio di alunni rom in difficoltà, ci sono poi anche gli operatori che ad oggi non sanno ancora come andrà a finire. “Dal punto di vista degli operatori, noi, come Ermes – spiega Di Maggio -, abbiamo dovuto iniziare la procedura di mobilità per tutti quelli coinvolti nel servizio. Per quanto riguarda Ermes riguarda 28 persone, per l’Arci un numero più consistente”.
Sulla questione pesa in parte la volontà di trasferire la competenza sulla materia all’assessorato alle Politiche sociali. Tuttavia, gli enti gestori avevano messo in guarda il Comune da un possibile inizio di scuola senza servizio di accompagnamento già prima dell’estate. “Potevano benissimo fare un bando per tempo – spiega Di Maggio -. Noi glielo abbiamo segnalato a giugno. Al momento hanno solo avanzato ipotesi fantasiose dicendo che il servizio potrebbe iniziare il primo di ottobre. La giustificazione che abbiamo ricevuto è che non si possono fare proroghe”. Sul capitolato della gara vinta dai quattro enti gestori, infatti, una possibilità per evitare l’interruzione del servizio c’è. “L'amministrazione – spiega Di Maggio -, nella stesura del capitolato speciale ha posto una serie di tutele, garanzie e sanzioni per inadempienze. Tra queste tutele si è preoccupata di prevedere le azioni necessarie per garantire la non determinazione di soluzioni di continuità del servizio reso. In tal senso ha previsto nell'articolo 2 del titolo l'obbligo per gli aggiudicatari di prosecuzione del servizio su richiesta della amministrazione. Ci troviamo quindi nella condizione di una chiara cornice normativa e di una precedente previsione dell'uso da parte dell'amministrazione comunale di strumenti idonei ad evitare l'interruzione”. Un bando, aggiunge Di Maggio, che inizialmente doveva essere annuale e che invece è durato solo sei mesi: da marzo ad agosto. “In realtà - chiarisce Di Maggio - questo è successo perché in quel periodo si stava parlando di trasferire la competenza della scolarizzazione alle politiche sociali, ma non si sono preoccupati di dare continuità a questo servizio”.
Un nuovo bando, però, richiederebbe circa due mesi per poter portare a termine l’iter di un nuovo affidamento o di una riorganizzazione del servizio, ma senza alcun tipo di proroga il rischio di far perdere settimane di scuola ai ragazzi rom è concreto. “I dirigenti delle scuole sono rimasti allibiti che un maestro di strada come Rossi Doria non abbia trovato una soluzione per questa situazione – spiega Di Maggio -. Noi non ci aspettavamo che nell’anno del Giubileo il sindaco Marino e l’assessore Rossi Doria potessero pensare che i bambini rom non hanno lo stesso diritto di iniziare l’anno scolastico come tutti gli altri. Poi, se non piace come svolgiamo noi il servizio, che diano pure l’incarico ad altri, ma deve essere garantito. È previsto anche sul nostro contratto che ci obbliga a non dare interruzione al servizio a semplice richiesta dell’amministrazione perché si tratta di un servizio pubblico che deve avere continuità fino a quando non c’è qualcun altro che possa subentrare. Loro si sono assunti la responsabilità di interrompere il servizio”. (ga)