26 novembre 2019 ore: 11:30
Welfare

Roma, sempre più anziani e soli. “Ecco gli equilibristi della povertà"

di Giovanni Augello
Presentato oggi al Vicariato il nuovo Rapporto sulla povertà nella capitale promosso dalla Caritas diocesana. Preoccupa il calo delle nascite e l’assottigliamento dei redditi delle famiglie. “Circa il 40% della popolazione romana ha un reddito fino a 15 mila euro”
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ROMA - Un reddito sufficiente a pagare l’affitto o il mutuo, le utenze e di che mangiare, e il rischio costante di cadere nel precipizio anche per via di imprevisti minimi. Sono gli “equilibristi della povertà” fotografati a Roma dall’ultimo rapporto della Caritas diocesana sulla povertà nella capitale presentato questa mattina presso il Vicariato. Preoccupano i trend demografici di una città con sempre meno cittadini, sempre più anziani e con un calo della nascite che durerà anche nei prossimi anni. “Li abbiamo chiamati equilibristi della povertà - spiega don Benoni Ambarus, direttore della Caritas diocesana di Roma nella presentazione del rapporto -. Sono persone che vivono sul piano inclinato del disagio senza mai riuscire a mettersi al sicuro in maniera definitiva. Sono persone che facilmente ricorrono al sostegno di finanziarie impassibili, entrano nel gorgo del sovraindebitamento, ricorrono a prestiti usurai con la speranza di riuscire a trovare una soluzione momentanea e rassegnandosi a vivere alla giornata. Sono vite appese a un filo che, inevitabilmente, accusano tutto il malessere legato al veder negata la loro dignità e accusano ripercussioni anche in termini di ansie, sindromi da stress, crollo dell’autostima”.

I dati pubblicati nel rapporto della Caritas diocesana sono stati raccolti grazie alla rete dei 157 centri d’ascolto parrocchiali, dei tre diocesani, e delle 52 Opere Segno sparse su tutto il territorio della capitale. Il primo dato che balza subito agli occhi è quello dei trend demografici e di una capitale con “sempre meno cittadini, sempre più anziani, pochi stranieri”, spiega la Caritas diocesana. A diminuire sono proprio i romani che nel 2018 fanno registrare una flessione di oltre 16,6 mila persone. “Ma, soprattutto, invecchiano - spiega la Caritas -: l’indice di vecchiaia nel 2018 era 170 over 65 ogni 100 minori under 14. Nel 2014 l’età media era di 44,7 anni, nel 2017 arriva a 45,3”. Anche l’incidenza della popolazione straniera non è quella che sembra apparire sui media: a Roma, spiega la Caritas, è del 13,4%, a fronte di quella di Milano con il 19,8%, Firenze con il 16,3%,Torino con il 15,1%. “Sono dati che fanno emergere la sovrarappresentazione del fenomeno immigrazione realizzata dai media”, spiega il rapporto.

Preoccupante “l’assottigliamento della fascia media”, così come si verifica anche nel resto d’Italia.
“Circa il 40% della popolazione romana ha un reddito fino a 15 mila euro, un altro 40% tra 15 e 35 mila. Solo il 17,5% della popolazione presenta redditi imponibili tra 35 e 100 mila euro”. Le famiglie con figli minori e reddito inferiore ai 25 mila euro, inoltre, si stima siano 125,5 mila. “Fatti i dovuti calcoli, si tratta prevalentemente di famiglie di 4 persone con circa 1700 euro netti al mese, che, se si considera un affitto o un mutuo medio a Roma, arrivano a 1000 euro al mese. Una vera e propria condizione di povertà se si pensa che l’Istat stima per questa specifica tipologia di famiglie la soglia di povertà sotto i 1.541,25 euro al mese”. È la fascia dei 30-44enni a subire un generale schiacciamento reddituale verso il basso, spiega la Caritas, sia rispetto ai 45-59 anni, che rispetto a quella sopra i 60 e over 75.

Un contesto dove essere genitori non è semplice e i numeri sulle nascite lo confermano. “Nel 2018 le nascite a Roma sono state 19.941 - spiega il rapporto -, più di un quarto in meno delle nascite del 2008. Del resto le donne candidabili alla maternità per lo più sono quelle che nel 2008 appartenevano alla classe d’età 15-24 anni e hanno subito maggiormente i contraccolpi e gli effetti devastanti della crisi sul fronte occupazionale e sociale rispetto alle coetanee dei Paesi Europei con economie più resistenti”. Un quadro che non cambierà nei prossimi anni, anzi. Secondo le stime presentate dalla Caritas, si va incontro ad un ulteriore calo delle nascite. “A Roma tra il 2006 e il 2018 si è assistito a un calo di circa un terzo dei bimbi nati da madri di 25-34 anni. L’età delle madri si va spostando sempre più verso l’alto: la percentuale delle 35-44enni è aumentata di due punti percentuali rispetto alle 25-34enni che hanno registrato un -2 punti percentuali”.

Dai dati del rapporto emerge anche una popolazione con sempre più adulti soli.
“Nel corso degli ultimi trent’anni è aumentato il numero dei celibi/nubili, diminuito il numero dei coniugati, i vedovi sono rimasti stabili, aumentati i divorziati e le divorziate - spiega la Caritas diocesana -. I matrimoni, sia civili che religiosi registrano un calo del -35% negli ultimi venti anni”. Guardando all’intera città “su 1.360.158 famiglie il 44,3% (602.695) sono nuclei formati da una sola persona”. Sommando i nuclei composti da una persona sola e quelli monogenitoriali, inoltre, si supera il 50% dei nuclei familiari. “La maggior parte delle famiglie è composta dunque o da un adulto solo (spesso anziano) o da un adulto solo con figli - spiega il rapporto -. E se questa articolazione delle famiglie romane fa pensare ad una perdita in termini di relazioni umane, è pur vero che nuove forme aggregative possono offrire supporto alle persone sole”. Una società “a relazioni umane rarefatte” è quella che emerge dal rapporto, e “c’è da chiedersi come ciò influirà sulle nuove generazioni”.

Roma, infine, sta diventando anche una città “rischiosa per le donne”.
Secondo la Caritas, nel 2017 Roma ha registrato quasi il 70% degli atti persecutori (o stalking) del Lazio e il 74,6% dei maltrattamenti familiari. “Questo vuol dire che vivere a Roma espone le donne a rischio superiore rispetto a quanto si registra nei piccoli centri - spiega la Caritas -. Comunque i maltrattamenti in famiglia sono superiori rispetto a quelli subiti da estranei. Anche i dati sulle violenze sessuali sono sconfortanti: tra il 2000 e il 2017 nel Lazio i casi di violenze sessuali sono quasi raddoppiati passando da 275 a 514. Tra il 2000 e il 2018 le donne uccise nel Lazio ammontano a 257, con una media di 14 vittime all’anno”.
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