19 marzo 2012 ore: 17:40
Salute

Roma Social Pride: "Il comune blocchi subito i bandi per le tossicodipendenze"

Protesta di 40 associzioni in corso presso il Campidoglio per chiedere un incontro con il consiglio e la giunta comunale e contestare l’operato dell’Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze (Act)
ROMA – “Il Comune di Roma blocchi subito i bandi di gara sui servizi per le tossicodipendenze: a rischio i servizi stessi e il futuro di circa 70 operatori che resteranno senza lavoro dal primo aprile”. A chiederlo a gran voce questo pomeriggio le circa 40 organizzazioni del Roma Social Pride durante una manifestazione di protesta in corso presso il Campidoglio per chiedere un incontro con il consiglio e la giunta comunale e contestare l’operato dell’Agenzia Comunale per le Tossicodipendenze (Act). A manifestare operatori, associazioni e organizzazioni come il Coordinamento nazionale delle comunità d'accoglienza (Cnca) che insieme al Parsec e alla Fondazione Villa Maraini hanno visto ridursi fino all’osso i progetti sulle tossicodipendenze gestiti  da anni a causa dell’esito di un nuovo bando di assegnazione dei servizi accolto sin dall’inizio da forti critiche da tutto il Terzo settore capitolino.

Secondo le organizzazioni del Roma Social Pride, l’esito dei bandi emanati dall’Agenzia per l’affidamento dei nuovi servizi ha ratificato una vera e propria “epurazione” delle cooperative impegnate in questo settore. “Si tratta di una decisione politica – spiega Carlo De Angelis, portavoce del Roma Social Pride – che avevamo denunciato e previsto da oltre un anno. Il risultato dei bandi è assolutamente poco credibile e inaccettabile. Disconosce il merito e la professionalità degli operatori e delle strutture di accertata esperienza, aggiudicando servizi a enti che nella maggioranza dei casi non hanno alcuna esperienza nel campo della tossicodipendenza”.

Difficile non notare il ridimensionamento dei servizi gestiti dalle diverse organizzazioni. “Il Cnca Lazio lavora sulla città di Roma sulle dipendenze da tantissimo tempo – ha affermato Stefano Regio, presidente della Cooperativa il Cammino -. Otto gruppi del Cnca Lazio gestiscono 17 servizi e progetti per un totale di 2 milioni e 300mila euro. Dal primo aprile, saranno solo100mila euro. Di diciassette progetti e servizi ne gestiremo uno. Da 65 operatori impegnati ce ne saranno 5. Se questa non è epurazione che cos’è?”. Neanche l’ipotesi di una riduzione generale delle risorse da parte del Comune, secondo Regio, regge come spiegazione. “Alcuni nostri servizi vengono chiusi non perché sono state ridotte le risorse – ha spiegato Regio -. Paradossalmente l’agenzia comunale l’anno scorso ha visto potenziato il suo budget di 500mila euro. Non si può parlare di riduzione di risorse, ma in presenza di una scelta politica. Sono organizzazioni vicine a questa amministrazione che ricevono finanziamenti a pioggia”.

Nonostante ad oggi non ci sia stato nessun passo indietro da parte dell’amministrazione comunale, un piccolo risultato da parte del Roma Social Pride è stato raggiunto. “Si tratta di bandi che apparentemente sembrano corretti, ma che in realtà non lo sono – ha spiegato Regio -. L’agenzia non ci ha fatto ancora accedere agli atti, ma possiamo parlare di quello che è successo dopo gli affidamenti. Abbiamo ricevuto una lettera dopo l’affidamento provvisorio che ci diceva che il 31 marzo avremmo dovuto andarcene. Abbiamo diffidato l’agenzia a procedere per la procedura scorretta: non rispetta la legge sugli appalti pubblici che prevede tempi diversi. Questo ci ha consentito di far tornare indietro l’agenzia che ha dovuto ammettere di aver adottato una procedura illegittima e ha prorogato di un mese. Una piccola vittoria simbolicamente importante. Questo fa aumentare i dubbi sulle porcherie che ci sono in quegli atti che ancora non abbiamo visto”. Intanto anche il Partito democratico di Roma si sta muovendo a sostengo delle realtà colpite dal bando consegnando al sindaco Alemanno la richiesta di annullamento della procedura di aggiudicazione dei servizi. Una richiesta che ha soprattutto un valore politico, poiché non vincola la giunta a sospendere i bandi e che, inoltre, potrebbe anche non aver nessun effetto. (ga)
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