9 giugno 2016 ore: 13:40
Immigrazione

Rosarno, Medu: “Cronaca di una morte annunciata"

L’associazione da tre anni porta assistenza ai migranti con una clinica mobile. Giulia Anita Bari: “Da anni denunciamo le condizioni di vita dei braccianti: bisogna superare le situazioni di isolamento con una politica di accoglienza diffusa”
Medici per i Diritti Umani (Medu). Fabbrica di San Ferdinando (RC), tra i letti e i materassi Fabbrica di San Ferdinando (RC). Tra i letti e i materassi

Fabbrica di San Ferdinando (RC), tra i letti e i materassi della fabbrica. Foto: Medici per i Diritti Umani (Medu)

ROMA – Una "morte annunciata”: per Medici per i diritti umani (Medu) quello che è accaduto ieri all’interno della tendopoli di San Ferdinando, nella piana di Gioia Tauro, era tragicamente prevedibile. L’associazione da anni lavora per assicurare assistenza sanitaria ai tanti migranti che impiegati come braccianti agricoli nella zona, e ne monitora le condizioni di vita. Ora, il giorno dopo l’uccisione di Sekine Traore, da parte di un carabiniere, chiede che venga fatta chiarezza su quanto accaduto e che, finalmente si rifletta seriamente sulla situazione all’interno dei ghetti per migranti

Fabbrica di San Ferdinando (RC), tra i letti e i materassi della fabbrica. Foto: Medici per i Diritti Umani (Medu)
Fabbrica di San Ferdinando (RC). Tra i letti e i materassi

“Insieme ai migranti che questa mattina sono scesi in piazza pacificamente, chiediamo sia chiarito quanto successo ieri– sottolinea Giulia Anita Bari, di Medu, che da tre anni che con una clinica mobile porta assistenza socio-sanitaria ai braccianti della Piana-. Purtroppo questo episodio conferma quanto da anni le associazioni e la società civile continuano a chiedere: e cioè che vengano superate le situazioni di isolamento e degrado in cui i lavoratori stranieri sono costretti a vivere”. In uno degli ultimi report, pubblicato ad aprile, l’associazione denuncia una situazione ancora “infernale” per i migranti impiegati durante la stagione agrumicola nella Piana di Gioia Tauro: nonostante l’aumento dei controlli in azienda (da parte di Prefettura e ispettorato del Lavoro), sono infatti rimaste disastrose le condizioni di vita e di lavoro dei braccianti stranieri e  sono tornate le aggressioni ai migranti impiegati in agricoltura. “Dopo otto anni, da quando cioè Medici senza Frontiere denunciava le drammatiche condizioni degli stranieri impiegati in agricoltura nel rapporto ‘Una stagione all’inferno’ troppo poco è cambiato” si legge nel report. 

Fabbrica di San Ferdinando (RC), la preparazione del pasto all'interno della fabbrica. Foto: Medici per i Diritti Umani (Medu)
Medici per i Diritti Umani Segui Fabbrica di San Ferdinando (RC)  La preparazione del pasto all'interno della fabbrica.

In tutto, nel periodo preso in esame ( metà novembre 2015- marzo 2016) sono stati circa 2.000 i lavoratori che hanno affollato la zona industriale di San Ferdinando, distribuendosi tra la tendopoli e una fabbrica abbandonata in condizioni igienico-sanitarie allarmanti. Stessa sorte per le centinaia di lavoratori che vivono nei casolari abbandonati nelle campagne dei Comuni di Rizziconi, Taurianova e Rosarno, edifici fatiscenti, privi di elettricità (nei casi più fortunati alcuni migranti dispongono di generatori a benzina), di servizi igienici e acqua. La quasi totalità dei braccianti incontrati – spiega Medu -ha trascorso la stagione vivendo in una struttura abbandonata, in una baracca o in una tenda sovraffollata nella zona industriale di San Ferdinando e dormendo, in più della metà dei casi, in un materasso a terra. “L’unica soluzione sono politiche di accoglienza diffusa sul territorio, che in zone ad alto spopolamento come queste, possono costituire anche una risorsa – aggiunge Bari -. In alcuni paesini qui intorno progetti di inclusione sono portati avanti e si sono rivelati a costo zero per la comunità, anzi hanno implementato la microeconomia delle comunità”. (ec)

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