22 dicembre 2014 ore: 15:38
Immigrazione

Rosarno, niente è cambiato per gli immigrati: "Lavoro nero e alloggi fatiscenti"

I dati raccolti dalla clinica mobile del Medu: "Solo il 6% dei braccianti stagionali intervistati vive in abitazioni dotate di servizi igienici, acqua ed elettricità mentre uno su tre è costretto a dormire a terra per mancanza di un letto. La mancanza di un reale piano di accoglienza lascia purtroppo prevedere un ulteriore peggioramento della situazione"
Medu (Medici per i diritti umani) Rosarno, dicembre 2014 - 1

Casolare nella campagna di Rizziconi. Foto: Medu (Medici per i diritti umani)

Fabbrica abbandonata (San Ferdinando). Foto: Medu (Medici per i diritti umani)
Rosarno, dicembre 2014 - 3

Rosarno -  Sempre più drammatica la situazione dei lavoratori immigrati nella piana di Gioia Tauro. Nonostante i ripetuti appelli della società civile le condizioni di vita e di lavoro degli oltre duemila braccianti stranieri, giunti nella piana per la raccolta degli agrumi, rimangono disastrose. E' quanto emerge dai dati raccolti dalla clinica mobile di Medici per i Diritti Umani (Medu). Lavoro nero, sottosalario e strutture di accoglienza inesistenti la dicono lunga sulle condizioni di emarginazione vissute dai braccianti africani presenti nel territorio calabrese. Condizioni che ormai rappresentano la triste normalità e sono funzionali ad un sistema di sfruttamento del lavoro che è rimasto sostanzialmente invariato.

Dai primi dati raccolti da Medu emerge un quadro molto simile a quello della stagione precedente se non, per alcuni aspetti, peggiore. Degli 81 pazienti visitati (114 visite tra primi, secondi e terzi accessi), l’82% ha meno di 35 anni e i principali paesi di provenienza sono Mali (33%), Ghana (17%), Burkina Faso (14%), Senegal (10%) e Gambia (10%). La maggior parte dei pazienti (88%) è dotata di regolare permesso di soggiorno e più della metà (63%) è titolare di un permesso per protezione internazionale o per motivi umanitari. La regolarità del soggiorno si scontra con una quasi totale irregolarità delle posizioni lavorative dei braccianti.

Casolare nella campagna di Rizziconi. Foto: Medu
Rosarno, dicembre 2014 - 1

Senza parlare poi delle allarmanti condizioni di vita nelle quali versano i braccianti: solo il 6% degli intervistati, infatti, vive in abitazioni dotate di servizi igienici, acqua ed elettricità mentre uno su tre è costretto a dormire a terra per mancanza di un letto. Una parte consistente di migranti trova rifugio in casolari diroccati nelle campagne dei comuni di Rizziconi, Taurianova e Rosarno. Si tratta di edifici fatiscenti, strutturalmente insicuri, privi di elettricità (nei casi più fortunati alcuni migranti dispongono di generatori a benzina), di servizi igienici e acqua.

La tessera sanitaria rappresenta una vera e propria chimera, con il 36% dei pazienti regolarmente soggiornanti che ne è sprovvisto. Le patologie più frequentemente riscontrate sono direttamente collegate alle critiche condizioni di vita e di lavoro: malattie delle vie respiratorie (27%), patologie muscolo-scheletriche (12%), problemi odontoiatrici (12%), traumatismi (9%), patologie della cute (7%), disturbi gastro-intestinali (7%), cefalee (7%), malattie infettivo-parassitarie (6%), patologie dell’occhio (6%).

Tendopoli di San Ferdinando. Foto: Medu
Rosarno, dicembre 2014 - 2

Oggi a fronte di 450 posti disponibili sono circa 700 i braccianti ospitati all’interno della tendopoli di San Ferdinando allestita dal Ministero dell’Interno nel 2013 e priva da allora di un ente gestore. Attualmente solo la Caritas è presente quotidianamente all’interno del campo assicurando a titolo volontario alcuni servizi. Per quanto concerne le strutture di accoglienza presenti a Rosarno, la regione Calabria e il comune hanno  predisposto uno stanziamento di circa 19mila euro per il campo container di Testa dell’Acqua che ospita circa 120 lavoratori ed è stato dato in gestione per affidamento diretto all’associazione “Il mio amico Jonathan”. Nulla di nuovo, invece, sull’apertura del “Villaggio della Solidarietà”, costato quasi due milioni di euro e i cui lavori sono bloccati da un’interdittiva antimafia.

La mancanza di un reale piano di accoglienza e l’avvicinarsi della stagione invernale lasciano purtroppo prevedere un ulteriore peggioramento della situazione. Molto critica anche la situazione del servizio sanitario pubblico dal momento che i quattro ambulatori Stp per stranieri irregolari gestiti dal 2007 dalla Azienda sanitaria provinciale (Asp) soffrono di un progressivo degrado e di una grave carenza di risorse. In un quadro così desolante, gruppi della società civile cercano di organizzarsi autonomamente per dare delle risposte ai bisogni dei braccianti.

A Rosarno il tempo sembra essersi fermato: di stagione in stagione sembra consolidarsi una vera e propria zona franca di sospensione della dignità e dei diritti  per i lavoratori immigrati. In una tale situazione, di fronte allo sconcertante vuoto lasciato dalle istituzioni, le uniche risposte sono quelle che arrivano dalle iniziative delle organizzazioni di volontariato. 

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