9 maggio 2016 ore: 15:40
Economia

Rossi-Doria: “Scende la dispersione scolastica. Una regia contro la povertà educativa"

La situazione in Italia è complessa e differenziata a livello regionale: la media è del 17%, con punte del 26/27% nei quartieri poveri di Napoli e sotto al 10% in Trentino. Il tema della dispersione scolastica sarà al centro dell’intervento dell’ex sottosegretario all’Istruzione alla Fondazione Gorrieri di Modena
Banchi vuoti - dispersione

MODENA – “La Regione Puglia tra il 2010 e il 2014 ha finanziato un intervento di doposcuola per i ragazzini dalla seconda media al biennio delle superiori. Risultato? La dispersione scolastica è diminuita del doppio rispetto alle altre regioni del Sud”. Marco Rossi-Doria, insegnante ed ex sottosegretario al ministero dell’Istruzione nei governi Monti e Letta, fa questo esempio per spiegare che “politiche preventive nella prima infanzia e politiche mirate dopo, anche al netto di interventi contro la povertà, fanno molto contro la dispersione scolastica”. Insomma, “serve fare scuola con maggiore attenzione alla fragilità perché stare gomito a gomito per tre anni dà dei bei risultati”, aggiunge. Il tema della povertà educativa e della dispersione scolastica saranno al centro dell’intervento di Rossi-Doria alla Fondazione Ermanno Gorrieri di Modena (Palazzo Europa, ore 18) nell’ambito del ciclo dei “Discorsi sulla disuguaglianza” dedicato quest’anno a “La condizione dei minori tra disuguaglianza e povertà”.

“Quando ho iniziato a insegnare nel 1975 c’era un alto tasso di dispersione scolastica tra i bambini, io andavo a prendere i ragazzini di quarta e quinta elementare che lavoravano a nero. Oggi questo non succede più – continua Rossi-Doria –, il Paese si è evoluto e l’età in cui si concentra la dispersione scolastica si è alzata, oggi è tra i 14 e i 16 anni”. Negli ultimi 9 anni la dispersione è calata di 7,1 punti percentuali, “eravamo al 23 e oggi siamo al 17, forse anche meno – precisa l’ex sottosegretario – che comunque è una media altissima per i Paesi Ocse ed europei”. L’obiettivo fissato da Lisbona è di stare sotto al 10 per cento, “ma in Italia sotto a quella soglia c’è solo il Trentino Alto Adige”. La situazione è molto diversificata: “Siamo al 12/13 per cento al Centro Nord, abbiamo un sorprendente alto tasso in Toscana, una percentuale altissima in Campania con Avellino e Benevento ai livelli del Piemonte e i quartieri poveri di Napoli al 26/27 per cento”.

Secondo l’ultimo rapporto di Save the Children, in Italia sono oltre un milione i bambini che vivono in povertà assoluta ed è stretto tra povertà materiale ed educativa. Tra le regioni in cui è più scarsa e inadeguata l’offerta di servizi e opportunità educative e formative per i minori ci sono Sicilia e Campania, un po’ distaccate Calabria e Puglia. Quelle più ricche di offerta formativa sono invece Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia. E la dispersione scolastica si inserisce in questo quadro. “Esiste una corrispondenza tra povertà della famiglia, con un solo genitore che lavora, un basso livello di istruzione, un territorio non infrastrutturato, spese sociali non ben utilizzate da Regione o Comune e dispersione scolastica – continua Rossi-Doria -. Le statistiche dicono che dove ci sono più asili nido e interventi precoci i ragazzini a 15 anni hanno migliorato migliori competenze in italiano e matematica”. Insomma, dove ci sono migliori infrastrutture in generale e una minore povertà materiale e di altro tipo la dispersione scolastica scende.
L’altra questione secondo Rossi-Doria è capire quanto sanno i ragazzi. “Se sei a scuola e non ‘disperso’ sai qualcosa in più che se non ci vai, ma non è così automatico – precisa – perché esiste una corrispondenza tra i luoghi della povertà materiale e di altre povertà e quelli delle poche competenze”.

Per Rossi-Doria gli strumenti contro la povertà educativa contenuti nella Legge di stabilità del governo sono “un intervento iniziale, ora bisogna vedere in che modo viene implementato”. A quello se ne aggiungono altri due: “Uno su base regionale sulla formazione e l’alfabetizzazione funzionale all’orientamento e uno del Miur contro la dispersione scolastica – afferma -. L’auspicio è che ci sia una regia e un coordinamento effettivo degli interventi rispetto agli obiettivi con un’ottimizzazione delle risorse e delle persone perché solo così un intervento potenzia l’altro e tutti risultano più efficaci. Poi c’è il tema della valutazione dei risultati e del pericolo italico di non imparare dalle esperienze, cosa invece importante per modificare, trasformare, migliorare”.  (lp)

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