18 gennaio 2019 ore: 09:40
Società

Rotta balcanica, i migranti respinti denunciano violenze

Un report raccoglie i racconti di 65 migranti respinti in Bosnia Erzegovina: il numero di violenze fisiche è raddoppiato, quadruplicate le intimidazioni verbali e i furti triplicati. Da oltre un anno respingimenti e intimidazioni si registrano nella nuova via percorsa dai migranti, che tentano la sorte soprattutto via Bosnia e Croazia
Miodrag Cakic_Info Park,Osservatorio diritti Rotta balcanica

Espulsioni sommarie di migranti in corso nella rotta balcanica: secondo l’Illegal push-backs and border violence report pubblicato dalle associazioni Balkan Info Van, No Name Kitchen e Sos Team Kladusa, a dicembre si sono registrati ventitre respingimenti tra Slovenia, Croazia e Bosnia, senza che ci sia stato alcun processo. Il documento è stato redatto dopo aver ascoltato i racconti di 65 migranti respinti in Bosnia Erzegovina. In particolare, il documento parla di azioni contrarie ai diritti umani compiute dalla polizia in Croazia e Slovenia verso le persone in transito.

Le nazionalità di origine. Ad aver provato a entrare nell’Unione europea, in particolare, sono migranti che arrivavano da Afghanistan, Algeria, Bangladesh, Egitto, Iraq, Marocco, Pakistan, Siria e Yemen.

La nuova rotta balcanica. Da oltre un anno, ormai, respingimenti e intimidazioni si registrano nella nuova via percorsa dai migranti, che hanno abbandonato in gran parte la rotta della Serbia e dell’Ungheria, per tentare la sorte soprattutto via Bosnia, prima, e Croazia poi. Secondo un altro documento che ha monitorato la situazione da maggio 2017 a dicembre 2018, Border violence on the balkan route, le stesse tre organizzazioni hanno verificato 356 espulsioni compiute dalla polizia croata. Queste sono avvenute, ai danni di singoli o di gruppi di migranti, in un primo tempo verso la Serbia, mentre dallo scorso giugno in direzione Bosnia Erzegovina.

Diritti violati. Secondo il report, il numero di violenze fisiche è raddoppiato, le intimidazioni verbali sono quadruplicate e i furti a chi era in viaggio triplicati. Per Balkan Info Van, No Name Kitchen e Sos Team Kladusa, le espulsioni sommarie «sono diventate, seppur non ufficialmente, una parte delle politiche migratorie delle nazioni europee».

La denuncia di Human Rights Watch. Anche l’ong che monitora il rispetto dei diritti umani nel mondo ha parlato di abusi e violenze da parte delle autorità croate. In particolare, la ricercatrice e avvocata di Human Rights Watch, Lydia Gall, ha detto che «"a polizia croata li picchia selvaggiamente e li espelle oltre confine", nonostante la Croazia abbia "l’obbligo di proteggere richiedenti asilo e migranti".

Le posizioni di Croazia e Ue. Di fronte alle tante accuse piovute su Zagabria, il ministro dell’Interno croato,  Davor Božinovic, ha dichiarato che "nessun abuso di potere nei confronti dei migranti è stato registrato finora". Dal canto suo, il 7 gennaio la Commissione Ue, rispondendo a un’interrogazione in merito alle violenze della polizia, ha detto di essere "in contatto con la Croazia per quanto riguarda l'attuazione del sistema europeo comune di asilo, anche in relazione alle accuse di maltrattamento di cittadini di paesi terzi e la mancanza di possibilità di chiedere asilo". Per questo motivo "la Commissione continuerà a monitorare da vicino la situazione".

L’articolo integrale di Alessandro Pirovano, "Rotta balcanica: migranti respinti e violenze tra Bosnia, Croazia e Slovenia", può essere letto su Osservatorio Diritti

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