20 gennaio 2015 ore: 12:30
Disabilità

Rullifrulli, la banda che gira l'Italia suonando con pentole, tubi e mattoni

Da un laboratorio per costruire strumenti musicali con materiale di recupero è nata la Banda Rullifrulli. Oggi unisce 62 musicisti, tra cui 12 disabili, che girano l’Italia suonando pentole, tubi, mattoni e ringhiere. La regola non scritta? “Come in un gruppo serio, tra i membri non c’è nessun tipo di differenza”
Riccardo Sgarbi Banda Rullifrulli musicisti disabili suonatori 1
Banda Rullifrulli musicisti disabili suonatori

FINALE EMILIA (Modena) – Lo xilofono è fatto con tubi di silicone. Il pianoforte con le mattonelle. Mentre una ringhiera è stata trasformata in chitarra. E poi pentole, bidoni e manici di scopa. Sono gli strumenti suonati dai musicisti della Banda Rullifrulli, progetto della Fondazione scuola di musica Carlo e Guglielmo Andreoli ideato e realizzato da Federico Alberghini, che da 10 anni tiene corsi di batteria nella scuola. Ma l’uso di materiale di recupero non è l’unica particolarità di questa banda – che oggi conta 62 elementi con età variabili dagli 8 ai 30 anni. “Fin da piccolo ho lavorato con materiale di recupero e insegnando a scuola ho pensato di fare un laboratorio di costruzione di strumenti musicali – racconta Alberghini, 33 anni di Finale Emilia che ha iniziato il progetto insieme a Matteo Cariani – Dato che la scuola ha una convenzione con il servizio di neuropsichiatria infantile di Mirandola che permette ai ragazzi seguiti dal servizio stesso di frequentare i corsi della scuola, ho pensato di coinvolgerli in questo progetto”. Ha iniziato uno, poi altri due e oggi sono 12 i musicisti disabili che fanno parte della banda, sopratto ragazzi con sindrome di Down e disturbo dello spettro autistico. “La regola non scritta è sempre quella di trattare tutti, disabili e non, allo stesso modo: non ci sono differenze tra noi, poi ognuno ha le sue capacità o difficoltà, ma il nostro obiettivo è far suonare insieme ragazzi disabili e non, in autonomia”, racconta Alberghini. Partita come ‘marching band’ in cui i musicisti si legavano un bidone in cintura e andavano in piazza a suonare, la Banda Rullifrulli oggi ha al suo attivo un tour di 32 date in Italia e anche all’estero con lo spettacolo “La ciurma”, un cd che ha venduto 1.000 copie, ha in cantiere un nuovo spettacolo e il secondo disco che dovrebbe uscire ad aprile e sarà protagonista di un documentario realizzato dal videomaker Diego Gavioli che racconterà la loro storia.

Dai bidoni legati in cintura agli strumenti fissi costruiti dagli stessi musicisti. “Il laboratorio è stato un esperimento per tutti ma è stato fondamentale il lavoro dei ragazzi più grandi, i ‘veterani’ – continua Alberghini – Sono stati loro a prendere in mano le redini, coinvolgendo i più piccoli e i disabili che hanno potuto partecipare in prima persona e si sono resi conto di essere capaci di fare qualcosa, si sono sentiti valorizzati”. Sono nati così gli strumenti che, oggi, la banda suona nei suoi spettacoli. Oltre a tubi, pentole e manici di scopa tra i materiali utilizzati ci sono le mattonelle con cui Alberghini insieme all’architetto Marco Bernardi ha costruito un pianoforte e una chitarra ricavata da una ringhiera. Nel 2012 però il terremoto che ha colpito l’Emilia-Romagna, e Finale Emilia in particolare, è arrivato come “un bastone nei raggi della bicicletta”. Il paese non c’era più, la metà dei musicisti aveva perso la casa e viveva in tenda, l’edificio che ospitava la scuola non era crollato ma è stato utilizzato dal Comune che, invece, non aveva più una sede. “Grazie a Luca Viaggi dell’associazione Manitese, che ci ha permesso di montare una tensostruttura nel parco della loro sede, abbiamo potuto continuare a suonare – racconta Alberghini – Ogni giorno facevamo il giro delle tende a caricare i ragazzi per portarli alle prove e quando sentivamo le scosse far tremare la terra, sorridevamo perché eravamo insieme e la musica ci dava forza. È lì che si sono formate le radici della famiglia”.

Banda Rullifrulli musicisti disabili suonatori 2

Dalle tende a una nuova sala prove. Tutto il paese si è mobilitato per sostenere il progetto, “a partire dal sindaco Fernando Ferioli che è il nostro più grande sostenitore”, dice Alberghini. Enzo e Davide dell’Emilia Road Chapter hanno realizzato una straordinaria raccolta fondi con cui è stata costruita una sala prove all’interno della sede di Manitese, mentre il gruppo Harley-Davidson di Pavia ha donato al gruppo un furgone con cui portare i ragazzi a fare le prove. Per il tour viene noleggiato anche un pullman perché “tra membri della banda e genitori dei ragazzi ci spostiamo in 120”. È nella nuova sala prove che è nato lo spettacolo “La ciurma” che Rullifrulli ha portato in tour nel 2014 (32 date tra Italia ed estero) e da cui è nato un cd con 12 tracce e diversi ospiti, da Luca Mai degli Zu ad Andrea Maglia dei Tre allegri ragazzi morti. “Lo spettacolo racconta il viaggio di una nave che molla gli ormeggi per dirigersi verso il mare aperto, e noi siamo i marinai con gli abiti disegnati per la banda dalla stilista Laura Bergamini, – racconta Alberghini, che veste i panni del capitano – Un modo per allontanarsi dalla terra, e dall’esperienza del terremoto, e rilassarci”. Lo spettacolo vede la partecipazione di diversi ospiti: dalle ballerine della Compagnia di danza Tersicore di Finale Emilia con la maestra Licia Baraldi, che impersonano le sirene, al musicista Bob Corn che con barba lunga e capelli bianchi interpreta il naufrago, fino al fumettista Michele Bernardi che, sul palco, disegna mentre i musicisti suonano. Con il tour di “La ciurma” sono entrati nel gruppo anche altri 3 insegnanti: Marco Golinelli, Federico Bocchi e Sara Setti.

Ora la Banda Rullifrulli è al lavoro sul nuovo spettacolo e sul secondo disco che sarà registrato nel Vacuum Studio di Bruno Germano a Bologna e uscirà ad aprile. Poi tornerà in tour, Parigi, Bordeaux e a Bologna il 27 maggio. “Suono in gruppi da quando ho 10 anni ma il potenziale che ha questa banda è incredibile – dice Alberghini – Quando siamo sul palco guardo questi musicisti e penso che, senza questo progetto, alcuni di loro non avrebbero mai avuto la possibilità di salirci. I ragazzi disabili sono contenti e stanno bene, alcuni di loro sono migliorati tantissimo, si rendono conto delle proprie potenzialità come persona e come membri di una banda. Oggi quando andiamo in giro, sembriamo davvero un gruppo serio”. (lp)

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