Salute mentale e diagnosi, arriva in Italia il Pdm-2
ROMA - È stata tradotta in italiano la nuova edizione del Manuale Diagnostico Psicodinamico (PDM-2) e a presentarla questa mattina a Roma, al convegno 'Diagnosi: senso e sensibilita'', sono stati gli autori Vittorio Lingiardi, psichiatra, psicoanalista e professore ordinario di Psicologia dinamica alla 'Sapienza' Universita' di Roma, e Nancy McWilliams, professoressa di Psicologia applicata e professionale alla Rutgers University.
"È importante formulare delle diagnosi che abbiano senso e valorizzino la sensibilita' clinica di chi si trova a lavorare con la salute mentale, con le sofferenze dei nostri pazienti, ma anche con le loro capacita', risorse a adattivita'. La parola diagnosi- ricorda Lingiardi alla platea riunita nell'Aula Magna del Rettorato de 'La Sapienza- contiene i termini conoscenza e incontro. Quindi una buona diagnosi e' un incontro finalizzato alla conoscenza e alla possibilita' di fare un'indicazione di trattamento adeguata al paziente".
Il PDM e' "il nostro lavoro sulla diagnosi- afferma il professore- e da' importanza alle dimensioni clinica e della ricerca empirica, quali fondamento delle affermazioni e delle alberature diagnostiche con cui ci troviamo a lavorare. Noi non vogliamo classificare i fenomeni- sottolinea lo psichiatra- preferiamo concepirli come indizi di giochi di forze, perche' non tutto e' intrapsichico, ne' sociale, ma e' frutto di un incontro e di co-costruzioni dell'identita' e della sofferenza umana".
Karl Jaspers "ci ricorda che la diagnosi e' anche un tormento. Io lo interpreto come la tensione necessaria per stare tra l'unicita' del paziente e la sua possibilita' di appartenere a una famiglia che puo' essere descritta: una categoria che ha un nome. L'etichetta diagnostica usata come uno stigma e' uno scandalo- aggiunge Lingiardi- ma la definizione diagnostica utilizzata per capire in cosa il paziente e' simile agli altri ma e' unico in se stesso e' una guida speciale e necessaria per indicare poi i trattamenti giusti, e per poter fare delle ricerche che si possano organizzare intorno a una nomenclatura condivisa tra colleghi di tutto il mondo".
"La riflessione diagnostica degli ultimi 30 anni e' stata dominata dal DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) e dalla classificazione ICD (International Classification of Deseas), che hanno generato una sorta di disagio nell'approccio diagnostico per gli psicologi clinici e gli psicoterapeuti che non vi si riconoscevano. Il PDM- prosegue Vittorio Lingiardi- ha quindi interrotto l'egemonia diagnostica. Tuttavia, non si pone in termini alternativi e antagonisti al DSM- chiarisce il professore- perche' sono due strumenti diversi. Se il DSM e' una tassonomia dei disturbi, il PDM e' una tassonomia di persone".
Il Manuale Diagnostico Psicodinamico, rivolto alle giovani generazioni, "non alimenta ma anzi ricompone una frattura insulsa tra la dimensione biologica e quella psicologica. La vera diagnostica e' capace di dialogare e integrare questi elementi che sono fondamentali per l'identita' umana e per l'esperienza umana. Con il PDM-2 tutto concorre per formulare una diagnosi sensata: il nostro corpo, il nostro cervello, la nostra biologia, i nostri sistemi di attaccamento, le nostre capacita' mentali, l'ambiente e la personalita'".
Da un punto di vista sintomatologico, il testo "fa riferimento alla nomenclatura del DSM, ma presenta una rilettura tematica sintomatologica relativa ai pattern affettivi, cognitivi, somatici e relazionali, all'esperienza del clinico e all'illustrazione clinica".
Rispetto alla prima versione del PDM, il principale cambiamento presente nel nuovo testo e' dato da una maggiore attenzione a collocare la diagnostica nel ciclo di vita. Le diagnosi sono infatti suddivise in 6 sezioni per fasce d'eta': Adulti, Adolescenti (12-19), Infanzia (4-11), Prima Infanzia (0-3), Anziani e, infine, una sezione sugli strumenti di valutazione e 5 casi clinici (in base alle 5 fasce d'eta').
La nuova edizione contiene anche "una maggiore attenzione ai contributi della ricerca empirica- fa sapere Lingiardi- presenta una dotazione di strumenti, sia costruiti apposta per il PDM che ricavati dal patrimonio della conmunita' scientifica in ambito psicodiagnostico. Punta ad una diagnosi che si possa appoggiare a strumenti per la rilevazione e definizione dell'anamnesi, che nel PDM-1 non c'erano".
Un ulteriore elemento di novita' del PDM-2 e' "l'aver attentamente definito gli ambiti come l'organizzazione psicotica della personalita', oppure la reinclusione del disturbo borderline di personalita'- precisa lo psichiatra- che effettivamente puo' presentare una confusione tra il concetto di organizzazione e quello di disturbo. Per questa ragione il disturbo non compariva nel PDM-1, mentre c'era l'organizzazione. Ormai anche terminologicamente l'espressione disturbo borderline di personalita' e' diffuso nella letteratura, e chiarendo bene le differenze tra cosa sia un livello di organizzazione e cosa sia un disturbo con caratteristiche specifiche abbiamo pensato di mantenere entrambe le dizioni".
INQUADRAMENTO STRUTTURALE DEL MANUALE: Il PDM si caratterizza per una multiassialita' diagnostica e si fonda su tre Assi: Asse P (Personalita'); Asse M (capacita' mentali); Asse S (sintomi ed esperienza soggettiva).
"Il PDM vede la personalita' del paziente come contesto della psicopatologia. Considera, inoltre, la soggettivita' sia del paziente che del terapeuta, perche' l'esperienza relazionale del clinico diventa un elemento chiave del processo di valutazione. Il momento diagnostico punta quindi sulla relazione e l'alleanza (alleanza terapeutica ed alleanza diagnostica), disciplinando pero' la soggettivita' del clinico", commenta Lingiardi.
Per quanto riguarda l'Asse M il PDM valuta:
- Processi cognitivi e affettivi: La capacita' di regolazione, attenzione, apprendimento; la capoacita' di fare esperienza, comunicare e comprendere gli affetti; la capacita' di mentalizzazione e la funzione riflessiva.
- Identita' e relazioni: La capacita di differenziazione e integrazione (identita'); la capacita' di relazioni e intimita'; la regolazione dell'autostima e la qualita dell'esperienza interna.
- Meccanismo di difesa e coping: Il controllo e la regolazione degli impulsi; il funzionamento difensivo; l'adattamento, la resilienza er le risorse psicologiche.
- Autoconsapevolezza e autodirezionalita': La capacita' di autosservazione; la capacita' di costruire e ricorrere a standard ideali interni; significato e direzionalita'.
I punteggi del PDM vanno da grave a sano. "Il Manuale Diagnostico Psicodinamico da' anche importanti indicazioni su quello che sara' il trattamento. Nel mese di luglio 2018- conclude Lingiardi- uscira' un numero monografico della rivista 'Psychoanalytic Psychology' interamente dedicato al PDM-2. (DIRE)