16 settembre 2015 ore: 18:01
Salute

Salute mentale, pazienti in aumento: a Parma 14 mila in cura, 3.800 sono minori

I dati del Rapporto Ausl sull’attività del 2014: adulti in carico cresciuti di 1.255 unità dal 2013, 141 i Tso effettuati. Tra settembre e dicembre in 5 distretti c’è la Rassegna della salute mentale 2015
Suicidio, salute mentale, depressione, ragazzo accovacciato - SITO NUOVO

BOLOGNA – Sono oltre 14 mila le persone della provincia di Parma che, nel 2014, risultano in carico ai servizi o hanno ricevuto almeno una consulenza psichiatrica in pronto soccorso o in ospedale. Si tratta di circa il 3% dell''intera popolazione. Spicca il numero dei minori da sei a 10 anni in cura nel servizio di Neuropsichiatria infanzia e adolescenza, che è cresciuto dalle 3.439 unità del 2013 alle 3.851 del 2014 ed è pari all’8,2% della popolazione minorile. I dati sono contenuti nel rapporto presentato oggi dall’Ausl ducale sull''attivita'' svolta nel 2014, in occasione dell''illustrazione della rassegna “della salute mentale 2015” che si svolgerà tra settembre e dicembre nei cinque distretti sanitari provinciali. Scorrendo il documento si legge che gli adulti in carico ai Centri di salute mentale sono aumentati dal 2013 di 1255 unità (da 5.324 a 5.616) mentre i trattamenti sanitari obbligatori, i Tso, effettuati sono stati 141. L’analisi dell’area Dipendenze patologiche invece mostra una relativa stabilità degli utenti e degli accessi a fronte di un aumento della complessità e di una diversificazione dei bisogni e dei fenomeni (gambling, droghe sintetiche) pur restando eroina e alcool le principali sostanze di abuso. Il direttore generale dell’Ausl di Parma, Elena Saccenti, le cifre le commenta così: “Sono numeri importanti ai quali la rete dei nostri servizi territoriali e ospedalieri, in collaborazione con il privato e il volontariato da'' quotidiana risposta, tramite 440 professionisti. A loro va il riconoscimento e il mio personale ringraziamento per l’impegno e l’entusiasmo profuso nell’affrontare problemi difficili e complessi”.

Pietro Pellegrini, direttore del Dipartimento assistenziale integrato Salute mentale-Dipendenze patologiche dell’azienda sottolinea: “La salute mentale ha vissuto due grandi rivoluzioni. La prima nel 1978 con la chiusura dei manicomi, la seconda di recente, nel 2014, con il superamento degli Opg. Entrambe conducono a una certezza: la salute mentale si cura nella comunità, non solo attraverso servizi specifici. La salute mentale è un bene individuale e collettivo, che va tutelato e sostenuto da tutti, garantendo a ciascuno l’esercizio di diritti e doveri in una collettività inclusiva e sociale”. Sulla stessa linea Mario Di Egidio, presidente del comitato utenti e familiari che sottolinea infine: “Non solo le terapie aiutano le persone a uscire dallo stigma della malattia mentale e ad acquisire abilità sociali, ma anche attività ricreative e sportive, come insegna la ricca esperienza del nostro territorio”. (Dire)

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