Salute Mentale. Pisani (Cng), “Ridotto il numero di giovani che chiede aiuto, pur avendo disagio”
“Il benessere dei giovani non si misura esclusivamente attraverso indicatori materiali, ma anche attraverso la fiducia in se stessi, la qualità delle loro relazioni sociali e dell’ambiente in cui vivono." Lo ha detto, in occasione della Giornata mondiale della salute mentale, la presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani (Cng), Maria Cristina Pisani, presentando l’Indice di WELL-FARE, realizzato dal Cng con il supporto tecnico di “EU.R.E.S. Ricerche economiche e sociali”, che in una prospettiva del tutto innovativa, integra le quattro dimensioni del Benessere Individuale (percezione di sé, salute fisica, motivazioni, capacità di gestire le emozioni), del Benessere Relazionale (famiglia, rapporti amicali, rapporto con la comunità), del Benessere Spaziale (ambiente, sicurezza, qualità dell’abitare) e del Benessere Sociale (partecipazione sociale, adesione ai modelli culturali dominanti, capacità di cogliere le opportunità).
L’Indice di WELL-FARE evidenzia una "prevalente soddisfazione" tra i giovani, con un punteggio medio di 63,9 su 100. Tra le dimensioni osservate, il benessere relazionale registra il punteggio più alto (69,3), seguito dal benessere individuale (65,6), sociale (63,7) e spaziale (56,9). Tuttavia, emergono differenze significative per genere e territorio: le giovani donne e i giovani del Sud riportano livelli di benessere inferiori rispetto ai loro coetanei maschi e ai giovani del Nord.
"L’indice indica che le relazioni con gli amici sono spesso il primo supporto emotivo, molto più della famiglia, soprattutto per le ragazze, che in numeri percentuali risultano fare più fatica a gestire emozioni e autostima. La centralità dei comportamenti alimentari e dello stile di vita per il benessere psico-fisico - aggiunge Pisani - appare ampiamente condivisa e trasversale, risultando il grado di accordo sempre vicino al 90% in tutte le componenti del campione; in particolare quello femminile sembra registrare una maggiore sensibilità. Il dato che mi preoccupa maggiormente è vedere come ancora ci siano difficoltà nel sentirsi ascoltati, integrati e accolti negli ambienti sociali e fisici. Non è un caso che solo il 7,1% dei giovani giudichi ‘ottimo’ il livello di soddisfazione per la qualità dell’ambiente in cui vive (spazi, relazioni, sicurezza, inquinamento), o che per il 21,8% le esperienze/situazioni di isolamento subite abbiano influenzato “molto” negativamente il proprio benessere psicologico con una percentuale che sale al 39,5% quando si indagano gli effetti ‘piuttosto negativi’.”