5 ottobre 2012 ore: 09:57
Non profit

Sanatoria, il servizio di consulenza “anti-truffa” lo offre un immigrato

Si chiama Saidou Moussa Ba e vive a Milano. E’ in Italia dal 1988. Aiuta gli stranieri a leggere le pratiche, organizza riunioni in casa, fa in modo che i migranti stiano lontani dalle "agenzie" e li porta nei patronati
Sanatoria, permesso di soggiorno - immigrato con documenti
MILANO – Saidou Moussa Ba è arrivato in Italia da Dakar nel 1988. Di regolarizzazioni ne ha viste tante, ma nessuna l'ha colpito come quella di tre anni fa. "È stata una truffa legalizzata", dice. Per questo, non appena ha saputo che il governo aveva in programma una nuova sanatoria, ha cominciato a fare un servizio di consulenza volontario. "Non volevo che altre persone fossero fregate. Ormai so come funzionano queste cose e voglio aiutare i miei fratelli a tenere gli occhi aperti". Aiuta a leggere le pratiche, organizza riunioni in casa, fa in modo che i migranti stiano lontani dalle "agenzie" e li porta nei patronati. Un lavoro dietro le quinte fondamentale per evitare le truffe: "Non ho ancora sentito nessuno che ha pagato per ottenere i documenti", dice. Dalle notizie che ha raccolto, però, saranno solo una stretta minoranza i migranti che saneranno un reale rapporto di lavoro. Tutti gli altri sono disoccupati, in cerca di amici disposti ad aiutarli a uscire dalla clandestinità.
La voce si è sparsa e Ba è diventato un riferimento in tutta Italia: "Oggi seguo 200-300 ragazzi non solo senegalesi ma anche del Pakistan o del Bangladesh". Lo chiamano da Bolzano, dalla Sardegna, da Bologna. Il suo nome è noto anche perché fa parte degli Immigrati autorganizzati, un gruppo di stranieri nato a Milano con l'occupazione della torre di via Imbonati, tre anni fa. La protesta è nata per chiedere un permesso di soggiorno a tutti i lavoratori truffati.

È da quando è arrivato che Ba promuove manifestazioni per i diritti degli stranieri. Lavora come mediatore culturale e questo l'ha avvicinato ancor di più alle persone che soggiornano illegalmente in Italia. "Si rivolgono a me perché è un disagio raccontare l'esperienza della vita da clandestini", racconta Saidou Ba. Negli anni Ba ha anche instaurato delle buone relazioni con i sindacati dell'alto-milanese. "Credo che quest'attività sia importante perché è una forma di lotta contro l'emarginazione", conclude. È per questo che continua in questa forma di volontariato, sperando di non dover più sentire storie di connazionali che hanno investito i loro risparmi in una domanda di emersione fasulla. (Lorenzo Bagnoli)
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