30 novembre 2017 ore: 14:38
Salute

Sanità, anche in Emilia-Romagna cresce la paura di non potersi curare

Bologna - Il futuro e' un incognita e cresce anche tra gli emiliano-romagnoli il timore di non riuscire a fare fronte ai costi per le cure sanitarie. Lo rivela un'indagine sulla percezione della sanita' in regione realizzata dall'Ires (l'Istituto...
Sanità, medico - SITO NUOVO

Bologna - Il futuro e' un incognita e cresce anche tra gli emiliano-romagnoli il timore di non riuscire a fare fronte ai costi per le cure sanitarie. Lo rivela un'indagine sulla percezione della sanita' in regione realizzata dall'Ires (l'Istituto di ricerche sociali della Cgil) in collaborazione con Federconsumatori. La ricerca fa luce sulla fragilita' che, traversalmente alle generazioni, colpisce le fasce di reddito piu' basse, preoccupate di non farcela a fronteggiare i bisogni di salute futuri, e che gia' oggi rinunciano a curarsi adeguatamente. D'altro canto, cresce il numero di chi, perche' puo' permetterselo e perche' beneficia di un'assicurazione aziendale, si rivolge alla sanita' privata, soprattutto per accorciare i tempi di attesa. "La fiducia nella sanita' pubblica diminuisce. Se il trend rimane cosi', si mette in discussione la sanita' pubblica e universalistica a favore di un modello corporativo", avverte il presidente di Federconsumatori, Marcello Santarelli.

Il sondaggio si basa sulla raccolta di 2.484 questionari, con il grosso del campione, il 60%, concentrato nelle citta' di Parma, Ferrara e Bologna, anche se i comuni raggiunti sono 235 su 333. Il 55% delle persone che hanno risposto si colloca in una fascia d'eta' compresa tra i 50 e i 69 anni, il 51,4% del campione e' femminile. Gli intervistati si collocano in un due grandi fasce di reddito, dai 1.000 ai 2.000 euro (39,7%) e dai 2.000 ai 4.000 (36%), il 51,3% risulta occupato, mentre l'11,9% del campione dichiara meno di 1.000 euro, una fascia, quest'ultima costituita al 41,6% da pensionati. Non mancano, quindi,fasce di lavoro 'povero'. Il 72% gode di un buoni stato di salute, il 19% no, una percentuale che supera il 37% tra chi ha un reddito inferiore ai mille euro.

Per il futuro pochi pensano che la loro condizione reddituale potra' migliorare. I piu' si attendono di restare nelle stesse condizioni di oggi, ma c'e' una fetta del 38,5% del campione, composto sia da lavoratori a tempo interdeterminato che da pensionati, che teme che in futuro le proprie entrate diminuiranno. Percentuale che supera il 52% nelle fasce di reddito piu' deboli. Per questo il 44% degli intervistati non sa se in futuro riuscira' a pagarsi le cure sanitarie di cui dovesse avere bisogno. Quasi il 50% di coloro che dichiarano redditi interiori a mille euro e' certo di non farcela. L'Ires evidenzia anche un altro aspetto: l'incertezza verso il futuro e' predominante, quale che sia lo stato di salute nel presente. Per gli under 35, poi, prevale in profilo dei 'positivi pessimisti', con lo guardo piu' cupo sul proprio futuro.

Intanto, la spesa sanitaria delle famiglie emiliano-romagnole e' gia' calata nel 2016 di 2,5%. Il campione sondato dalla Cgil dichiara esborsi in aumento, con un 9,8% che, invece, dice di aver tagliato, soprattutto (il 74%) per ragioni economiche. Per le fasce di reddito piu' basse la quota di chi riduce le spese sanitarie sale al 23,4%. Si tratta per il 40% di lavoratori stabili e per il 30% di pensionati. La rinuncia riguarda per lo piu' le donne. Si fa a meno delle visite specialistiche (67,3%) e delle prestazioni odontoiatriche (52%): chi rinuncia a volte posticipa (28%), per lo piu' decide di fare a meno di curarsi. Di contro, aumenta il ricorso (per il 58,8% degli intervistati) alla sanita' privata non convenzionata, in particolare per chi puo' permetterselo. Una scelta dettata per lo piu' (78,5) dai minori minori tempi di attesa rispetto al servizio pubblico, ma in parte anche da costi ritenuti competitivi rispetto al ticket. "Non ci sara' nessun taglio delle risorse, come abbiamo piu' volte spiegato. Sono disponibile a confrontarmi nuovamente con i rappresentanti delle famiglie. Vogliamo stare loro molto vicini. Mi sarebbe piaciuta una discussione serena in questo Consiglio". Lo dice il governatore della Liguria, Giovanni Toti, a margine del Consiglio regionale, rispondendo alle domande dei giornalisti sulle rivendicazioni portate dalle famiglie degli enti gestori, delle associazioni e dei sindacati audite questa mattina durante la pausa dei lavori nella discussione sul Piano sociosanitario. "Noi proponiamo un cambiamento e un efficientamento del sistema- prosegue il presidente della Regione- e, se serve, metteremo anche piu' risorse, come abbiamo dimostrato aumentando da 500 a 1.200 euro l'assegno per le grandi disabilita' nell'ultima seduta di giunta". (DIRE)

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