Sardegna, alla Cittadella Caritas di Tempio: “Aiutiamo con ciò che ci viene donato"
TEMPIO PAUSANIA – La pasta e i detersivi, le medicine e i pannolini, le magliette e le scarpe. Telefoni che squillano, porte che si aprono, spazi che accolgono persone. Avventurarsi dentro le strutture di una Caritas diocesana è come scendere direttamente in campo, come mettersi di fronte alla realtà di un territorio e della gente che lo abita: persone che aiutano, persone che hanno bisogno, persone che - tutti insieme - fanno comunità. Qui a Tempio Pausania, nord est della Sardegna, il ritmo che si respira è quello di chi si mette a disposizione per trovare soluzioni: ogni spazio ha la sua destinazione, ognuno ha il suo compito, tutti partecipano all'obiettivo comune.
Siamo nel cuore della Gallura, ai piedi di un monte Limbara che in questo febbraio 2023 si vede lassù, ben innevato. Il porto e l’aeroporto di Olbia, che costituiscono per migliaia di turisti ogni anno la porta d’ingresso di questa zona dell’isola, sono distanti 45 chilometri: strade che salgono sulle colline e che ti conducono, a 560 metri di altitudine, in luoghi freschi e alberati, anticamente popolati. Gli abitanti sono 13 mila: ci sono le scuole superiori, un tribunale, un ospedale in grave crisi e una Chiesa Cattedrale. Si, perché questa è una sede vescovile da almeno 1.400 anni, ed ancora più indietro nel tempo la tradizione colloca il primo vescovo della Chiesa gallurese, il martire Simplicio, morto durante la persecuzione di Diocleziano agli inizi del quarto secolo. Oggi questo spicchio di Chiesa cattolica è denominata diocesi di Tempio-Ampurias. Un territorio assai vasto, circa 2.700 chilometri quadrati, che occupa tutta la Gallura e l'Anglona: con una mappa in mano, sulla costa si va da Castelsardo fin su a Santa Teresa di Gallura, Palau e La Maddalena, e poi giù verso Arzachena, Olbia e San Teodoro; all'interno si va da Nulvi a Calangianus, passando per Bulzi, Perfugas, Bortigiadas, Luogosanto. Un totale di 31 comuni per circa 160 mila abitanti, 60 mila dei quali vivono a Olbia.
A Tempio, in un’unica struttura che ospita anche il seminario diocesano, la Caritas ha messo in piedi una piccola cittadella in cui le attività e i servizi offerti portano sollievo a chi ha maggiori fragilità. La visitiamo in una tiepida mattina invernale prima di andare in Municipio, dove viene ospitato il primo dei seminari del ciclo “Raccontare il territorio” organizzato dall'Ordine dei giornalisti della Sardegna, dalla Caritas regionale e da Redattore Sociale. Un viaggio a tappe, che ci porterà in diverse diocesi della Sardegna, a parlare dei fenomeni sociali che più interessano queste zone e delle realtà che in esse operano concretamente. A partire dalla Caritas, appunto.
La boutique solidale della Caritas di Tempio
C’è una porta, alla Cittadella Caritas di Tempio, dove vedi scritto “Boutique solidale”: è presentata come un posto in cui operatori e volontari “ti aiuteranno a trovare vestiario adatto a te e a tutta la famiglia”. Due pomeriggi e una mattina a settimana per distribuire abiti nuovi o comunque in ottime condizioni, frutto di un accurato lavoro di selezione, lavaggio e sistemazione di tutto il materiale tessile raccolto in diocesi. Negli scaffali un’ordinata divisione: qui l’abbigliamento maschile, là quello femminile, lì quello dei più piccoli, con jeans, pantaloni, magliette, maglioni, camicie, giubbotti, cappotti, cappelli, con netta prevalenza di capi adatti alle temperature invernali. C’è tempo e modo di trovare ciò che occorre e di rispondere alle richieste che arrivano.
L’emporio solidale della Caritas di Tempio
Così come accade anche nel locale adiacente, solo qualche metro più in là: è l’Emporio solidale, organizzato come un piccolo market in cui è possibile fare la spesa, e non solo quella alimentare. Il modello è quello collaudato da tempo in ambito Caritas: ai singoli o alle famiglie viene assegnata una tessera (ce ne sono 300 attive) nella quale sono caricati un numero variabile di punti, decisi in funzione delle necessità, che possono poi essere spesi scegliendo fra i prodotti disponibili. Almeno 90 punti al mese per una persona sola, minimo 150 per una famiglia: “Cerchiamo di tutelare al meglio la dignità delle persone che vengono qui”, ci viene spiegato. “Non tutti riescono a fare la spesa in modo concreto e per questo insieme ai volontari proviamo ad aiutare e a guidare le persone anche nella scelta dei prodotti. Va bene prendere le merendine, ma servono la pasta, i pomodori pelati, il pane”. La frutta c’è una volta alla settimana, i detersivi e i casalinghi – che sono molto richiesti – si possono prendere, di norma, una volta al mese. Sugli scaffali scorgi riso, olio, latte, biscotti, camomilla, tonno in scatola, fagioli e altri legumi, fette biscottate, e poi in gran quantità spaghetti, farfalle, penne, rigatoni e tante altre varietà di pasta.
Tutto quello che arriva qui dentro e viene distribuito proviene da uno dei canali di raccolta attivati dalla Caritas: ci sono gli aiuti dell’Unione Europea tramite il Fead (Fondo di aiuti europei agli indigenti) ma ci sono anche e soprattutto i progetti di Caritas Italiana (anche con fondi dell’otto per mille alla Chiesa cattolica), ci sono gli acquisti diretti fatti dalla Caritas diocesana, ci sono le raccolte alimentari sul territorio (i carrelli dedicati che ogni cittadino, nei supermercati aderenti, può riempire vicino alle casse con prodotti acquistati e donati), ci sono le piccole donazioni “di chi viene qui a portarci la spesa”.
L’angolo dei casalinghi ha detersivi, saponi, deodoranti, assorbenti, spazzolini e dentifrici, schiuma da barba e pannolini, e “nonostante le difficoltà riusciamo anche a garantire il pellet, che in questa stagione fredda è fondamentale per molti”, ci dicono. In collaborazione con il Banco Farmaceutico, c’è un piccolo angolo di farmaci da banco e di altri dispositivi sanitari o cosmetici: lo shampoo per i neonati, quello “senza lacrime” della nota marca di prodotti per l’infanzia; le bustine di integratori alimentari; i plantari ortopedici per le piante dei piedi (anche questo un marchio conosciuto, quello che prende il nome da un celebre ortopedico tedesco) e così via fino ai termometri digitali: “Sono tutti prodotti utili e per le persone mai banali, anche una semplice crema per il viso o per le mani può essere importante”. E poi c’è quello che chiamano l’angolo delle emergenze, dove c’è di tutto un po’: “A volte arrivano persone che non hanno ancora la tessera, ma non mandiamo via nessuno e diamo comunque qualcosa”. Del resto anche se ogni movimento, in ingresso e in uscita, è debitamente registrato, certo qui non si opera all’insegna dell’inflessibilità: e sì, ammettono, può capitare che alla fine di una spesa possa arrivare qualche mezzo punto extra.
L’azione della Caritas di Tempio: “C’è il senso profondo del dono”
“Nella nostra attività quotidiana – dice Domenico Ruzittu, direttore della Caritas diocesana di Tempio-Ampurias - abbiamo di fronte situazioni anche tragiche e dolorose, frutto di problemi molto complessi e di questioni particolarmente difficili da risolvere: ma sempre dobbiamo ricordare che toccare il cuore delle persone dà senso alla nostra azione”. “Se la Caritas diocesana fa tanto, ed è vero che fa tanto perché le richieste sono tante – specifica mons. Sebastiano Sanguinetti, da oltre 16 anni vescovo di questa diocesi - non lo fa perché produce cose o perché ha molta disponibilità per farlo, ma lo fa perché distribuisce ciò che le viene messo a disposizione dalla generosità della gente. In questi anni di pandemia abbiamo triplicato gli interventi, è vero, ma soprattutto sono triplicate le donazioni. E’ il segno che la società ha in sé ancora un desiderio profondo di dare, un senso profondo del dono”.
L’ambulatorio solidale della Caritas di Tempio
E fra i doni che possono essere fatti c’è anche quello delle cure sanitarie, che qui a Tempio la Caritas ha affidato al servizio di Ambulatorio medico intitolato a mons. Giovanni Maria Pittorru, già direttore della Caritas diocesana: un servizio grazie al quale è possibile fare visite di base e specialistiche gratuite e dove, soprattutto, si cerca di favorire una presa in carico della persona anche dal punto di vista sanitario.
“Questo – dice il coordinatore della struttura, Giampiero Deiana - non è un servizio che si sostituisce al medico di base o ai servizi sociali, e del resto ciò non sarebbe possibile visto che le località che serviamo sono piccole realtà dove ci conosciamo tutti. Offriamo però un servizio complementare, che può intercettare delle necessità sanitarie per le quali è difficile la presa in carico”. All’attività dell’ambulatorio partecipano alcuni medici volontari, e grazie a loro si offrono una serie di visite specialistiche gratuite in ortopedia, pediatria, nefrologia, patologia clinica, chirurgia, medicina interna, urologia, cardiologia. Ugualmente, è possibile fare gratuitamente alcune ecografie, elettrocardiogrammi e specifici esami. A seconda delle situazioni sono proprio i medici di base a segnalare esigenze specifiche e inviare i propri pazienti all’Ambulatorio per le visite specialistiche, oppure è la stessa Caritas, tramite il Centro d’Ascolto e poi l’Ambulatorio medico, a prendere in carico la persona e poi ad avviare un contatto con il medico di base.
In un territorio ampio, con un’offerta sanitaria spesso limitata, il fenomeno da contrastare è quello della rinuncia alle cure, che in Sardegna tocca, secondo i dati dell’Istat, l’incidenza più alta di tutta Italia: quasi un cittadino su cinque rinuncia alle cure, e fra quanti vivono in condizione di povertà accade almeno ad uno su due. Il tema non è solo quello del costo del ticket, dell’assenza di medici di base o di guardie mediche, delle liste d’attesa troppo lunghe, tutte questioni che si legano alle difficoltà che la sanità pubblica attraversa ormai da tempo in tutta l’Isola, ma anche quello degli spostamenti, di persone sole e senza i mezzi necessari a recarsi a Olbia, o a Sassari, o a Nuoro o a Cagliari, per sottoporsi ad una visita specialistica. Una quindicina le persone aiutate ogni mese per le visite, una quarantina quelle sostenute per l'acquisto di farmaci, il tutto grazie a una quindicina di volontari, tra medici e altri operatori.
Non solo Tempio, la Caritas attiva dove serve
I servizi di una Caritas sono sempre vari e differenziati e anche in questa diocesi sono distribuiti in più località: un Ambulatorio solidale è presente, oltre che a Tempio, anche a Viddalba (dove opera un medico di medicina interna) e a Olbia (dove è presente un pediatra). Sia il Centro d’Ascolto sia l’Emporio solidale sono presenti a Tempio, a Olbia, a La Maddalena e a Viddalba; la Boutique solidale è a Tempio, Olbia e Viddalba; lo Sportello immigrazione, così come lo Sportello legale, si trovano solo a Tempio e a Olbia; il Servizio tributario (Caf) e lo Sportello antiusura sono solo a Tempio; il dormitorio con servizio di doccia, cena e colazione è solo ad Olbia. Ovunque senza operatori e volontari non si potrebbe fare niente. La segreteria, una stanza nella Cittadella di Tempio, fa da coordinamento ed è come un quartier generale dove si lavora molto al telefono: “Buongiorno Signora, qui è la Caritas – è la chiamata che ci capita di ascoltare - volevo dirle che la richiesta per il pagamento della bolletta della luce è stata approvata. Da lunedì quando vuole può passare per ritirare la ricevuta”. Tante esigenze, tante richieste, tanti grazie, in un’operosità quotidiana che non si ferma.
Come donare
Per aiutare la Caritas diocesana di Tempio Ampurias fai una donazione sul conto corrente intestato a Caritas Diocesana Diocesi Tempio Ampurias. IBAN: IT17B0306985082100000000286. Causale: Donazione. Nella dichiarazione dei redditi puoi donare il tuo 5 per mille inserendo la partita IVA 91059740901 nell'apposito spazio dedicato al sostegno del volontariato e delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale. Per tutte le informazioni visita il sito web della Caritas di Tempio - Ampurias.
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