Sbarchi, a Reggio Calabria quasi 900 migranti: tra loro ciechi, donne incinte e 2 neonati
I migranti tratti in salvo dalla nave Aliseo della Marina militare
I migranti tratti in salvo dalla nave Aliseo della Marina militare |
Reggio Calabria - Tra le 880 persone a bordo c’era anche il corpo senza vita di un uomo recuperato nelle acque del Canale di Sicilia; e poi ancora, 3 non vedenti, 6 donne incinte, 2 neonati e una settantina di minori. Questi i dati dell’ultimo sbarco di ‘disperati’ avvenuto un paio d’ore fa nel porto di Reggio Calabria. Nel gruppo di migranti tratti in salvo dalla nave Aliseo della Marina militare, sono stati anche accertati 42 casi di scabbia; i soccorritori hanno giudicato buone le condizioni di salute di tutti gli altri. Una volta concluse le operazioni di identificazione, i migranti saranno trasferiti in altre regioni.
In Calabria ne resteranno 92. Gli altri andranno in Piemonte (150), Lombardia (200), Veneto (250), Liguria (50), Toscana (60) e Umbria (40). Quelli che resteranno in Calabria saranno ospitati in una struttura messa a disposizione dal’amministrazione comunale reggina. La struttura in questione assicura la somministrazione dei pasti e garantisce le misure di prima assistenza, con la collaborazione delle associazioni di volontariato del territorio. Il capitano Carlo Mario Lauria, comandante della fregata Aliseo della Marina militare, sulla banchina del porto di Reggio Calabria ha raccontato ai giornalisti le fasi drammatiche del salvataggio dei migranti. “A 80 miglia al largo delle coste libiche, il motopeschereccio di poco più di 20 metri aveva a bordo centinaia di esseri umani in balia del mare e senza viveri – ha raccontato il capitano Lauria - Lo sforzo più grande, visto che il natante imbarcava acqua, è stato quello di tranquillizzare le persone stipate sul barcone. Sono stati momenti, ovviamente, di grande tensione ma siamo comunque riusciti a trasbordare tutti i migranti ed abbiamo anche recuperato il cadavere di un uomo deceduto per cause cardiocircolatorie”. Il capitano ha aggiunto: “Considero un onore, per me ed il mio equipaggio, avere operato in maniera tale da poter salvaguardare la vita di centinaia di persone tra cui due gemellini nati da pochissimo tempo”.
Gli sbarchi in Calabria sono ormai quotidiani: solo ieri, il porto di Vibo Valentia ha ad accolto un altro nutrito gruppo di immigrati provenienti dall’Africa, mentre domenica sera l’ennesima operazione di salvataggio della Marina militare ha messo in moto la macchina organizzativa crotonese che ha tratto accolto oltre cento siriani. Si tratta quindi, di un continuo stato di allerta per prefetture, questure, capitaneria di porto, sanitari, volontari della Croce rossa, operatori sociali dei vari sodalizi impegnati nei rispettivi territori. Una rete di forze e realtà diverse che stanno dimostrando grande sinergia e coesione, riuscendo ad affrontare egregiamente una delle emergenze umanitarie più drammatiche per i popoli del Mediterraneo. (msc)