Sbarchi, Anpas: “Urgente fondo di solidarietà per i volontari"
ROMA – Definire al più presto un fondo di solidarietà a sostegno del volontariato o l’attivazione di benefici di legge per evitare che i volontari “gettino la spugna per mancanza di risorse”. È quanto chiede Anpas, l’associazione nazionale pubbliche assistenze, a margine dell’incontro tenutosi ieri tra la rete europea di volontariato Samaritan International, della quale Anpas fa parte, con Federica Mogherini, Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e il presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, in occasione della riunione plenaria del Parlamento europeo. All’Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri, la rete ha consegnato sette richieste di cambiamento della politica europea per l'accoglienza dei rifugiati chiedendo ai paesi membri di “espandere le loro misure di aiuto e di condividere una gestione europea dei rifugiati” e sottolineando il ruolo del volontariato.
Richieste elaborate anche col contributo dei comitati Anpas di Sicilia e Puglia, spiega una nota dell’associazione. “C’è un aspetto di cui si parla poco - ha dichiarato Fabrizio Pregliasco, presidente Anpas - ed è quello dei volontari impegnati da anni nelle operazioni di assistenza alla prima accoglienza, soprattutto nei porti siciliani. Le pubbliche assistenze, in particolare in Sicilia e Puglia, sono in prima linea su varie zone costiere (Trapani, Pozzallo, Catania e Palermo, Bari, Brindisi, Taranto), con attività di assistenza sanitaria e logistica”. Nonostante i volontari prestino la loro opera gratuitamente, restano i costi vivi da affrontare connessi alle operazioni. Dalla benzina per i mezzi di soccorso, ai dispositivi di protezione individuale. “Costi a carico delle associazioni o rimborsati dopo moltissimo tempo – spiega Pregliasco -. Nonostante questo, i volontari non hanno interrotto la loro assistenza, perché abbiamo creduto e crediamo fortemente in quello che facciamo, che è incarnato nei nostri valori da 110 anni”. Pregliasco, però, sul fronte delle risorse precisa: “il volontariato sta operando solo grazie alle proprie risorse, elemento che non deve essere dato per scontato. In Sicilia, la procedura per i benefici di legge di protezione civile non è attivata per queste attività (non è un emergenza che ricade in quel settore), e i volontari sono costretti a prendersi ferie, con rischi notevoli, e a farsi carico economicamente di tutto. In Puglia, si interviene in convenzione con il 118 e nonostante i benefici di legge siano attivati, i costi sono rimborsati in tempi lunghissimi”.
Di qui la richiesta di un fondo e di benefici di legge. “È urgente la definizione di un fondo di solidarietà a sostegno delle attività che il volontariato svolge nella prima assistenza ai migranti – spiega Pregliasco -, e l’attivazione dei benefici di legge, cosi come accade per altre emergenze”. Pur rimanendo nella gratuità della prestazione, come previsto dalla legge, spiega Pregliasco, “sostenere i costi vivi delle associazioni potrebbe evitare che i volontari gettino la spugna per mancanza di risorse. Oltre all’assistenza agli sbarchi di immigrati, le pubbliche assistenze Anpas sono impegnate per l’integrazione: sono attivi sportelli sociali, e di mediazione culturale e molte associazioni svolgono attività per l’alfabetizzazione dei migranti e richiedenti asilo”.