Il sottosegretario all’Interno commenta le parole dell’ambasciatore egiziano a Londra sul rischio di infiltrazioni terroristiche tra i migranti che sbarcano a Lampedusa. "Tutti gli attentati fatti da gente nata nel territorio, da immigrati di seconda e terza generazione"
ROMA - “Non possiamo escludere niente, tuttavia è una possibilità che non riveste assolutamente una potenzialità concreta. Sarebbe del tutto irragionevole. Capisco che l’ambasciatore dell’Egitto da Londra lanci grida di allarme, perché l’Egitto ha preso una posizione e sta agendo in una determinata maniera sul territorio, ma il rischio rimane assai poco probabile e la possibilità assolutamente remota”. Lo ha sottolineato il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione, commentando le parole dell’ambasciatore egiziano a Londra sul rischio di infiltrazioni terroristiche tra i migranti che sbarcano a Lampedusa, a margine di un convegno dell’Unhcr organizzato oggi a Roma.
“Non scartiamo la possibilità – spiega Manzione - tutti i servizi sono allertati, sia l’intelligence che le polizie, e mirati a scongiurare ogni eventuale rischio. Ma è difficile immaginare un terrorista che si mette sul barcone, affronta il rischio della morte in mare, il rischio di essere intercettato dalla polizia e che gli vengano prese le impronte - aggiunge - Basta anche guardare a quello che è successo finora: tutti gli attentati sono stati fatti da gente nata nel territorio, da immigrati di seconda e terza generazione. Però siccome l’eventualità che non si può escludere isevizi allertati ma finora non ci sono riscontri in questa direzione”. (ec)